Sono malformazioni congenite, ma non sono ereditarie e i familiari non sono esposti a un rischio maggiore rispetto al resto della popolazione.senza cause identificabili. Sono malformazioni artero-venose sono patologie complesse che consistono in anomalie vascolari in cui le arterie, spesso ipertrofiche, confluiscono in una o più vene di scarico saltando il letto capillare (che fisiologicamente riduce la pressione)
Perchè possono rompersi e causare emorragie cerebrali
Sono motivo di
irritazione del tessuto cerebrale adiacente, per il fatto che si associano a
foci epillettici e, dunque, sono responsabili della comparsa di crisi epilettiche.
Si possono associare ad aumentato rischio di emorragia.
Se vi sono segni di usura della parete di un MAV come per esempio la presenza di piccoli aneurismi, il rischio di rottura emorragica diventa probabuile.
In presenza di questi aneurismi il rischio di emorragia/anno è del 7%,
questo significa che nei prossimi 10 anni il rischio di emorragia si avvicina al
50%, nei prossimi 20 anni si avvicina al 77% e oltre i prossimi 30 anni
si avvicina al 90%. In assenza di emorragia pregressa o segni di lesioni della
parete all'angiografia il rischio di emorragia è di circa 1,7% all'anno. Questo
significa che nei prossimi 10 anni il rischio di emorragia si avvicina al 16%,
nei prossimi 20 anni si avvicina al 30% e oltre i prossimi 30 anni si avvicina
al 40%.
Possono essere trattate con diverse tecniche, anche in modo combinate.
Prima occorre studiare la MAV.
Si può usare un sistema di classificazione, che permette una stima approssimativa del rischio di trattamento.
Questo sistema di classificazione (Spetzler-Martin grading) assegna:
- 1 punto alle MAV inferiori a 3 cm di diametro maggiore,
- 2 punti alle MAV tra 3 e 6 cm di diametro maggiore
- 3 punti per le MAV più grandi di 6 cm.
Inoltre, si aggiunge un punto se la MAV si trova in un'area eloquente, e un
punto se ha un drenaggio venoso profondo.
Pertanto, una MAV può essere classificata da 1 (condizione chirurgica
favorevole) al grado 5 (MAV intrattabile chirurgicamente).
Svolge un ruolo essenziale nella gestione di pazienti affetti da questa malattia e consiste nel concentrare in modo estremamente preciso dei raggi gamma sulla malformazione, determinando, in un periodo variabile da sei mesi a tre anni, la progressiva chiusura dei vasi rimpiazzati da tessuto cicatriziale. Tale procedura funziona meglio su malformazioni di piccole dimensioni e a basso flusso.
Si isola tutto il contorno della malformazione arterovascolare, chiudendo gli apporti arteriosi, e si rimuove la malformazione in blocco dopo la chiusura delle vene di scarico.
Serve per chiudere una malformazione. Viene effettuata con tecnica simile a quella dell'angiografia diagnostica.
In pratica l'operatore impiega un sottile catetere
che consente di iniettare nella malformazione arterovenosa differenti materiali
(colla, particelle ecc.), che arrestano il flusso di sangue nei vasi patologici.
Prima dell'intervento chirurgico è usualmente utilizzata l'embolizzazione
endovascolare per ridurre le dimensioni della malformazione. Questa tecnica può,
inoltre, essere utilizzata prima di un trattamento radiochirurgico per rendere
una riduzione di dimensioni della malformazione e garantire così un miglior risultato.
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