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Come palpare gli intestini

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  3. La palpazione dell'intestino

appunti del dott. Claudio Italiano

Che cosa palpare nell'addome?

Normalmente le anse dell'intestino tenne sfuggono alla palpazione, dando alla mano che palpa soltanto una sensazione di lieve resistenza elastica.

L'intestino crasso, invece, può rendersi apprezzabile fisiologicamente, per lo più a livello del cieco, del trasverso, del discendente e del sigma, in fossa iliaca sinistra, dove è specialmente apprezzabile sotto forma, di un cordone, duro-elastico, delle dimensioni di un piccolo salsicciotto, che sfugge a scatto sotto le dita ed è spesso molto dolente alla palpazione medio-profonda (segno della "corda colica", cfr sindrome del colon irritabile); tale reperto, che è dato dal colon contratto, è più facilmente rinvenibile nei soggetti vagotonici con stipsi spastica.

A livello del sigma, se questo contiene delle scibale tra loro isolate, il viscere assume un aspetto a rosario.

La palpazione dell'intestino

In condizioni patologiche un'ansa del tenue od una sezione del colon possono rendersi apprezzabili palpatoriamente per ispessimento della parete dell'intestino (cfr malattie infiammatorie intestinali o neoplasia del colon o masse addominali) o per uno spasmo segmentario, per lo più su base organica (ulcerazioni, stenosi instrinseca o da briglie cicatriziali ecc.).

Inoltre, una massa addominale può costituirsi repentinamente per:

— invaginazione: un ansa intestinale scorre e si introduce in un tratto successivo e si apprezza come tumefazione, che sembra un salsicciotto, di consistenza duro-elastica, si ingrandisce  ed indurisce durante i parossismi dolorosi.; per lo più localizzata nella fossa iliaca sinistra o destra, che si accompagna a vomito, presenza di muco e sangue nelle feci; ricordiamoci che il vomito è sempre tardivo ed è fecaloide.

— volvolo: ad esempio, in caso di sigma mobile una massa dolente sarà localizzata alla fossa iliaca sinistra, esso consiste in un ripiegamento su se stesso dell'ansa che, per così dire, si torce su se stessa.

Si tratta ovviamente di emergenze chirurgiche (cfr addome acuto chirurgico). Infatti entrambe le condizioni si accompagnano alla sintomatologia dell'ileo meccanico.

Nel caso di addome acuto chirurgico si può apprezzare il segno di Blumberg, cioè rilasciando la mano che visita a piatto l'addome, si evoca dolore intenso per peritonite.

Le masse neoplastiche dell'intestino non raggiungono in genere dimensioni cospicue, in quanto precocemente si rendono responsabili di fenomeni sub- occlusivi od occlusivi: dolori violenti, accessionali e intermittenti, con borborigmi, alvo quasi chiuso (sub occlusione) o chiuso (occlusione) a feci e gas, meteorismo.

Nelle occlusioni dell'ultimo tratto del tenue e del cieco il meteorismo è in sede centrale, in quelle del sigma il meteorismo è laterale a cornice, per dilatazio ne del colon.

Soprattutto i tumori del tenue sono dotati di grande spostabilità passiva.

La sede più frequente della neoplasia del colon è il sigma, poi il trasverso, il cieco, il discendente. I tumori del cieco vanno differenziati dal tubercoloma, nel quale il viscere per lo più conser va la sua forma e la tumefazione non appare ben circoscritta, ma si continua nelle parti circostanti.

I tumori del sigma vanno differenziati dalla sigmoidite e perisigmoidite cronica (cfr malattie infiammatorie intestinali) a carattere iperplastico, da diverticolite; il reperto palpatorio di tumefazione dolorosa e la mal delimitabilità depone più per la diverticolite che per il tumore. La diverticolite è accompagnata da dolore, stipsi o diarrea muco-sanguinolenta, subocclusione od occlusione, febbricola, dimagrimento e VES aumentata; la differenziazione con processi d'altra natura va fatta con l'esame radiologico e soprattutto con la colonscopia e completata dallo studio bioptico.

Allorché si reperta una tumefazione palpabile del colon, occorre prendere in considerazione la possibilità che si tratti di un tumore fecale (fecaloma): massa fecale, che può raggiungere volume considerevole, indolente, a superficie liscia o bernoccoluta, di consistenza varia, dura, elastica o pastosa, cioè plasmabile con le dita (in quest'ultima evenienza è più agevole riconoscerne la natura); essa, ristagnando nel colon, si disidrata e aumenta via via di consistenza.

Il fecaloma si apprezza per lo più a livello della porzione distale del colon o della flessura destra del colon, con scarsa possibilità di eliminazione spontanea; abitual mente si tratta di pazienti affetti da stipsi cronica ed il reperto scompare dopo somministrazione di un purgante o dopo enteroclisma.

Con il termine di tumori fantasmi si intendono tutte le tumefazioni endoaddominali che scompaiono e non sono più evidenziabili in successivi esami: per fecalomi o per spasmi circoscritti.

> continua  palpazione delle porte erniarie

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