appunti del dott. Claudio Italiano
La rachicentesi, chiamata anche puntura lombare, è una pratica chirurgica utilizzata per poter estrarre il liquido cefalorachidiano, prodotto dai plessi corioidei, che scorre nel canale midollare della colonna vertebrale, negli spazi subaracnoidei e nei Ventricoli cerebrali.
Esse sono:
Meningite
Encefalite
Carcinosi meningea
Polineurite infiammatoria acuta (sindrome di Guillain Barre)
Malattie acute demielinizzanti
Encefalomielite acuta disseminata
Mielite trasversa
Encefalomielite cerebrale
Ipertensione intracranica primitiva (pseudotumor cerebri)
Disturbi neurologici di origine sconosciuta
Crisi epilettiche
Ictus
Polineuropatia
Demenza
Alterazione dello stato di coscienza
Somministrazione di antibiotici e farmaci antineoplastici
Iniezione diagnostica di mezzi di contrasto (mielografia) o di radioisotopi (perdita
di liquor)
- Sclerosi multipla
- Emorragia subaracnoidea
In mani esperte, la rachicentesi è un esame sicuro. Deve essere comunque eseguito
in condizioni di sterilità. Un corretta posizione è fondamentale per la riuscita
della manovra: occorre assicurarsi che le spalle siano allineate con il bacino.
Il paziente viene posto in decubito laterale vicino al bordo del letto e gli viene
chiesto di assumere una posizione raggomitolata, con il collo flesso in avanti e
le ginocchia flesse sull'addome.
Si può chiedere al paziente di abbracciare un cuscino, in modo da essere più comodo. Poiché il midollo spinale termina a livello del corpo di LI, il prelievo viene in genere eseguito al di sotto del corpo di LI, a livello o al di sotto dello spazio L2-L3.
Lo spazio viene identificato con la palpazione
dei processi spinosi delle vertebre. Si deterge ripetutamele la cute con un antisettico.
Un anestetico locale, in genere una soluzione di lidocaina all' 1%, viene iniettata
sottocute; una crema anestetica (lidocaina 2,5%/prilocaina al 2,5%) può essere
applicata localmente 90 minuti prima dell'esame per eliminare il dolore associato
alla manovra. Con un ago di circa 22 gauge si punge lo spazio intervertebrale e
si procede lentamente in direzione dell'ombelico, con un angolo acuto verso il basso.
Per ridurre al minimo il trauma alle fibre nervose quando viene attraversata la
dura madre, è importante che la punta dell'ago sia mantenuta in posizione orizzontale,
parallela alle fibre della dura. Negli adulti l'ago viene fatto avanzare per circa
4-5 cm e la penetrazione nello spazio subaracnoideo viene avvertita come un improvviso
cedimento di resistenza alla penetrazione. Alcuni medici preferiscono rimuovere
periodicamente il mandrino per controllare la presenza di liquor.
L'ago può essere
estratto e riposizionato se si avverte un'eccessiva resistenza, se il paziente accusa
un dolore che si irradia lungo la coscia o se non si riesce a prelevare del liquor.
Una volta raggiunto lo spazio subaracnoideo, si misura la pressione liquorale con
un manometro e si osservano le sue variazioni con gli atti respiratori e il battito
cardiaco.
A seconda delle indicazioni cliniche, il liquor prelevato può essere sottoposto
a diversi esami:
1) conta differenziata delle cellule e dei microorganismi, da eseguire sia sulla
prima che sull'ultima provetta;
2) esame chimico-fisico con misurazione delle proteine e del glucosio;
3) esame citologico;
4) VDRL, ricerca dell'antigene criptococcico e altri test sierologici;
5) immunoelettroforesi per il dosaggio delle y-globuline, ricerca delle bande oligoclonali
e determinazione di NH3, pH, CO2, enzimi;
6) esame colturale e isolamento dei virus.
I valori normali dei parametri valutati sono indicati nell'Appendice A, in calce
al volume. è importante prelevare una quantità adeguata di liquor per ottenere tutte
le informazioni necessarie. Se dopo due o tre tentativi non si riesce a penetrare
nello spazio subaracnoideo, il paziente può essere posto in posizione seduta e
quindi aiutato ad assumere la posizione su un fianco per misurare la pressione liquorale.
La mancata fuoriuscita di liquor è in genere secondaria a un errato posizionamento
dell'ago piuttosto che all'obliterazione dello spazio subaracnoideo da parte di
una lesione compressiva del midollo o di un'aracnoidite. La fuoriuscita di sangue
dovuta a lesione di un vaso meningeo durante il prelievo può indurre il sospetto
di un'emorragia subaracnoidea. In questo caso è necessario centrifugare subito un
campione di sangue: la presenza di un sopranatante chiaro avvalora l'ipotesi di
un sanguinamento iatrogeno, mentre la presenza di un sopranatante xantocromico
depone per un'emorragia subaracnoidea. In genere il sangue fuoriuscito da un vaso
meningeo è presente solo nella prima provetta, mentre nel caso di un'emorragia subaracnoidea
il sangue è presente in tutte le provette prelevate.
Il liquor può essere xantocromico
anche nel caso di disturbi epatici e di aumento delle proteine liquorali (>150-200
mg/dl).
Diverse sono le controindicazioni assolute e relative alla rachicentesi. Nel caso
di trombocitopenia e di disturbi dell'emostasi,
la puntura lombare deve essere eseguita con cautela per il rischio di emorragie
nello spazio epidurale e intradurale. In queste situazioni può essere opportuno
procedere alla transfusione di piastrine e plasma fresco e sospendere eventuali
terapie anticoagulanti prima dell'esame. Infezioni cutanee o lungo il tragitto
dell'ago possono essere diffuse per continuità, causando una meningite; in queste
condizioni la rachicentesi dovrebbe essere evitata. La puntura lombare può essere
pericolosa nel caso di elevati valori di pressione liquorale, indicati dalla presenza
di cefalea e di papilledema, per il pericolo di un'ernia cerebrale o tentoriale
fatale.
Brevemente prendiamo in considerazione le complicanze neurologiche maggiori dopo
blocco nevrassiale.
Esse sono:
Trauma midollare o radicolare diretto (Danno da ago o catetere, Tossicità da anestetico
locale)
Ematoma spinale (disturbi coagulativi, Malformazione vascolare, Tumori, Trauma da
ago)
Ematoma intracranico
Ischemia midollare (sindrome spinale anteriore)
Infezione (Ascesso peridurale, Meningite batterica esogena,Meningite batterica endogena)
In questi casi, qualora si renda necessario eseguire una puntura lombare, occorre
escludere una lesione espansiva mediante una TC o una RM eseguita prima dell'esame.
Se vi è il sospetto di meningite, tuttavia, la rachicentesi è
sempre indicata. In questo caso deve essere utilizzato un ago da 24 gauge. Se la
pressione supera i 400 mmHg, va prelevata la minima quantità di liquor necessaria.
Se indicato, dopo la rimozione dell'ago, deve essere somministrato mannitolo a un
dosaggio compreso tra 0,75 a 1 mg/kg. Se non vi sono controindicazioni può essere
somministrato desametasone a un dosaggio iniziale di 4-6 mg ogni 6 ore.
La puntura cisternale e la puntura nello spazio laterocervicale (spazio C1-C2) sono
procedure prive di rischi se eseguite da operatori esperti, ma non dovrebbero essere
eseguite da medici privi di esperienza.
La puntura cisternale può essere necessaria
in caso di blocco liquorale per effettuare una mielografia del tratto sovrastante
la lesione. Dopo la puntura lombare, il paziente dovrebbe restare in posizione supina
per 1 ora prima di alzarsi dal letto. La complicanza principale è l'insorgenza di
una cefalea dovuta alla riduzione della pressione liquorale. Insorge tipicamente
dopo 12-48 ore dall'esecuzione del prelievo e può durare da poche ore a due settimane.
L'intensità della cefalea è strettamente correlata alla posizione del paziente:
peggiora nella stazione eretta ed è alleviata dalla posizione supina. Le alterazioni
del liquido cefalorachidiano hanno una particolare importanza nella clinica neurologica:
possono riguardare variazioni della quantità, della pressione, della circolazione
e delle sue caratteristiche fisico-chimiche. Le alterazioni più caratteristiche
del liquido cefalorachidiano si hanno in tutte le forme meningitiche: si nota un
aumento significativo dei linfociti che, da 1-2 per millimetro cubo, possono arrivare
a parecchie centinaia. Particolarmente importante è anche l'aumento delle proteine
in tutti i processi infiammatori.
In base alle alterazioni del liquido cefalorachidiano, è possibile suddividere le
meningiti in due grandi gruppi:
a) meningiti a liquor torbido
b) meningiti a liquor limpido.
Le prime sono provocate da batteri piogeni, come il pneumococco, il meningococco,
lo streptococco e lo stafilococco (cfr cocchi). In
questi casi, un esame approfondito del liquor è essenziale per poter distinguere
con certezza il microrganismo responsabile della meningite e poter somministrare
subito un antibiotico specifico. Le meningiti a liquor limpido possono essere provocate
da diversi agenti infettivi: virus, micobatteri della
tubercolosi o criptococchi
Nel primo caso la prognosi è assolutamente benigna: la malattia insorge con i classici segni
della meningite, ma tende a guarire da sola nel giro di una settimana. Nelle meningiti
tubercolari, o da criptococco, la prognosi è ben diversa: se la meningite non viene
curata con farmaci specifici, è mortale in oltre l' 80% dei casi.
Per distinguere
queste forme è sufficiente dosare il glucosio e le proteine nel liquor: nella
meningite
virale sono norma in quella tubercolare o da criptococco diminuiti. Un altro esame
importante è il dosaggio delle immunoglobuline nei liquor. Questo esame è positivo
in due gravi malattie dei sistema nervoso su base autoimmune: la sclerosi a placche
e la panencefalite sclerosante sub-acuta, due malattie probabilmente scatenate dal
virus del morbillo che provocano progressive e irreparabili lesioni neurologiche.
Infine, l'esame dei liquor può dimostrare la presenza di sangue; in genere, questa
alterazione è dovuta alla presenza di una raccolta emorragica al di sotto delle
meningi, provocata, a sua volta, dalla rottura di un aneurisma intracranico.
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