L'orecchio medio:sistema degli ossicini, organo del Corti

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Sistema degli ossicini e timpano.

L'apparato di trasmissione della cassa è sottoposto a sollecitazioni connesse alla contrazione di due muscoli. Il muscolo tensore del timpano, contenuto nella sezione superiore del canale muscolo-tubarico, si continua con un tendine che attraversa il cavo del timpano e si inserisce alla radice del manico del martello. Questo muscolo, che deriva dal I arco branchiale, è innervato da un piccolo ramo che proviene dal ramo posteriore del nervo mandibolare del trigemino] la sua contrazione sposta medialmente il manico del martello e modifica la forma della membrana timpanica, aumentando la profondità del cono da essa formato. L'incudine, connessa al martello, si piega lateralmente ed in basso sollevando l'apofisi lunga che provoca l'affondamento della platina della staffa nella finestra ovale. Il muscolo stapedio è contenuto in una piccola sporgenza ossea detta eminenza piramidale. Il suo tendine fuoriesce da questa eminenza, si "riflette sul suo apice e si inserisce sul  collo della staffa, procedendo con direzione ortogonale ad esso. Il muscolo stapedio, che deriva dal II arco branchiale ed è quindi innervato dal faciale, con la sua contrazione, diminuisce il grado di affondamento della staffa nella finestra ovale. Questa azione sembra esplicarsi quasi esclusivamente sull'articolazione incudo-stapediale, senza coinvolgere quindi la posizione degli altri due ossicini e senza implicare di conseguenza modificazioni di forma della membrana timpanica di tipo opposto a quella determinata dal¬la contrazione del muscolo tensore del timpano. La contrazione riflessa del muscolo stapedio, che si attua a partire da stimoli la cui intensità sia di 75-90 dB superiore al livello di soglia, ha lo scopo dì proteggere le delicate strutture del l'orecchio interno da stimolazioni acustiche troppo intense. Questo effetto protettivo aumenta con l'aumentare dell'intensità dello stimolo acustico ed è effettivo soprattutto per le basse frequenze. Negli animali in cui questo muscolo sia stato sperimentalmente posto in condizione di non poter esplicare la sua azione, il danno uditivo da trauma acustico cronico assume gravità maggiore di quella osservabile negli animali di controllo. Identica osservazione può farsi per i soggetti nei quali durante un intervento chirurgico per la cura dell'otospongiosi sia stato sezionato il tendine dello stapedio. Inoltre i soggetti con paralisi dei muscoli innervati dal facciale si lamentano frequentemente di una iperacusia dolorosa. Meno conosciuta è l'azione protettiva esplicata dal muscolo tensore del timpano. Il riflesso dello stapedio ha una latenza di 10 msec, quello del tensore del timpano di 17 msec. La contrazione massima si verifica rispettivamente dopo 63 e 132 msec: l'effetto protettivo quindi non si esplica per stimoli acustici improvvisi di forte intensità, mentre l'entità "della contrazione tende a ridursi per un fenomeno di adattamento di fronte a stimoli acustici prolungati, soprattutto se di intensità costante. La contrazione di questi muscoli riduce inoltre l'effetto di mascheramento che le frequenze gravi esplicano sulle frequenze medie ed acute, facilitando cosi la comprensione soprattutto delle frequenze medie, nelle quali è compreso in massima parte lo spettro della voce umana. Le caratteristiche funzionali della catena ossiculare si integrano strettamente con il meccanismo d'azione del muscolo tensore del timpano e del muscolo stapedio. Questi muscoli singolarmente considerati, sembrano esercitare un'azione antagonista: la loro contrazione contemporanea produce invece un irrigidimento della catena  che si traduce in un effetto globale di protezione dei liquidi labirintici da impulsi troppo violenti.

Orecchio medio, ossicini, canali semicircolari, recesso dell'epitimopano e dell'ipotimpano sottostante.In rapporto a determinate esigenze, strettamente collegate a richieste funzionali uditive che in via riflessa dal complesso olivare superiore si riverberano sui due muscoli attraverso le loro fibre motrici, può prevalere, in alcuni casi, l'azione di uno dei due muscoli. II muscolo tensore del timpano, modificando la forma della membrana timpanica, faciliterebbe la trasmissione dei suoni acuti, mentre la contrazione dello stapedio avrebbe analogo effetto sulla trasmissione dei suoni gravi.

Organo del Corti

I suoni possono giungere all'organo di CORTI che costituisce l'apparato di trasduzione dell'energia meccanica vibratoria in energia nervosa, sia per via aerea, sia attraverso le strutture ossee che circondano e proteggono l'orecchio interno ed. indipendentemente dalla via seguita, essi pongono in vibrazione i liquidi endolabirintici. Questa vibrazione scatenerà i vari processi biofisici e biochimici, che, a livello delle cellule ciliate dell'organo di CORTI, trasformeranno l'energia meccanica vibratoria in energia nervosa. La vibrazione dei liquidi endolabirintici per i suoni trasmessi per via ossea, potrebbe verificarsi per tre meccanismi:
a) per inerzia: quando il capo è posto in vibrazione, l’inerzia della catena ossiculare fa sì che la platina della staffa oscilli in ritardo rispetto al cranio provocando quindi un movimento di compressione e di decompressione della perilinfa;
b) per compressione: quando il cranio è posto in vibrazione la capsula ossea che racchiude i liquidi e le strutture dell'orecchio interno è al-ternativamente sottoposta a fenomeni di compressione e di decompressione da parte delle ossa circostanti, fenomeni che si trasmettono ai liquidi dell'orecchio interno. Poiché la membrana che chiude la finestra rotonda, è più elastica della platina della staffa, questi fenomeni di compressione e di decompressione sarebbero più ampi a livello della finestra rotonda: ciò produrrebbe un movimento della perilinfa da cui deriverebbe la vibrazione della membrana (membrana basilare) sulla quale è situato l'organo di CORTI;

c) per trasmissione mandibolare: le vibrazioni del cranio verrebbero trasmesse al condilo della mandibola che a sua volta porrebbe in vibrazione la parte cartilaginea del meato acustico esterno e l'aria in esso contenuta che a sua volta farebbe vibrare il sistema timpano-ossiculare.
La trasmissione dei suoni di bassa frequenza avverrebbe per inerzia, mentre quella dei suoni ad alta frequenza avverrebbe per compressione. L'organo di CORTI può pertanto essere raggiunto anche da energia meccanica vibratoria trasmessa dalle strutture ossee che io circondano. La catena ossiculare rappresenta certamente la via più importante e funzionalmente più si-gnificativa per condurre ai recettori cocleari lo stimolo adeguato; ma i fatti sopra ricordati spiegano perché la distruzione della catena ossiculare comporta soltanto una diminuzione e non la perdita della capacità uditiva. Il meccanismo funzionale della catena ossiculare deve essere valutato nel suo insieme e non come la risultante dell'azione delle singole parti che la compongono. Le vibrazioni della membrana timpanica si traducono in movimenti della staffa aventi analoga direzione: quando la membrana è spinta verso la cassa timpanica, la staffa affonda nella finestra ovale. L'opposto si verifica quando la membrana timpanica viene spostata verso il meato acustico esterno. Il rapporto fra superfìcie della platina della staffa e superficie della membrana timpanica è in media di 1:21 Poiché la membrana timpanica è fissata perifericamente all'anulus timpanico, la superfìcie vibrante costituisce soltanto il 70% circa della superficie anatomica ed il rapporto sopra indicato si riduce pertanto ad 1:14. Quando la catena ossiculare oscilla sull'asse di rotazione, la platina della staffa si muove attorno ad un asse che passa per i dia poli: la metà superiore della staffa viene spinta verso il vestibolo, ma la metà inferiore viene spostata, verso il cave del timpano. In queste condizioni lo spostamento della perilinfa è minimo e pertanto questa modalità di oscillazione è utilizzata per la trasmissione dei suoni di grande intensità, in quanto esso non è in grado di determinare ampi squilibri pressori nella perilinfa. Quando la catena oscilla sull'asse di rotazione l'incremento dovuto al sistema di leva di 2° genere, costituito dal martello e dall'incudine, è di 1.31. per cui moltiplicando questo incremento con l'incremento determinato dalla riduzione della superficie vibrante (membrana timpanica -platina della staffa), si ottiene un incremento pressorio di 18.3 volte. Quando invece la catena oscilla sull’asse di gravità, la platina della staffa, data la minor lunghezza dei fasci fibrosi che formano la parte posteriore del ligamento anulare, compie un ampio movimento obliquo a sportello con perno nella sua parte posteriore. In queste condizioni si ha uno spostamento della perilinfa superiore a quello che si verifica quando la catena oscilla sull'asse di rotazione. Questa modalità di oscillazione è utilizzata per la trasmissione di elioni di lieve intensità. Secondo FUMAGALLI quando la catena oscilla sull'asse di gravità l'incremento pressorio massimo a livello della platina della staffa sarebbe di 210 volte, dato che in queste condizioni l'incremento dovuto al sistema di leva di 2° genere, costituito appunto dall'incudine e dal martello, sarebbe notevolmente superiore a quello che si verifica quando la catena oscilla sull'asse di rotazione. Lo stimolo acustico per raggiungere l'apparato che lo trasformerà in energia nervosa, deve passare attraverso un ultimo settore dell'apparato di trasmissione, costituito dai liquidi labirintici e da alcune strutture membranose immerse in essi. Nel labirinto osseo si riconosce una cavità centrale o vestibolo che contiene l'utricolo, il sacculo e la parte iniziale del condotto cocleare (cieco vestibolare); da questa cavità si dipartono posteriormente i tre canali semicircolari ed anteriormente il canale spirale della chiocciola. Il labirinto osseo comunica lateralmente con la cassa timpanica a mezzo della finestra ovale, che contiene la platina ed il legamento anulare della staffa, e per mezzo della finestra rotonda, chiusa dalla membrana secondaria del timpano o membrana di SCARPA. Nell'osso macerato il vestibolo comunica con l'endocranio, in corrispondenza della faccia posteriore della rocca petrosa, a mezzo di un sottile canale osseo (acquedotto del vestibolo) che dà passaggio al condotto endolinfatico. Il labirinto membranoso è più piccolo delle cavità ossee che lo contengono: lo spazio interposto è detto spazio perilinfatico e contiene la perilinfa. Le strutture membranose immerse nella perilinfa hanno forma tubulare o vescicolare e racchiudono un liquido, detto endolinfa, che le distende condizionandone quindi la forma generale. Il condotto cocleare, contenente endolinfa, dopo aver ricevuto il canale di HENSEN, che l'unisce al sacculo, si impegna in un canale osseo avvolto a spira (chiocciola ossea) e ne percorre i . tre giri, che prendono rispettivamente il nome di giro basale, giro intermedio e giro apicale. È lungo circa 36 mm e termina in prossimità dell'apice della chiocciola con un'estremità a fondo cieco, detto cieco cupolare. Il condotto cocleare ha forma triangolare, è più piccolo del canale osseo della chiocciola e la sua faccia esterna, costituita in gran parte dalla stria vascolare, è addossata alla parete esterna della chiocciola ossea. Delle altre due facce del condotto cocleare, l'una, detta parete timpanica, costituita in massima parte dalla membrana basilare, congiunge la parete laterale della chiocciola ossea con la lamina spirale ossea, che costituisce in un certo senso un'espansione laterale dell'asse della chiocciola o modiolo, mentre la terza parete o parete vestibolare, costituita dalla membrana di REISSNER, è tesa trasversalmente fra la parete laterale della chiocciola ossea ed il lembo spirale. Il canale cocleare, unendosi alla lamina spirale ossea, suddivide la chiocciola ossea in due settori rispettivamente definiti scala vestibolare e scala timpanica. Essi comunicano fra di loro in corrispondenza dell'apice della chiocciola per mezzo dell'elicotrema e la perilinfa in essi contenuta può passare a questo livello da un settore all'altro. La pressione esercitata dalla staffa si trasmette alla perilinfa della scala vestibolare, raggiunge l'elicotrema e ridiscende lungo la scala timpanica provocando l'estroflessione della membrana che chiude la finestra rotonda.

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