Le perdite ginecologiche vaginali
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appunti del dott. Claudio
Italiano
cfr anche La vaginite da candida:
la cura
In ambulatorio ed in reparto, può capitare di visitare delle donne che presentano il
problema delle perdite sierose dalla vagina. Non stiamo parlando nè di ciclo, nè
di perdte ematiche. Anzi, occhio alle perdite emorragiche, specie in gravidanza
o in sospetto di esserlo!! Subito occorre avvicinare dal proprio medico o al pronto
soccorso, se si sospetta una minaccia di aborto o, peggio, una gravidanza extratubarica!
Molte condizioni nella donna si associano a perdite. Intanto in relazione al pH
della flora vaginale e degli elementi flogistici presenti nello striscio vaginale
si possono stabilire diversi gradi di purezza della situazione vaginale:
Grado I: reazione fortemente acida con presenza dei bacilli di Doderlein e muco;
Grado II: reazione acida con quadro simile al precedente ma elementi allo striscio
a carattere infiammatorio, come i leucociti e germi diversi oltre al b. di Doderlein;
Grado III: reazione alcalina e mancanza del bacillo di Doderlein, con leucociti
in numero rilevante.
Grado IV: reazione alcalina e presenza dei soli batteri infettivi, cioè di stafilococchi
e streptococchi e germi bastoncelliformi e pseudodifterici.
Ora, mentre i primi due gradi di purezza della vagina sono considerati fisiologici, gli altri due sono espressione di uno stato patologico ed infiammatorio. La vagina
della donna adulta e sessualmente attiva va facilmente incontro ad infezioni a cui conseguono infezioni che si estendono all’uretra ed alle vie urinarie (cistiti e
cistite della luna di miele). Altre volte si tratta di germi specifici, per esempio il trichomonas vaginalis, miceti, streptococco, Hemophilus vaginalis ecc.
Sintomi
Quando esiste una infiammazione dei genitali, la donna avverte un fastidioso bruciore a cui consegue un aumento della secrezione di fluido dalla vagina, cioè delle perdite
leuco-xantorroiche, che può avere un odore sgradevole e macchia di giallo
la biancheria intima; i media pubblicizzano allo scopo tutta una serie di prodotti
senza senso, che vanno dai “tamponi” interni, agli assorbenti da impiegare nel mezzo
del ciclo, per le perdite intermestruali (sic!), oppure pubblicizzano creme che
calmano il prurito, a base di anestetici locali e cortisonici (!!). Cosa da NON
fare assolutamente è curarsi da sé!
Le perdite vaginali
Si tratta ovviamente di secrezioni o meglio di essudazione o trasudazione.
Le perdite possono essere:
Perdite delle giovani ragazze, la leucorrea delle adolescenti, delle ragazze magre
ed asteniche, dell’epoca prepuberale che molti AA ritengono possa risolversi con
preparati vitaminici e calcio;
Perdite dopo le mestruazioni che durano qualche giorno, dovute alla ritardata ristrutturazione
dell’endometrio uterino, perdite che si curano con una terapia estrogenica.
Perdita durante l’ovulazione, filante, come di muco che si estende tra le dita,
indice di fertilità, che dura 24-72 ore.
Perdita della gravida, per aumentata vascolarizzazione dei genitali
Peridita delle donne anziane, per carenza estrogenica
Perdita iatrogena per impiego di estro-progestinici o per sostanze introdotte in
vagina, come creme spermicide irritanti, o per l’impiego di assorbenti interni irritanti.
Cause delle perdite vaginali
La forma mucosa di perdita è legata ad iperattività delle ghiandole cervicali, oppure,
peggio ancora, dipende da lesioni eteroplastiche, per esempio polipi cervicali.
La forma da iperdesquamazione può dipendere da danneggiamenti dell’epitelio vaginale,
per congestione pelvica, in corso di coliti, per varicocele.
Le forme da infezioni dipendono da:
Vaginiti da trichomonas vaginalis, un tempo scomparse, ma oggi più frequenti, specie
per le abitudini sessuali e la promiscuità sessuale. E’ dovuta ad un protozoo, di
lunghezza tra 4-5 a 30-32 micron, provvisto di nucleo e di 4 flagelli, che si trova
nel 25% dei casi nelle secrezioni vaginali e si associa la sua presenza a cancro
della cervice, probabilmente perché si impianta sui tessuti patogeni. Il trichomonas
si sviluppa rapidamente e toglie glicogeno al bacillo buono di Doderlein. L’infezione
si caratterizza per perdite vaginali maleodoranti e schiumose, con innalzamento
del pH a 5,5, infezione che rende doloroso il rapporto sessuale; la mucosa si arrossa
intensamente ed assume l’aspetto “ a fragola”. La terapia si avvale di composti
del gruppo degli imidazoli, il metronidazolo, somministrati per bocca e sotto forma
di ovuli, per uso topico. Si possono impiegare anche soluzioni disinfettanti per
irrigazione vaginale. In genere le candelette vanno applicate una la sera per 10
sere.
SEMPRE E COMUNQUE OCCORRE RIVOLGERSI AL MEDICO ED ESCLUDERE GRAVIDANZE.
Vengono poi le vaginiti micotiche, quando la donna ha secrezioni comne “ricotta”,
cioè fuoriescono dalla vagina secrezioni biancastre e raggrumate, appunto le ife
micotiche, per esempio di candida albicans, e durante i rapporti sessuali, per la
presenza di glicogeno in vagina e di adeguata temperatura, specie d’estate ed impiegando
biancheria sintetica e stretta, è facile infettarsi con la candida species e reinfettarsi
dal partner, con i rapporti sessuali (!). quindi la cura della candidans albicans
diveta difficile per questa ragione e pare che la candida sia presente nel 30% delle
donne, talora però dopo il ciclo il disturbo scompare, probabilmente per un’azione
catartica del flusso mestruale. Il prurito ed il bruciore dell’infezione da candida
diventano insopportabili e lo stesso neonato, se l’infezione è avvenuta in gravidanza,
si può infettare a sua volta, durante il travaglio, meglio se la donna ha impiegato
antibiotici in gravidanza, ben sapendo che una cura di questo tipo facilita la proliferazione
delle muffe. Il trattamento, sempre sotto controllo del ginecologo, si avvale di
amfotericina B, di nitrofuratel, di nistatina ecc.
Vaginiti aspecifiche: si associano a perdite e possono essere determinate da stafilococchi,
streptococchi, colibacilli, Hemophilus vaginalis, ecc. una complicanza può essere
la suppurazione delle ghiandole del Bartolini, che si manifesta con dolore e tumefazione
attorno alle piccole labbra vaginali, con successiva fistolizzazione delle raccolte
purulente e gemizio di pus misto a sangue. Occhio a queste infezione poiché si possono
estendere alle vie genitali, alle salpingi e dare salpingiti, ovariti ed uretriti.
La cura è difficile e si avvale del tampone vaginale, cioè del prelievo delle secrezioni
in vagina con tamponcini ( amò di bastoncini per le orecchie!) e la coltura con
antibiogramma specifico.
Vaginite allergica: dovuta all’impiego di biancheria sintetica comprata nelle bancarelle,
non di cotone, non di lino, dall’impiego di detergenti scadenti, di profumi, di
sostanze medicamentose, di rapporti impiegando profilattici scadenti di qualità
pessima.
Vaginiti nelle signore anziane, talora che si accompagnano a tracce sierose o ematiche:
occhio alle sorprese spiacevoli rappresentate da lesioni tumorali dell’endometrio
e della cervice.
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