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Infezioni urinarie: trattamento con Cranberry (mirtillo rosso)

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  12. Le infezioni delle urine, parte I
  13. Le infezioni delle urine, parte II

Per approfondire il tema:
Glomerulopatie,nefriti
Le infezioni delle urine, parte I
Le infezioni delle urine, parte II
Il sangue nelle urine
Problemi di minzione? La prostata ingrossata

Siete amanti della natura?

Stanchi delle solite terapia con chinolonici nelle infezioni delle vie urinarie?

Che significa?

Significa che non volete assumere disinfettanti per le vie urinarie e/o antibiotici vari, levofloxacina, ciprofloxacina, trimetoprim, ecc. ecc. ? Allora è il momento di provare il cranberry, cioè il mirtillo, una bacca conosciuta fino dai tempi remoti, ( Vaccinium macrocarpon ) un piccolo arbusto di origine nord-americana, molto simile al mirtillo dal punto di vista botanico, che produce dei frutti rossi dal sapore  per le sue proprietà curative, impiegato però anche in cucina, nelle colonie americane, nel 1621, quando i pellegrini lo servivano con il tacchino e le aragoste. Il nome comune Cranberry prende il nome proprio dal nome coloniale Crane Berry, poi contratto. "Crane" significa "Gru", "Berry" significa "Bacca", cioè bacca di cui sono ghiotte le gru.

E gli indiani utilizzano le bacche di mirtilli per curare le ferite e nei casi di avvelenamento o anche per dolcificare le carni o per essiccare bene il pesce e la carne, senza che andasse in putrefazione.

La tribù Penobscot del Maine utilizzava il Cranberry per trattare i calcoli renali ed altri problemi urinari. Nell'Europa orientale veniva impiegato come antipiretico ed anticancerogeno. Ed essendo ricco di vitamina C, i marinai lo caricavano sulle navi per la prevenzione dello scorbuto.

 Ma il suo impiego più classico è quello di usarlo per le infezioni delle vie urinarie, prima dell'introduzione degli antibiotici e continua ad essere usato ampiamente a questo scopo come auto-trattamento. Ora si è visto che i soggetti che hanno avuto un'infezione delle vie urinarie (cfr Le infezioni delle urine, parte I Le infezioni delle urine, parte II La prostata ingrossata) vi è un rischio di infezione del 10-30%, poiché i batteri possono aderire alla superficie interna delle pareti delle vie urinarie e determionare infezione, tramite molecole dette adesine che li fanno attecchire e penetrare.

Chi vi scrive ha potuto sperimentare su un paziente di rianimazione, con infezioni ricorrenti urinarie, da acinetobacter, che con questi preparati a base di mirtillo, ha superato la patologia urinaria.
Tali infezioni possono:
Recidivare, cioè tornare, essendo causate sempre dalo stesso germe;
Ricorrere, cioè ripetersi, essendo determinate da microrganismi differenti;
Superinfettarsi, cioè compare una infezione causata da una nuova specie batterica in corso di terapia.

Allora che fare?

Attualmente le strade terapeutico-preventive da intraprendere prevedono la somministrazione di antibiotici (antibioticoprofilassi), ma l'antibioticoprofilassi talora non è utile, specie per la profilassi antibatterica perché seleziona delle specie batteriche e nel combatte altre. In parole povere, l'antibiotico che colpisce una specie batterica, ne favorisce un'altra e noi ci troviamo in un epoca strana, in cui le cure antibiotiche non possono essere più improvvisate. Vedi questo schema e confronti le nostre pagini sulle infezioni delle vie urinarie
Le infezioni delle urine, parte I
Le infezioni delle urine, parte II

Cistite acuta trattamento

ANTIBIOTICO DOSAGGIO DURATA

Cefpodoxima 100 mg 3 giorni
Ciprofloxacina 250 x due 3 gg
Fosfomicina trometamolo 3000 mg SD 1 gg
Levofloxacina 250 x due 3 gg
Nitrofurantoina 50-100 mg x tre 5-7 gg
Norfloxacina 400 mg x due 3 gg
Ofloxacina 200mg x due 3 gg
Pivmecillina 200 mg x due 7 gg
Trimethoprim 200 mg x due 5-7 gg
TMP+SMX (bactrim) 160/800 x due 3 gg
 

CURA PIELONEFRITE ACUTA

ANTIBIOTICO DOSAGGIO DURATA
Ciprofloxacina 500 mg x due 7 giorni
Cefpodoxima 1000 mg x due 10 gg
Gatifloxacina 400 mg 10 gg
Levofloxacina 250 mg 10 gg
Lomefloxacina 400 mg 10 gg
TMP+SMX (bactrim) 160/800 x due 3 gg

CURA INFEZIONI CRONICHE O RICORRENTI

ANTIBIOTICO DOSAGGIO DURATA
Nitrofurantoina 50 mg/die
Trimetoprim sulfametossazolo

40/200 mg/die x tre volte la settimana
Fosfomicina 3g /10 g

INFEZIONI PIU' RESISTENTI
Ciprofloxacina 125 mg al giorno
Norfloxacina 200-400 mg/die
Pefloxacina 800 mg/settimana

IN CORSO DI GRAVIDANZA

CEFALEXINA

SOTTO CONTROLLO MEDICO! 125 mg/die
CEFACLOR  250 mg/die

L'impiego del succo di mirtillo, o Cranberry, rientra tra queste potenziali soluzioni, cioè in una medicina alternativa che possa affiancare o, le procedure tradizionali. In letteratura, infatti, emergono dati incoraggianti sull'uso del cranberry (Vaccinum macrocarpon, mirtillo rosso) nella prevenzione delle infezioni delle vie urinarie.

Infezioni delle urine e cranberry.

Nel 1997 il Cranberry è stato uno dei dieci rimedi a base di erboristeria più venduti negli Stati Uniti. Per quanto riguarda le infezioni urinarie, il suo meccanismo d'azione è legato alla presenza di sostanze chiamate proantocianidine, polifenoli stabili contenuti nel Cranberry, che inibiscono selettivamente le adesine prodotte dai batteri, evitando che i "germi cattivi" si attacchino alla mucosa urinaria. Le proantocianidine sono ampiamente distribuite in natura ed alcune possiedono capacità antivirale, antibatterica, antiadesiva ed antiossidante. La letteratura recente offre lavori con risultati promettenti sull'utilizzo del cranberry nella prevenzione delle IVU; nonostante la difficoltà di una valutazione comparativa fra i diversi studi, riconducibile all'eterogenicità della popolazione, all'utilizzo di preparati diversi contenenti mirtillo (succo concentrato, succo, cocktail, capsule...) a dosaggi differenti, i dati appaiono comunque incoraggianti. Sono comunque auspicabili ulteriori studi per confermare l'efficacia e la tollerabilità sia nell'adulto, ma soprattutto nell'età pediatrica.

Sesso ed infezioni urinarie

Nelle donne, le infezioni urinarie sono molto frequenti. Secondo le stime, circa un terzo delle donne ha avuto almeno un'infezione urinaria nel corso della vita ( nella maggior parte dei casi si tratta di cistite ) ed il 20% di queste ha manifestato anche un secondo episodio. Sono diverse le cause di recidiva; nelle donne giovani, il fattore determinante è di solito riconducibile all'attività sessuale.

Per la cura delle infezioni urinarie recidivanti, vengono molto reclamizzati gli integratori alimentari a base di cranberry acidulo e aspro.

Le bacche del cranberry contengono flavonoidi, antocianosidi, oligomeri proantocianidolici, acido benzoico e altri acidi organici che hanno proprietà antibatteriche.

Studi hanno infatti dimostrato che queste sostanze hanno la capacità di rendere antiadesiva la superficie delle mucose, e pertanto di inibire l'adesione cellulare dei vari batteri patogeni responsabili delle infezioni urinarie, fra cui l'Escherichia coli.
 

Studi in merito all'impiego del mirtillo

Esistono almeno due studi significativi, condotte su donne, con normale attività sessuale, che sono soggette di norma ad infezioni batteriche urinarie da escherichia coli, che risale dalle vie genitourinarie, a partire dalla regione anale, stante le ridotte capacità di difesa della donna in questo senso.
- Studio non in cieco realizzato in Finlandia su una popolazione di 150 donne giovani che avevano già presentato almeno un episodio d'infezione urinaria da Escherichia coli. Le pazienti dovevano prendere 50 ml al giorno di succo di cranberry o di lingonberry ( un altro tipico frutto di bosco dalle bacche rosse ) per 6 mesi, o 100 ml di una sospensione orale a base di Lactobacillus per 5 giorni alla settimana nel corso di un anno, o nessun trattamento preventivo.
- Studio, condotto in Canada su 150 donne dai 21 ai 72 anni con una normale attività sessuale e che avevano manifestato almeno due episodi di cistite acuta, ha confrontato, nel corso di un anno, in doppio cieco, il cranberry in compresse ( 2 volte al giorno, dosaggio non precisato ) + succo di frutta placebo ( 3 volte al giorno ), versus succo di cranberry + compresse placebo, versus doppio placebo.
- Studio di Gupta K et Al, circa l'inibizione dell'adesività ridotta dell'e.coli in pazienti trattati con mirtillo.

I risultati dei due studi hanno dimostrato mostrato che l'incidenza di infezioni urinarie a 12 mesi è stata significativamente inferiore nei gruppi in trattamento con cranberry rispetto ai gruppi di controllo. Nei gruppi trattati, c'è stata almeno un'infezione urinaria nel 21% delle donne versus il 37% dei gruppi di controllo.L'unico effetto collaterale, per altro importante, da segnalare, è l'interazione con i farmaci per la terapia con anticoagulanti orali (cfr tao) , in particolare si parla di interazioni tra cranberry e Warfarin ( Coumadin ), un'antivitamina K. Di cui otto casi quasi fatali con un aumento nel Rapporto Internazionale Normalizzato ( INR ) e/o episodi di sanguinamento, in tre casi l'INR è risultato instabile, e in un solo caso l'INR è diminuito. Nel caso fatale, l'INR del paziente, in precedenza stabile, è aumentato ( INR > 50 ) dopo 6 settimane di consumo del succo. Il paziente è deceduto per emorragia pericardica e gastrointestinale, effetto collaterale relazionabile ad una interazione tra succo di cranberry e Warfarin: il warfarin viene solitamente metabolizzato dal citocromo P450 ( CYP2C9 ) e il succo di cranberry contiene flavonoidi, che inibiscono gli enzimi CYP.

Conclusioni

I risultati della valutazione sul succo di cranberry sono concordanti: gli studi mostrano che nelle donne giovani, il consumo quotidiano, in compresse o in forma di liquidi, previene in parte le recidive di cistite acuta, in particolare quelle dovute a Escherichia coli.

La posologia quotidiana ottimale è incerta: 7,5 g di concentrato disciolto in 50 ml di acqua, o 750 ml di succo di frutta, o 2 compresse di concentrato del frutto. (esistono prodotti molto efficaci come il rubis della cristal, dove il principio attivo è dosato in PACs). La terapia di profilassi prevede l'impiego di 2 compresse x cicli di sette giorni al mese, o, in attacco, di 1 c x due/die per sette giorni di cura. E' sconsigliato l'uso nei pazienti in terapia anticoagulante orale.

 

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