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Otite media catarrale acuta trasudativa: forme

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L'orecchio medio e le sue infiammazioni

Otiti medie

I processi infiammatori acuti dell'orecchio medio possono essere:

a) di tipo catarrali
b) di tipo purulento

Forme catarrali

I processi catarrali hanno origine tubarica e si sogliono differenziare in due forme: una forma meccanica (trasudativa, sierosa, emorragica}, legata essenzialmente alla ostruzione della tuba di EUSTACHIO, ed una forma infiammatoria (essudativa) sostenuta da un processo infiammatorio tubarico (salpingite o tubo-timpanite), che agisce sia trasmettendosi in forma attenuata all'orecchio medio, sia provocando l'ostruzione tubarica per congestione ed edema della mucosa.

Otite media catarrale acuta trasudativa

L'otite media catarrale acuta trasudativa è spesso legata, soprattutto nel bambino, a processi di ipertrofia adenoidea di tipo non infiammatorio, in grado di ostruire l'ostio tubarico, mentre nell'adulto essa è quasi sempre secondaria a brusche variazioni della pressione atmosferica quali si verificano soprattutto negli aviatori, negli addetti alla lavorazione in cassoni ad aria compressa, nei palombari ed in coloro che praticano la pesca subacquea. Si parla in questo caso di otite barotraumatica.

La tuba, in virtù dell'epitelio cilindrico vibratile che ne riveste la mucosa, drena eventuali secrezioni presenti nel cavo del timpano e con l'accollamento delle sue pareti impedisce la progressione verso la cavità timpanica del secreto nasale e rinofaringeo. La mucosa del cavo del timpano assorbe l'ossigeno dell'aria ivi contenuta e, sia pur più lentamente, anche l'azoto: ne può derivare una riduzione della pressione endotimpanica tale da ostacolare, per aspirazione della membrana timpanica, la trasmissione dell'energia meccanica vibratoria.

La periodica apertura della tuba durante la deglutizione (i movimenti di deglutizione si producono spontaneamente in media una volta al minuto nello stato di veglia ed una volta ogni cinque minuti nello stato di sonno) e lo sbadiglio, consentono la penetrazione di aria nel cavo del timpano ed il ripristinarsi dell'equilibrio pressorio sulle due facce della membrana timpanica, premessa indispensabile al suo funzionamento ottimale.

Nel movimento ascensionale (in aereo, ad esempio) la pressione atmosferica diminuisce e quindi l'aria contenuta nel cavo del timpano subisce un incremento pressorio relativo; quando la differenza di pressione raggiunge i 15 mm di Hg la tuba si apre spontaneamente: questo meccanismo concorre, con le eventuali deglutizioni, a ristabilire, l'equilibrio pressorio sulle due facce della membrana del timpano. Durante la discesa, la pressione atmosferica aumenta e la pressione endotimpanica subisce un decremento relativo: l'equilibrio pressorio, soprattutto in caso di discesa rapida, può ristabilirsi solo a mezzo di continui atti di deglutizione. Quando però l'aumento della pressione atmosferica è troppo rapido, la contrazione dei muscoli che si inseriscono sulla sua porzione cartilaginea non è più in grado di provocarne l'apertura. L'aumento assoluto della pressione atmosferica ed il decremento relativo di quella endotimpanica, ulteriormente aggravato dal riassorbimento dell'aria contenuta nel cavo del timpano, provoca una dilatazione ex vacuo dei capillari sanguigni e linfatici: ne consegue la formazione di un trasudalo, che in rapporto alla sua quantità, potrà anche occupare la cavità stessa.

La membrana timpanica di solito si lacera quando lo squilibrio pressorio sulle due facce supera i 100 mg Hg (TERRACOL e Coll.). Con analogo meccanismo si instaurano le manifestazioni barotraumatiche auricolari nei palombari, negli addetti alla lavorazione in cassoni ad aria compressa e nei pescatori subacquei.

In ogni circostanza esse saranno favorite da ogni processo infiammatorio anche di scarsa entità o addirittura latente ed ignorato, che abbia colpito la tuba e che ostacoli quindi l'instaurarsi di un compenso pressorio.
otite media catarrale acuta trasudativa 2

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