appunti del dott. Claudio Italiano
Un paziente qualsiasi ad una certa età e con determinati fattori di rischio, per esempio il fumo, la pressione, può andare incontro a cardiopatia ischemica, cioè ad un certo punto della sua vita può avere un infarto o un ictus, senza altre avvisaglie. Allora è opportuno che il medico abbia degli strumenti per individuare e calcolare questo rischio, strumenti che siano delle armi affilate, frutto di studi nel settore della prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Vediamo di che si tratta.
Supponiamo di avere un paziente, con determinati fattori di rischio, e che
vogliamo sapere che probabilità ha di ammalare di cuore:
sesso
età
diabete
abitudine al fumo (anche una sola sigaretta/die)
pressione arteriosa sistolica
colesterolemia totale elevata
HDL-colesterolemia basso
Esistono dei punteggi
che è possibile assegnare facendo riferimento a delle carte di rischio create apposta.
Facciamo un esempio di calcolo del rischio.
Per esempio il titolare di questo sito stressandosi per voi, ha una pressione di
150/80 mmHg in trattamento con sartano, un colesterolo che trattato con
statina+ezetimibe è di 190 mg/dl, un'età di 50 anni e non fuma,
Qual'è dunque il suo rischio cardiovascolare a 10 anni? Se guardiamo nella
tabella (cfr appresso nella immagine) non fumatori, relativa agli uomini di
50-59 anni, avremo all'intersezione tra la pressione di 150 mmHg per la
sistolica ed il colesterolo 190 mg/dl, avremo un quadrato di colore verde
intenso, che corrisponde al rischio tra il 5% ed il 10%. Ovviamente il titolare
di questo sito non è diabetico, altrimenti occorreva valutare le tabelle per il
paziente diabetico.
Nel paziente diabetico, infatti, le prescrizioni terapeutiche sono più strette ed il trattamento con - le statine, anzichè essere contemplato per un rischio del 20%, va intrapreso subito, portando il colesterolo LDL a regime di 100 mg/dl o di 70 mg/dl a seconda se il paziente ha solo il diabete oppure anche altri fattori di rischio o eventi cardiovascolari.
"The lower, the better", dicono gli autori anglosassoni.
La valutazione del rischio offerta dal punteggio è più precisa rispetto a quella
delle carte del rischio cardiovascolare. Il punteggio individuale infatti:
considera due fattori di rischio in più rispetto alla carta, HDL-colesterolemia
e terapia anti-ipertensiva, che rappresenta un fattore aggiuntivo alla pressione
arteriosa, in quanto il valore registrato non è naturale ma dovuto anche al
trattamento specifico, ed è un indicatore per la valutazione di ipertensione
arteriosa di vecchia data
le carte sono classi di rischio globale assoluto calcolate per categorie di
fattori di rischio e considerano intervalli di valori per colesterolemia e
pressione arteriosa; il punteggio individuale tiene conto di valori continui per
colesterolemia, HDL-colesterolemia, età e pressione arteriosa e offre una stima
puntuale del rischio cardiovascolare
il punteggio individuale può essere applicato a persone nella fascia di età
35-69 anni (la carta considera invece la fascia 49-69 anni).
Pertanto la valutazione del rischio attraverso i due strumenti può risultare un
po' diversa
Il calcolo del punteggio individuale:
-
deve essere effettuato dal medico
-
è valido se i fattori di rischio sono stati misurati seguendo la metodologia
standardizzata
-
è utilizzabile su donne e uomini di età compresa fra 35 e 69 anni che non hanno
avuto precedenti eventi cardiovascolari
-
non è utilizzabile nelle donne in gravidanza
-
non può essere applicato per valori estremi dei fattori di rischio: pressione
arteriosa sistolica superiore a 200 mmHg o inferiore a 90 mmHg, colesterolemia
totale superiore a 320 mg/dl o inferiore a 130 mg/dl, HDL-colesterolemia
inferiore a 20 mg/dl o superiore a 100 mg/dl.
Al fine della valutazione del rischio cardiovascolare, i valori degli esami
clinici di glicemia e colesterolemia sono utilizzabili se eseguiti da non più di
tre mesi.
Si consiglia di eseguire la valutazione del rischio cardiovascolare attraverso
il punteggio almeno:
-
ogni sei mesi per persone a elevato rischio cardiovascolare (rischio superiore o
uguale al 20%)
-
ogni anno per persone a rischio da tenere sotto controllo attraverso l'adozione
di uno stile di vita sano (rischio superiore o uguale al 3% e inferiore al 20%)
ogni 5 anni per persone a basso rischio cardiovascolare (rischio inferiore al
3%).
Per un appropriato utilizzo del test compila il questionario, avendo cura di
riportare i valori individuali così come indicato:
Inoltre eccovi i consigli per non incorrere in accidenti cardiovascolari (cfr anche Il colesterolo_ed i trigliceridi )
E' importante ricordare che il rischio un primo evento cardiovascolare maggiore aumenta con l'età ma è possibile mantenere un livello favorevole controllando i fattori di rischio modificabili con lo stile di vita. Per questo basta:
evitare il fumo. Sono dannosi
alla salute sia il fumo attivo sia quello passivo: già dopo 2-5 anni dall'aver smesso
di fumare il rischio di riduce in modo significativo.
avere una alimentazione sana e bilanciata, con un'ampia varietà di cibi di origine animale e vegetale. Va ridotto il consumo di grassi, specialmente quelli saturi di origine animale, e di cibi ad alto apporto calorico. Inoltre è importante aumentare il consumo di cibi ricchi di fibre, amidi, vitamine e minerali, come frutta, verdura, legumi e cereali. E' auspicabile aumentare il consumo di pesce e ridurre quello di carni rosse.
tenere sotto controllo il proprio peso (obesità). Infatti l'indice di massa corporea (pari al peso in Kg diviso il quadrato dell'altezza in metri) deve essere inferiore a 25 Kg/m. Per questo, accanto a un'alimentazione bilanciata, è importante svolgere una attività fisica regolare, adeguata alle condizioni dell'individuo e allo stato di salute;
svolgere regolarmente attività fisica. Per questo è sufficiente camminare tutti i giorni per circa 30 minuti e, se possibile, salire le scale a piedi.
cfr in tema di prevenzione del rischio cardiologico: