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Peristalsi esofagea

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La motilità esofagea

E' importante che la motilità esofagea avvenga in maniera fisiologica. La possibilità di inghiottire cibi e di non soffrire di reflusso di materiale acido in gola è prerogativa di una buona peristalsi esofagea.

I pazienti che hanno la sensazione di cibo bloccato in gola soffrono di alterazione della peristalsi; talora la sensazione di blocco della peristalsi (bolo) può essere causata da patologie severe come il cancro dell'esofago o meno gravi come l'esofagite. Mai sottovalutare, dunque, i segni della disfagia, cioè della cattiva deglutizione.

Il trasporto del bolo lungo l'esofago è garantito dalle contrazioni peristaltiche della muscolatura della parete.

La velocità di trasporto da parte della muscolatura striata del tratto superiore è maggiore rispetto a quella del tratto inferiore; complessivamente il bolo impiega 20-25 s a raggiungere l'ingresso dello stomaco.

I liquidi, invece, transitano nell'esofago più velocemente grazie alla gravità; anche i liquidi tuttavia generano onde peristaltiche; queste sono molto lente e non hanno nessun effetto quando il corpo è In posizione verticale; al contrario in decubito laterale consentono di trasportare i liquidi ad una velocità equivalente a quella del bolo solido.

Grazie all'efficacia della peristalsi esofagea è possibile inghiottire liquidi anche con il corpo e la testa capovolti.

EGDS: ernia iatale esofagea, cardias beante

Fisologia

L'atto della deglutizione è riflesso e non può essere controllato volontariamente. Il passaggio del bolo attraverso la faringe provoca contrazioni muscolari coordinate a livello esofageo. Il ramo afferente di quest'arco riflesso passa lungo il nervo glossofaringeo, mentre la branca efferente passa per il nervo vago. Inoltre il controllo della sequenza degli stimoli muscolari è a carico del plesso mienterico intramurale dell'esofago (plesso di Auerbach).

La mucosa è costituita da tre strati: epitelio di rivestimento (di tipo pavimentoso stratificato non cheratinizzato), tonaca propria e muscolaris mucosae.  Lo strato più esterno della parete esofagea è muscolare (muscolaris propriae), ed è costituito da fibre muscolari di tipo striato (volontarie) nel terzo superiore, da fibre muscolari lisce (involontarie) nel terzo inferiore mentre nel terzo medio la muscolatura è mista in quanto sia ha il passaggio da un tipo all'altro.

Per tutta la lunghezza comunque le fibrocellule muscolari sono organizzate in due strati: uno con fibre ad andamento circolare (più interno) ed uno con fibre ad andamento longitudinale (più esterno); durante la deglutizione questi muscoli si contraggono, spingendo il cibo nello stomaco (peristalsi).

Nello strato intermedio, invece, si trovano le ghiandole esofagee (ghiandole cardiali), che versano la loro secrezione nel lume dell'esofago. Questo secreto permette di mantenere umido l'esofago.

Tra le fibrocellule muscolari lisce sono presenti fibre nervose appartenenti al plesso mioenterico dell'Auerbach che stimola la peristalsi esofagea. La sottomucosa presenta connettivo lasso con ghiandole tubulo-acinose ramificate mucose e fibre nervose del plesso del Meissner che regolano la secrezione ghiandolare e la motilità della muscolaris mucosae. La lamina propria è riccamente vascolarizzata e si solleva in pieghe.

Zona di passaggio esofagogastrica

Lo strato muscolare estemo dell'esofago, che presenta un decorso quasi longitudinale, risulta in continuità con lo strato muscolare estemo dello stomaco. Anche lo strato muscolare intemo spiraliforme, caratterizzato da fibre a decorso quasi orizzontale, risulta in continuità con la parete dello stomaco, anche se, a livello del cardias, si divide in uno strato medio circolare e uno strato interno obliquo.
All'altezza dell'incisura cardiale, le fibre muscolari dello strato interno presentano una disposizione spiraliforme. La zona di passaggio tra l'esofago e lo stomaco è appena 23 cm sotto lo iato diaframmatico ed ha il compito di chiudere la porzione superiore dello stomaco. è importante che si chiuda, per evitare il reflusso del contenuto gastrico acido verso l'esofago, con conseguente danno alla mucosa esofagea.

Funzionamento dello sfintere

Per molto tempo non è stato possibile conoscere il funzionamento dello sfintere gastroesofageo, poiché istologicamente in questa zona non è riscontrabile .il cuna formazione muscolare caratteristica degli sfinteri Lo sfintere dell'estremo inferiore dell'esofago si trova leggermente al di sopra del punto in cui sbocca nello stomaco, sopra il limite mucoso tra esofago e stomaco.

Le fibre muscolari dell'esofago, che seguono un decorso simile alla filettatura di una vite, formami una specie di "chiusura". In condizioni fisiologiche, l'esofago è sottoposto ad una tensione longitudinale relativamente elevata, per cui, quando esse si con traggono, il lume del viscere si può restringere fino a scomparire completamente. Questo meccanismo è particolarmente efficace perché nella porzione inferiore dell'esofago la massa muscolare aumenta notevolmente e perché l'inclinazione delle fibre della muscolatura si riduce molto, fino ad avere un decorso quasi orizzontale a livello del cardias.

Inoltre, la porzione addominale dello stomaco è circondata di un fitto plesso venoso subepiteliale.

L'apertura dello sfintere si ottiene riducendo la tensione longitudinale dell'esofago; oltre ai movimenti peristaltici, la porzione inferiore dell'esofago presenta un movimento verso l'alto durante la deglutizione.

Questo impedisce alle fibre muscolari a forma di vite di contrarsi con forza in direzione longitudinale, consentendo al lume del viscere di dilatarsi. Un'inspirazione provoca un notevole aumento della pressione nella porzione addominale dell'esofago, chiamata anche antro cardiaco, che impedisce il passaggio del contenuto esofageo verso la porzione epifrenica. Ovvero il bolo rimane fermo in quel punto per tutta la durata dell'inspirazione. Per questo, se si inspira profondamente durante la deglutizione, si nota una sensazione sgradevole di pressione in epigastrio.

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