Linfomi, classificazioni e novità

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La classificazione del linfomi WHO 2001 è stata ulteriormente integrata nel 2008 e nel 2016. Le differenze sono relativamente sottili e specialistiche. La stadiazione dei linfomi segue i criteri generali stabiliti ad Ann Arbor (1971)
 

I linfomi derivano:

-l' 80-85% dei linfomi deriva dalle cellule B, 15-20% dalle cellule T
- il 70% dei linfomi interessa i linfonodi, 30% sono extranodali (MALT, cute, milza, timo, midollo osseo)
In molti linfomi sono presenti traslocazioni cromosomiche caratteristiche, utili ai fini conoscitivi e diagnostici
Fattori favorenti la trasformazione neoplastica sono la stimolazione antigenica protratta e/o condizioni di immunodeficienza. La presentazione clinica può essere indolente o aggressiva.
La diagnosi istologica si basa su criteri morfologici, immunoistochimici e genotipici

Per approfondire il tema:
I linfonodi
I linfomi
I linfomi intestinali ed il malassorbimento
I linfomi intestinali primitivo e secondario
La difficile cura dei linfomi intestinali
Linfomi gastrici
Il MALT linfoma
Il MALT linfoma  stadiazione 

Linfomi a cellule B

Linfomi originanti dai precursori B:
Linfoma B linfoblastico/LLB acuta
Linfomi originanti dal linfociti B periferici:
Linfoma follicolare (40%)
 

A bassa aggressività:
Linfoma linfocitico/LLC, linfoma linfoplasmocitico, linfoma follicolare, linfomi della zona marginale
Ad alta aggessività
Linfoma B linfoblastico/LLB acuta, linfoma a cellule del mantello, linfoma diffuso a grandi cellule B, linfoma di Burkitt

Linfoma dei precursori B

Età pediatrica, raro negli adulti
Sesso maschile
Patogenesi multifattoriale; presenza di traslocazioni cromosomiche con giustapposizione di proto-oncogeni al gene per le immunoglobuline

 incremento della proliferazione cellulare e/o inibizione dell’apoptosi
Frequente presentazione in stadio III e IV
Sedi extranodali: SNC, gonadi, cute, tratto gastroenterico, ghiandole salivari. Lesioni

Linfoma linfocitico/LLC

Età media o avanzata
Sesso maschile
Presentazione in stadio avanzato
Decorso clinico di regola indolente
Possibilità di progressione in linfoma a grandi cellule B o leucemia acuta
Presenza nel 50% dei casi di una delezione 13q14.3, che ha come effetto un incremento di Bcl-2 e una resistenza delle cellule all’apoptosi
Immunofenotipo: CD5, CD19 e CD23

Linfoma linfoplasmocitico

Raro, oligosintomatico. Sintomi conseguenti all’anemia, alla trombocitopenia e alla leucopenia
Le cellule hanno aspetto plasmocitoide e producono immunoglobuline IgM.
Valori ematici di IgM superiori a 3g/dL configurano il quadro di Macroglobulinemia di Waldenström

Linfoma follicolare

Età adulta
Rappresenta il 40% dei LNH
La maggior parte dei casi (85%) si presenta in stadio avanzato (III-IV)
Le cellule sono positive per CD10 e CD20 e sono portatrici di traslocazione t(14;18) che induce una iperespressione di Bcl-2
Rare localizzazioni extranodali
Decorso indolente, buona risposta alla terapia e curve di sopravvivenza in miglioramento in seguito ai protocolli di chemioterapia
Linfonodi aumentati di dimensioni, consistenza molle
Struttura sovvertita per la presenza di noduli privi di zona mantellare
Grading in 3 gradi in base al rapporto centroblasti/centrociti
Immunofenotipo: CD10, CD19, CD20, Bcl-2
Possibilità di progressione in forme diffuse

Linfoma della zona marginale

Linfoma extranodale MALT (stomaco, polmone, cute, congiuntiva, gh. salivari…)
Linfoma splenico
Linfoma marginale ad origine linfonodale (prognosi meno favorevole)
Evoluzione in linfoma a grandi cellule B nel 10-20% dei casi
Patogenesi: stimolazione antigenica (es. Helicobacter pylori), reazioni autoimmuni (tiroidite di Hashimoto o s. di Sjogren)
Immunofenotipo: CD20 e CD79a. Non esprimono CD10 e CD5
 

Linfoma a cellule del mantello

5-10% del linfomi NH
Età avanzata
Esordio in stadio elevato
Prognosi infausta (sopravvivenza media 3-4 anni)
Traslocazione t(11,14) nella quale il gene della ciclina-D1 si giustappone al gene delle catene pesanti sul cromosoma 14  aumento della proliferazione cellulare
Immunofenotipo: CD19, CD20, CD5, ciclina-D1
 

Linfoma diffuso a grandi cellule B


È il linfoma più frequente negli adulti
Esordio in stadio elevato, frequenti i sintomi sistemici
Buona risposta alla chemioterapia con remissione nell’80% dei casi e possibilità di guarigioni complete fino al 50% dei casi.
Frequente traslocazione del gene BCL-6, che viene iperattivato determinando inibizione della differenziazione in linfociti memoria o plasmacellule  arresto maturativo e proliferazione
 

Linfoma di Burkitt


Descritto nel 1958 nei bambini africani, frequente localizzazione alle ossa mascellari
Forma endemica, legata ad infezione da EBV
Forma sporadica, a localizzazione viscerale (ileo terminale, reni, surreni, ovaie, testicoli) o linfonodale
Forma associata ad HIV
Aumento di trascrizione dell’oncogene c-MYC, con incremento della proliferazione cellulare e inibizione dell’apoptosi
 

Linfociti T


La maturazione dei linfociti T avviene nella corticale timica, successivamente gli elementi migrano nella midollare
I linfociti maturi CD4+ possono avere attività helper verso linfociti T e macrofagi, o verso i linfociti B
I linfociti T CD8+ hanno attività citotossica
Nella milza e nell’epitelio intestinale si ritrovano linfociti T negativi per CD4 e CD8

Linfoma/LLA dei precursori T

Età infantile
Frequente localizzazione mediastinica (timo e linfonodi), SNC, quadro leucemico pressoché costante
Immunofenotipo variabile condizionato dal grado di maturazione. CD3 e CD7 costanti.
Prognosi relativamente favorevole in età pediatrica, infausta in età adulta
 

 

Linfomi T

Linfoma/LLA dei precursori T
Linfoma anaplastico a grandi cellule T
Linfoma T angioimmunoblastico
Linfoma a cellule T/NK
Linfoma a cellule T enteropatico
Linfoma/LLC a cellule T

Linfoma/LLA dei precursori T

Età infantile
Frequente localizzazione mediastinica (timo e linfonodi), SNC, quadro leucemico pressoché costante
Immunofenotipo variabile condizionato dal grado di maturazione. CD3 e CD7 costanti.
Prognosi relativamente favorevole in età pediatrica, infausta in età adulta
 

Linfoma anaplastico a grandi cellule T
 

Frequente nell’infanzia (30% )
Sesso maschile
Esordio in stadio avanzato
Frequente traslocazione del gene ALK con aumentata stimolazione della crescita cellulare (la proteina ALK è una tirosin-chinasi transmembrana)
Interessamento di linfonodi, cute, osso, tessuti molli e fegato
Immunofenotipo: CD30,CD2, CD4, EMA, ALK
 

Linfoma T angioimmunoblastico
 

Raro, adulti e anziani
Presentazione clinica con sintomi aspecifici (rash cutanei, febbre, anemia, allergia ai farmaci…)
Decorso aggressivo e prognosi infausta
Immunofenotipo: CD4 e CD10
Morfologia: espansione della zona paracorticale con iperplasia delle venule ad alto endotelio
 

Micosi fungoide

Rara, età adulta
Localizzazione cutanea di linfociti T, più frequentemente CD4+
Lesioni bollose acantolitiche
 

Linfoma di Hodgkin 

> Linfoma di Hodgkin
 

Descritto per la prima volta nel 1832 da Thomas Hodgkin e inizialmente ritenuto una malattia infiammatoria granulomatosa sistemica
Va inquadrato fra i linfomi B, ma tradizionalmente viene descritto a parte
Le cellule neoplastiche (cellule di Hodgkin e cellule di Reed-Sternberg) rappresentano la minoranza nelle lesioni linfonodali ed extranodali
Presenza di un’elevata quota di elementi reattivi stimolati dalle citochine prodotte dalle cellule H e R-S


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