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La pressione arteriosa elevata

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I consigli del medico

Ti manca l'aria quando sali le scale? Hai le borse della spesa in mano e ti devi fermare perchè hai stanchezza e senti il cuore in gola? Hai misurato la tua pressione arteriosa?

Soffri col cuore ed hai uno scompenso cardiaco?

Parlane al tuo medico, dopo aver letto questo articolo e, comunque, misura la tua pressione in più occasioni, durante la giornata, recandomi magari dal tuo farmacista di fiducia o, più semplicemente, a casa tua con un buon apparecchio, meglio se classico.

Misurare la pressione col vecchio sistema, è facile! Dopo aver aggangiato il bracciale e posizionato il fonendoscopio nel cavo del gomito, pompa l'aria fino a 200 mmHg. In questo modo blocchi la circolazione delle arterie del braccio. Piano, piano sgonfia il bracciale, fino a consentire che il sangue fluisca di nuovo, mentre con l'occhio osservi il manometro e, contemporaneamente, stai in ascolto: il primo tono che ascolti nelle tue orecchie è la pressione massima, cioè quando passa il primo flusso di sangue in arteria, spinto dal cuore, che supera la pressione del bracciale che spinge sul braccio;  l'ultimo tono del cuore che spinge, è la pressione minima.  Facile, vero?

Che cos'è la pressione arteriosa?

La pressione arteriosa è il risultato de:
- spinta del cuore sulla parete delle arterie durante le fasi di attività cardiaca
- resistenze dei vasi al passaggio del flusso
E' funzione della contrazione del ventricolo sinistro (sistole) e dal suo rilassamento (diastole). In fase sistolica si rileva il valore massimo di pressione (pressione sistolica o massima), mentre in diastole il valore minimo (pressione diastolica o minima). La pressione arteriosa dipende, perciò, dalla forza con cui il cuore pompa il sangue nel sistema dei vasi arteriosi e dalla resistenza che essi presentano al flusso; cioè se il mio cuore non ce la fa, cioè se è insufficiente come pompa, la mia pressione sarà bassa, se, viceversa, i miei vasi sono ristretti, per esempio per una stenosi (restringimento), la pressione sarà elevata ed il flusso sarà vorticoso e turbolento, talora evidenziabile all'auscultazione come un "soffio".
Ciò premesso, qual' è la pressione normale?
E' iperteso colui il quale ha una pressione maggiore (dal greco iper) , cioè una pressione sanguigna più alta del normale (cfr la tabella); il cuore deve faticare di più per spingere il sangue in circolo e, a lungo andare, questo stato porta al danneggiamento dei vasi arteriosi, a cominciare dalle arteriole più piccole, soprattutto dei reni e della retina. Però la pressione che per un individuo va considerata normale, per il diabetico deve essere ancora più bassa, cioè intorno a 120 mmHg per la massima e 65 per la minima.

Le cause dell'ipertensione arteriosa

Solo nel 5% dei casi la causa dell'ipertensione è conosciuta (insufficienza renale cronica, feocromocitoma, stenosi dell'arteria renale, farmaci, sindrome di Conn etc.); si parla, quindi, di ipertensione secondaria, legata, cioè a patologie note. In circa il 95%, invece, non è attribuibile ad alcuna causa identificabile e pertanto viene detta primitiva, idiopatica o essenziale.Conosciamo, però, alcuni fattori predisponenti, in grado di modificare la pressione arteriosa: fattori di tipo genetico, ambientale, legati all'esercizio fisico, alla dieta e allo stress.

Classificazione della pressione arteriosa

Classificazione della pressione arteriosa sistolica (mmHg)e diastolica (mmHg)

Ottimale: <120-<80
Normale: 120-129 - 80-84
Normale alta: 130-139 - 85-89
Ipertensione di grado I: 140-159- 90-99
Ipertensione di grado 2: 160-179 - 100-109
Ipertensione di grado 3: > 180 - > 110
Ipertensione sistolica isolata: > 140 - <90

Fu il grande medico italiano Scipione Riva-Rocci che inventò lo sfigmomanometro a mercurio ed il primo a misurare la pressione servendosi di un bracciale con manometro per misurare la pressione (sfigmomanometro) che gonfiava con una pompetta; quando la pressione del bracciale riusciva a bloccare il vaso, cioè l'arteria radiale, allora quella era la pressione della sistole, cioè quella che deriva dalla pulsazione del cuore (pressione sistolica). Quando poi, sgonfiando il bracciale, non si udivano più i tocchi dell'onda sfigmica, allora significava che quella era la pressione della diastole, cioè quella diastolica. E fin qui non ci capite più niente, se non date per assunto, che la differenza tra una pressione sistolica ed una diastolica, cioè il gradiente pressorio, è importante ai fini del calcolo del rischio cardiovascolare, predittivo di mortalità, specie nei soggetti con più di 55 anni!! La valutazione del rischio, cioè il rischio che un paziente possa sviluppare un danno d'organo, per esempio un infarto, dipende a sua volta da altri fattori e può essere
calcolata anche con sistemi computerizzati sofisticati, per valutare se un individuo avrà un rischio di ammalarsi entro 10 anni. Ma lungi da noi queste ipotesi di jettatori, vediamo piuttosto, in pratica quali sono i fattori di rischio da evitare.

Fattori di rischio cardiovascolare

Pressione sistolica e diastolica
Pressione pulsatoria (anziani)
Età < 55 anni; se femmina > 65
Fumo
Dislipidemie: colesterolo totale >190 mg%, Colesterolo LDL > 115 mg%; HDL (cioè colesterolo buono) per i maschi < 40 mmHg e per le femmine < 46 mg%; Trigliceridi > 150 mg%
Glicemie "mosse" a digiuno tra 102-125 mg%
Glicemia dopo curva da carico alterata (diabete)
Obesità addominale (la pancia!) > 102 cm per l'uomo e > 88 cm per la donna
Familiarità per malattie cardiovascolari (es. il genitore che muore per infarto!)
Diabete con glicemie a digiuno >126 mg%
La glicemie dopo pranzo > 198 mg%.

Danno d'organo, le complicanze

(cfr rene pressione )

Evidenza elettrocardiografica di IVS (vedi link)
Ispessimento della parete carotidea o placche ateromasiche
Velocità dell'onda di polso carotidea-femorale > 12 m/s
Indice pressorio arti inferiori/arti sueriori >0,9
Lieve incremento della creatininemia plasmatica Maschi 1.3-1.5 mg/dl e femmine 1.2-1.4 mg/dl
Riduzione del filtrato glomerulare <60 ml/min
Microalbuminuria 30-300 mg/24 ore  
Malattie cerebrovascolari: ictus ischemico, emorragia cerebrale; TIA
Malattie cardiache:infarto, angina pectoris, scompenso cardiaco
Malattie renali: nefropatia diabetica, insufficienza renale
Vasculopatie periferiche
Retinopatie avanzate:emorragie o essudati papilledema.


La cura

(vedi speciale sui farmaci per l'ipertensione); Innanzitutto occorre iniziare la cura seguendo norme comportamentali  (life style) : ridurre il consumo di sale, caffè o sostanze eccitanti (farmaci, stupefacenti), ridurre il peso corporeo negli obesi, moderare il consumo di vino, abolire fumo e superalcolici, fare una leggera attività fisica (passeggiate, nuoto, bicicletta) etc. Vanno evitati tutti i cibi contenenti sodio, sotto forma di sale (cloruro di sodio) o di composti quali: glutammato monosodico, nitrato di sodio, bicarbonato di sodio, a cominciare dai cibi pronti, surgelati o in busta, la carne in scatola (tonno, sardine, manzo in gelatina), gli insaccati, i formaggi stagionati (pecorino, parmigiano, gorgonzola etc.), i frutti di mare, i dadi da brodo, le salse pronte, le conserve, i sottaceti e via dicendo. Il  fumo provoca una vasocostrizione delle arterie con conseguente rialzo dei valori di pressione e a lungo andare aumenta il rischio di patologia coronarica. Se con questi accorgimenti non si ottiene alcun risultato è necessaria una terapia di tipo farmacologico, valutata dal medico in base alle caratteristiche del paziente e al rischio cardiovascolare legato, anche, alla presenza di patologie concomitanti; in linea di massima si parte da una monoterapia per passare ad un trattamento combinato con più farmaci. All'inizio del trattamento antiipertensivo sarà necessario misurare la pressione più volte al giorno, annotando su un diario: data ed ora della misurazione, i farmaci assunti, le situazioni particolari, i sintomi etc.; in seguito sarà sufficiente 2 volte al giorno, la mattina subito dopo alzati e la sera prima di andare a dormire., senza esagerare o applicarsi alla misurazione. I farmaci appartengono a varie classi che vengono impiegati a seconda di ciò che si vuol ottenere.

Mi spiego meglio.

 Se curo l'ipertensione nel giovane e voglio prevenire l'ipertrofia del miocardio, cioè che il cuore si "ingrossi" e poi che vada incontro a scompenso, utilizzo i farmaci beta-bloccanti; gli ace-inibitori nel diabetico e nel cardiopatico perché nel tempo prevengono i danni del miocardio. Ancora esistono i calcio-antagonisti, utili nei soggetti che necessitano di ridurre la pressione dei vasi, per esempio utili nei nefropazienti. I vecchi diuretici dell'ansa, es. furosemide, sono ancora utili se impiegati per fare ridurre la volemia, cioè "fare scaricare i liquidi" del paziente cardiopatico, del paziente cirrotico ed in tutti i soggetti che presentano, per esempio, edemi declivi. Infine esistono i sartani, che trovano impiego anch'essi nello scompenso del miocardio e nei soggetti con ipertrofia del ventricolo sinistro. Ancora sono da citare la clonidina, impiegata con sistemi transdermici e per os, oggi usata in casi particolari. Insomma questo per dirvi che la cura dell'ipertensione non è cosa di poco conto, né semplice da attuarsi.
 

Link in tema di ipertensione

rene e pressione
Le complicanze nel paziente con ipertensione arteriosa
L'ipertensione arteriosa: la cura farmacologica
L'ipertensione arteriosa: le cure 2010

 

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