Al tempo attuale, per far fronte ai numerosissimi impegni ed obblighi quotidiani
- lavorativi/scolastici e sentimentali - l'uomo vive costantemente in modo frenetico:
è palese, dunque, che l'essere umano sia continuamente accompagnato da stress e
tensioni le quali - quando degenerano e lo opprimono eccessivamente - sfociano in
una sindrome ansiosa a tutti gli effetti.
L'ansia "attuale" è nient'altro che il
riflesso di una crisi profonda tipica della civiltà odierna: una sorta di legge
della sopravvivenza, in cui solo i più forti riescono a rimanere a galla, e gli
altri, più deboli e fragili, cadono a picco nella sindrome ansiosa più cupa, spesse
volte preludio di vera e propria depressione o psicosi.
Il disturbo d'ansia generalizzata non insorge necessariamente in risposta a stimoli esterni, anche se eventi stressanti o un ambiente complessivamente sfavorevole possono slatentizzarne o aggravarne le manifestazioni.
Proprio come la depressione, l'origine del disturbo d'ansia è legata all'alterato funzionamento di alcuni circuiti cerebrali, non ancora del tutto noti, ma che almeno in parte coinvolgono il sistema della serotonina e della noradrenalina.
Il disturbo d'ansia può manifestarsi in un qualunque momento della vita, spesso in corrispondenza di periodi di transizione particolarmente critici o quando ci si trova di fronte a scelte difficili.
A soffrirne sono soprattutto le donne (colpite con una frequenza doppia rispetto agli uomini), i bambini e gli anziani (specie se affetti da malattie croniche).
La nevrosi d'ansia si caratterizza per:
a) crisi acuta d'ansia;
b) nevrotizzazione secondaria;
c) personalità di base: iperemotiva-apprensiva.
a) La crisi acuta di ansia insorge improvvisamente senza chiari rapporti con eventi esterni e ha tendenza a ripetersi. L'aspetto del soggetto è quello di un individuo
in preda ad intensa paura, panico o terrore per una minaccia mortale: è pallido con tremori, può essere agitato, ma in genere è immobile, volgendo attorno lo sguardo
terrorizzato e invocando aiuto, sudato, tachicardico. La crisi non è di lunga durata.
Non rara, verso il termine o subito dopo la crisi, una scarica poliurica o diarrea.
b) L'esperienza di una crisi unica o, come più spesso accade, il ripetersi di essa provocano l'instaurarsi di una apprensività stabile con i caratteri dell'allarme (vedi) e spesso alla strutturazione di comportamento di evitamento di luoghi e situazioni nei quali la crisi si è manifestata (fobie ansiose).
La evoluzione successiva dipende da:
1) presa di posizione del soggetto nei confronti del suo disturbo;
2) personalità di base.
Potremo così avere due sviluppi:
- se il soggetto focalizza la sua preoccupazione ansiosa sulla componente somatica della crisi ansiosa (specialmente cardiovascolare), si ha una evoluzione di tipo nevrastenico-ipocondriaco;
- se prendono il sopravvento i comportamenti di evitamento suddetti, si ha una evoluzione di tipo ansioso-fobico.
c) Personalità di base.
Dall'anamnesi di tali soggetti si rileva una costante tendenza a reazione emotive sproporzionate, come intensità, in situazioni genericamente "impegnative" e una caratteristica apprensività del futuro a tinta pessimistica.
-Essere donne.
-Aver vissuto esperienze traumatiche o aver assistito a eventi drammatici durante l'infanzia.
-Soffrire di malattie croniche (in particolare, cardiache, respiratorie, digestive e metaboliche) o l'aver sperimentato una patologia grave (per esempio, un tumore).
-Essere stati esposti a una fonte di stress acuto intenso o a stress più modesti, ma ripetuti nel tempo.
-Avere un profilo psicologico caratterizzato da una scarsa capacità di adattamento agli stimoli esterni e da una spontanea tendenza al nervosismo e alla preoccupazione.
-Predisposizione su base genetica.
-Assunzione di sostanze (alcol, droghe, farmaci, caffeina, nicotina, estratti fitoterapici ecc.) che tendono a peggiorare la risposta allo stress e ad aumentare la tendenza all'ansia.
- con sindromi organiche acute che si accompagnano a stato d'ansia: angina pectoris, ipertiroidismo, ipoglicemia, asma cardiaco;
- con intossicazioni acute (ad es. da amfetaminici) con sintomi carenziali acuti in tossicomani;
- con schizofrenia (può inizi e con una crisi acuta d'ansia);
- durante il decorso di una depress, endogena (possono manifestare crisi acute d'ansia);
- con la crisi parossistica isterica.