appunti del dott. Claudio Italiano
Il fatto concreto. Un signore si presenta a noi con una lesione del 5° dito del piede destro e con l'avampiede infiammato e dolente.
Ci preoccupiamo mentre il tizio si meraviglia del nostro atteggiamento scrupoloso e preoccupato. Gli spieghiamo che il paziente diabetico con facilità può presentare ferite, duroni, calli, piaghe nel suo piede e che è pericoloso andare in giro con lesioni del piede.
Richiediamo una serie di esami: doppler degli arti inferiori, pletismografia, rx del piede per escludere osteomieliti. Dopo un pò torna con le indagini: si trattava di un piede diabetico neuroischemico. Per fortuna anche stavolta siamo arrivati in tempo, altrimenti le lesioni trascurate sottopongono il paziente al rischio di amputazione!
Morale della favola: se siete diabetici ed avete lesioni del piede, non esitate a rivolgervi per tempo a centri specializzati per il piede diabetico o chirurghi vascolari.
Il piede diabetico è un grave problema che interessa il 15% di 200 milioni di pazienti con diabete in tutto il mondo. Le amputazioni maggiori, al di sopra o al di sotto del ginocchio sono delle temibili complicanze del diabete. Più del 60% delle amputazioni non traumatiche nell’occidente interessano la popolazione diabetica. Molti pazienti, però, che vengono sottoposti ad amputazione, hanno una storia di ulcere trofiche. Le amputazioni maggiori incrementano la mortalità e la morbilità e riducono la qualità di vita dei pazienti. Il trattamento delle complicanze del piede è uno dei principali elementi che assorbono le risorse economiche previste per la salute. Perciò il trattamento delle lesioni nel diabetico può condurre ad una riduzione nel numero delle amputazioni. Negli ultimi tempi c’è stato un significativo incremento delle conoscenze e della fisiopatologia di queste complicanze, insieme con l’incremento di tecniche diagnostiche ma soprattutto un approccio conservativo che permette di salvare l’arto in una stragrande percentuale di casi. Questo obiettivo è stato raggiunto in centri specializzati. Un momento importante che è propedeutico al trattamento del piede diabetico è data dalla diagnosi differenziale fra piede diabetico neuropatico o neuro ischemico. Questa differenziazione è essenziale per il trattamento effettivo. Le ulcere nel piede neuropatico sono dovute a stress biomeccanico ed alta pressione che interessa la regione plantare dell e dita dei piedi e dei metatarsi. Il trattamento delle ulcere plantari neuropatiche deve essere corretto attraverso il controllo dell’appoggio del piede, tramite uno scarico. Il trattamento chirurgico delle deformità con o senza ulcerazioni è una terapia effettiva per le ulcere neuropatiche. Infatti un’ulcera non adeguatamente trattata, cronicizza e non guarisce e dopo molti mesi è possibile che si complici con una osteomielite, tanto che il solo trattamento antibiotico non è sufficiente poiché quello chirurgico è spesso indispensabile. La neuropatia di Charcot è ancora una complicanza particolare che può condurre a frammentazione e distruzione delle articolazioni e dell’osso oltre che a deformità ed evoluzione cronica, in sostanza per cedimento delle strutture dell’arco plantare. Nella popolazione diabetica la malattia periferica vascolare (PVD) costituisce il rischio principale per l’amputazione. Se la malattia vascolare periferica è ignorata, il trattamento chirurgico della lesione non ha successo. Nel paziente diabetico, infatti, la malattia periferica vascolare distale interessa l’arteria femorale, la poplitea e la tibiale. Può essere trattata con successo con tecnica chirurgica e trattamento endovascolare. Le infezioni sono, ancora, delle serie complicanze del piede diabetico e specialmente del piede diabetico neuro ischemico: il flemmone e la fascite necrotizzante non costituiscono solo un problema per la cura dell’arto, ma anche per la vita del paziente. In molti casi è necessario intervenire con chirurgia d’urgenza. La prevenzione primaria e secondaria per le ulcere del piede è il principale obiettivo. Programmi preventivi, dunque, debbono essere intrapresi per ridurre l’incidenza di amputazione.
Grado I: Nessun segno o sintomo di patologia arteriosa diabetica -Le pedidia
dorsale e le tibiali posteriori sono palpabili, -ABI 0.9 a 1.1 -TBI>0.6 tcpO2>60
mmHg
Grado 2: Sintomi e segni di Patologia arteriosa diabetica ma non ischemia critica
dell’arto -ABI <0.9 e pressione alla caviglia > 50 mmHg -TBI <0.6 e picco
sistolico pressorio > 30mmHg -tcpO2 fino a 60 mmHg
Grado 3: Ischemia critica dell’arto -La pressione della caviglia è < 50 mmHg.
Il picco pressorio sistolico è < 30 mmHg -tcpO2 < 30 mmHg
PER APPROFONDIRE IL TEMA:
La neuropatia diabetica, cioè i dolori agli arti e non solo