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Ustioni da medusa

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A Milazzo, costa Nord orientale della Sicilia, di fronte le isole Eolie, alla Riserva Marina del Capo,  dove c'è il mare più bello del mondo, ne vediamo pochissime o per niente, talora nella battigia, ma altrove, in altri luoghi, nel mare d'estate, un bagno può significare un improvviso dolore lancinante, come un colpo di frusta, che viene percepito come una scossa elettrica o una fiammata. Subito si esce dal mare ustionati per aver incappato in questi animali marini planctonici che con i loro tentacoli si insinuano tra le onde e ti acchiappano come se avessero dei fili invisibili.  Ma non tutte sono specie urticanti.

Noctiluca pelagia, sembra una grossa cipolla che naviga,
di colore rosato sul marrone, la potete osservare
facilmente anche nei nostri mari

La specie più fastidiosa è la Pelagia noctiluca, appena dieci centimetri di gelatina punteggiata di porpora, che sembra, vista in acqua, una cipolla, ma invece di far piangere gli occhi per l'acre odore, ci fa piangere per il forte bruciore che provocano i suoi tentacoli, sottili come capelli. Questi, come fili invisibili, si impigliano e si invischiano con l'ignaro bagnino e attirano a sé il corpo della stessa.

I loro tentacoli ospitano delle particolari cellule, dette cnidociti, che funzionano una volta sola, per cui devono essere rigenerate spesso ed hanno funzioni difensive,  ma secernono un veleno che paralizza la preda. Infatti le cellule hanno dei sensori, come dei filamenti, il  cnidociglio, ed estroflettono dei filamenti urticanti detti cnidae, collegati agli organuli cnidoblasti che contengono un liquido urticante

Fisiopatologia

Le cnidae, in genere, inoculano una sostanza che uccide la preda per shock anafilattico. Il liquido urticante ha azione neurotossica o emolliente, la cui natura può variare a seconda della specie, ma di solito è costituita da una miscela di tre proteine a effetto sinergico: ipnossina, talassina e congestina. Queste sostanze sono responsabili rispettivamente dell'anestesia della presa, del comportamento allergenico e della paralisi dell'apparato circolatorio.

Esistono le cubomeduse, che sono particolarmente pericolose per l'uomo: in taluni casi possono causare anche la morte per shock anafilattico. Il veleno presente nella più pericolosa,la Chironex Fleckeri, non presente nel mediterraneo, prevede un antisiero specifico.  Altre specie, invece, sono innocue, come la Cotylorhiza tubercolata, molto più visibile della Pelagia, di  colore marroncino, la quale si può anche toccare senza conseguenze.

Le lesioni cutanee possono essere delle semplici lesioni eritematose, che col tempo diventano di colore vinaceo-bruno, e si accompagnano da prurito e fine desquamazione della cute, oppure si possono avere lesioni eritemato-edemato-vescicolose, lineari, variamente orientate,che riproducono la forma dell'ombrella e dei tentacoli, più o meno estese a seconda della lunghezza dei tentacoli stessi,spesso non numerose, che possono persistere per diverse settimane in rapporto alI'estensione, alla durata del contatto e al diverso grado di suscettibilità individuale.

Sintomi da ustione di medusa

Oltre alla sintomatologia cutanea, che in genere consiste in un bruciore come se un filo caldo vi avesse ustionato, poi viene il prurito e, grattandovi, facilitate la penetrazione del velono nel derma. Altri sintomi, più rari, oltre l'ustione da medusa sono:

- mal di testa
- nausea,
- vomito,
- vertigini,
- dispnea
- dolori addominali
- senso di angoscia,
- cardiopalmo
- crampi muscolari
- parestesie.

Trattamento delle ustioni da medusa

Il trattamento delle ustioni da medusa è ancora oggi fondamentalmente sintomatico e aspecifico. Il soggetto ustionato deve:

-limitare i movimenti della parte colpita al fine di ridurre al minimo la quota di tossine immesse in circolo attraverso la pompa muscolare, anche applicando un laccio emostatico, per bloccare momentaneamente il circolo, sempre se l'ustione è estesa.
-rimuovere subito i microtentacoli ancora adesi alla cute con oggetti smussi, per evitare che si rompano le nematocisti.
-lavare con acqua di mare (acqua salata) e non con acqua dolce per evitare che con effetto osmotico le nematocisti integre scarichino il loro contenuto.
-usare il ghiaccio:il freddo infatti da una parte porta ad una riduzione della risposta infiammatoria e dell'edema locale, dall'altra deprime l'eccitabilità delle terminazioni nervose libere e delle fibre nervose periferiche.
Il trattamento farmacologico è generalmente sintomatico, topico e si avvale di corticosteroidi in creme o lozioni oppure antistaminici.
l'ammoniaca non serve, meglio l'aceto di vino.

 

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