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PET, che cos'è e a cosa serve

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Il caso clinico illustrato fa riferimento ad un paziente forte fumatore con nodulo polmonare sospetto. Appresso potete vedere le immagini relative al caso.

PET

La tomografia a emissione di positroni (o PET, dall'inglese Positron Emission Tomography) è una tecnica di medicina nucleare e di diagnostica medica utilizzato per la produzione di immagini che danno informazioni di tipo fisiologico, vale a dire circa i metabolismi, ossia se una porzione del corpo si colora di più, è perché vi affluisce più sangue; quindi a sua differenza, TAC e RMN invece forniscono informazioni di tipo morfologico del distretto anatomico esaminato. Con l'esame PET si ottengono mappe dei processi funzionali all'interno del corpo.

Essa utilizza dei "coloranti", i radionuclidi. I radionuclidi utilizzati nella scansione PET sono generalmente isotopi con breve tempo di dimezzamento, come 11C (~20 min), 13N (~10 min), 15O (~2 min) e 18F (~110 min). Per via del loro basso tempo di dimezzamento, i radioisotopi devono essere prodotti da un ciclotrone posizionato in prossimità dello scansionatore PET.

La procedura inizia con l'iniezione (generalmente per via endovenosa) o inalazione di gas (rari casi) nel soggetto da esaminare, di un isotopo tracciante con emivita breve, legato chimicamente a una molecola attiva a livello metabolico.

Dopo un tempo di attesa, durante il quale la molecola metabolicamente attiva (spesso uno zucchero) raggiunge una determinata concentrazione all'interno dei tessuti organici da analizzare, il soggetto viene posizionato nello scanner.

L'isotopo di breve vita media decade, emettendo un positrone. Dopo un percorso che può raggiungere al massimo pochi millimetri, il positrone si annichila con un elettrone, producendo una coppia di fotoni gamma emessi in direzioni opposte fra loro.

Questi fotoni sono rilevati quando raggiungono uno scintillatore, nel dispositivo di scansione, dove creano un lampo luminoso, rilevato attraverso dei tubi fotomoltiplicatori. 

Dalla misurazione della posizione in cui i fotoni colpiscono il rilevatore, si può ricostruire la posizione del corpo da cui sono stati emessi, permettendo la determinazione dell'attività o dell'utilizzo chimico all'interno delle parti del corpo investigate. Lo scanner utilizza la rilevazione delle coppie di fotoni per mappare la densità dell'isotopo nel corpo, sotto forma di immagini di sezioni (generalmente trasverse) separate fra loro di 5 mm circa.

La mappa risultante rappresenta i tessuti in cui la molecola campione si è maggiormente concentrata e viene letta e interpretata da uno specialista in medicina nucleare o in radiologia al fine di determinare una diagnosi ed il conseguente trattamento.  Questi radionuclidi sono incorporati in composti normalmente assimilati dal corpo umano, come il glucosio, l'acqua o l'ammoniaca, e quindi iniettati nel corpo da analizzare per tracciare i luoghi in cui vengono a distribuirsi.

I composti così contrassegnati vengono chiamati radiotraccianti. Il liquido di contrasto radioattivo immesso nel sangue rivela se le formazioni siano in accrescimento tumorale, ma non fornisce informazioni sul tipo di tumore. Il livello di esposizione alle radiazione è variabile da 1 a 4 R.E.M.

Indicazioni

- Processi espansivi (tumore)
- Diagnosi differenziale delle demenze
- Malattie di interesse reumatologico
- Ricerca di miocardio ibernato

La PET è usata principalmente in oncologia clinica (per avere rappresentazioni dei tumori e per la ricerca di metastasi) e nelle ricerche cardiologiche e neurologiche. Metodi di indagine alternativi sono la tomografia computerizzata a raggi X (TC), l'imaging a risonanza magnetica (MRI), la Risonanza magnetica funzionale (RMF) e la Tomografia Computerizzata a Ultrasuoni e a emissione di singolo fotone. La PET gioca un ruolo sempre maggiore nella verifica della risposta alla terapia, specialmente in particolari terapie anti-cancro. Una limitazione alla diffusione della PET è il costo dei ciclotroni per la produzione dei radionuclidi di breve tempo di dimezzamento.

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