LESIONI ACUTE DA SPORT

MUSCOLO E LESIONI

  1. Gastroepato

  2. La visita

Chiunque per lungo tempo non abbia svolto attività fisica, prima di iniziare ad allenarsi dovrebbe fare un check-up della salute presso il proprio medico. Ciò è valido ancora di più nel caso di gravi limitazioni della salute come per esempio le alterazioni del ritmo cardiaco o l’ipertensione arteriosa. È particolarmente consigliabile un allenamento alla resistenza con lo scopo di mantenere la salute che comprenda un’attività fisica in misura adeguata allo stato di allenamento. In caso di mancanza di allenamento il tessuto muscolare è il primo interessato nei traumi diretti che provocano ematomi estesi per la vascolarizzazione accentuata dall'esercizio fisico. La raccolta ematica  le fibre muscolari ostacola il movimento, provoca dolore intenso e reazione flogistica acuta, a volte febbre e moderata leucocitosi. È una raccolta di fluidi ematici (sangue) localizzata fuori dei vasi come conseguenza di un trauma chirurgico e una contusione. Il sangue esce dai vasi ematici è si raccoglie in una cavità del corpo o piano di clivaggio. La formazione di ematomi in alcuni casi può anche essere dovuta ad difetto della capacità di coagulazione del paziente o a seguito di patologie particolari.Terapia: riposo, borsa del ghiaccio, ultrasuoni, magnetoterapia. Evitare carichi muscolari nei giorni seguenti al trauma, recupero attento e graduale caviglia ematomacon movimenti passivi ed esercizi statici, solo in un secondo tempo movimenti attivi senza resistenza.
Le lesioni dei muscoli sono molto frequenti durante l'attività sportiva. In genere le lesioni muscolari sono classificate in
- dirette: contusione (stupore, ecchimosi, ematoma, schiacciamento muscolare)
- indirette: contrattura, stiramento, strappo o distrazione muscolare di I°, II°, III°, rottura muscolare
- post-traumatiche e croniche, dovute per lo più ad errori terapeutici o cattiva riabilitazione

Lesioni acute da sport

Le lesioni che compaiono in maniera acuta sono causate da un improvviso incidente, come per esempio una distorsione dell’articolazione del piede o dell’articolazione tibiotarsica con strappo dei legamenti esterni.
sono caratteristiche di una lesione acuta da sport come per esempio  di una rottura dei legamenti, una contusione o una distorsione
- Un evento evidente con immediato inizio del dolore.
- Una localizzazione ben definita.
- La comparsa della sintomatologia classica (ematoma, tumefazione, arrossamento, dolore e perdita della funzione).

Contusione

Per contusione si intende una lesione di parti corporee dovuta all’azione esterna diretta da parte di una forza contundente senza lesione visibile della pelle: si forma un ematoma di gravità variabile e la parte interessata va incontro a tumefazione. Si verifica un edema circoscritto del tessuto (tumefazione) e una fuoriuscita di sangue dai piccoli vasi sanguigni danneggiati nel tessuto circostante, con comparsa di un ematoma. Le contusioni Sono molto dolorose. L’ematoma, in questi casi, si forma muscolari tra le varie fibre muscolari; quasi sempre, il dolore compare
subito e limita il movimento. Nel caso di tumefazioni piuttosto grandi si può formare un indurimento muscolare. Nelle gravi contusioni articolari spesso si forma un versamento nell’articolazione. Più frequentemente sono colpiti il ginocchio, l’articolazione tibiotarsica e la spalla. I versamenti articolari sono dolorosi e la funzione dell’articolazione ne viene limitata.

Strappi muscolari

Stirare il muscolo in modo improvviso ed esagerato può causare lacerazione delle fibre e sanguinamento intramurale. Sensazione soggettiva di schiacciamento o di scoppio o di pugnalata. Si può verificare una emorragia o solo uno spasmo o un crampo riflesso. Le basse temperature atmosferiche, la mancata preparazione allo sforzo, la stanchezza atletica o i movimenti incoordinati sono tra le concause principali.

Terapia

nei casi più gravi con retrazione dei capi muscolari vi è l'indicazione alla chirurgia ricostruttiva. Nella stragrande maggioranza dei casi è sufficiente l'applicazione locale di ghiaccio, FANS per via topica o sistemica, ultrasuoni, magnetoterapia. Per un completo recupero è importante eseguire con regolarità esercizi di stretching, esercizi di potenziamento delle strutture muscolari circostante ponendo attenzione all'equilibrio tra muscoli agonisti ed antagonisti. I movimenti attivi devono essere eseguiti gradualmente, con carichi crescenti. In alcuni casi particolari (importanti avvenimenti agonistici) si può ricorrere ad infiltrazioni di anestetico, che provocano un sollievo immediato ma a volte aggravano la lesione.

Lesioni tendinee

I tendini sono strutture molto resistenti che vanno difficilmente incontro a rottura. La scarsa vascolarizzazione del tendine facilita l'insorgenza di alterazioni degenerative che favoriscono la possibilità di lacerazioni in caso di sforzi violenti. Per es. nel caso del piede, le lesioni dei legamenti esterni fanno parte delle più frequenti lesioni da sport in assoluto. L’apparato legamentoso esterno consiste di 3 parti diverse di legamenti che congiungono l’estremità del malleolo laterale con il tallone e l’astragalo. La rottura dei legamenti esterni si verifica più spesso nei giovani adulti. Le persone anziane vanno incontro piuttosto alla frattura del malleolo laterale, mentre nei bambini le lesioni sono a carico della cartilagine d’accrescimento. Particolarmente a rischio per questo tipo di lesione sono le attività sportive che comportano brevi sprint e movimenti di fermata, per esempio il calcio, il tennis o la pallavolo.

trauma distorsivo del ginocchio

Lesioni dei legamenti del ginocchio

Spesso sono causate da movimenti insignificanti come inciampare, scivolare, torsione del tronco in piedi con il piede fisso, caduta degli sciatori dalla posizione eretta da fermo. Il meccanismo più frequente della lesione è una piegatura verso l’interno del ginocchio e un’inclinazione indietro del tronco. Ciò porta a una distorsione dell’articolazione del ginocchio o, nella peggiore delle ipotesi, a una rottura dei legamenti del ginocchio. I legamenti più spesso coinvolti sono:  Il legamento crociato anteriore;  Il menisco mediale;  Il legamento collaterale. I legamenti crociati seguono un decorso incrociato dal centro del capitello tibiale al femore. I legamenti crociati anteriore e posteriore stabilizzano il ginocchio durante il movimento, il legamento crociato anteriore è la struttura stabilizzante più importante. Quando la gamba si sposta in avanti, il legamento anteriore si mette in tensione; se il movimento avviene nella direzione opposta, entra in gioco il legamento posteriore. Tipicamente il legamento crociato anteriore va incontro a rottura sciando o giocando a calcio. Con uno scarso 50%, la lesione del legamento crociato anteriore è la più frequente lesione legamentosa del ginocchio, seguita dalla lesione isolata del legamento collaterale mediale, mentre le lesioni del legamento crociato posteriore sono piuttosto rare.  Nei casi meno gravi è sufficiente praticare esercizi per stabilizzare il ginocchio, negli altri casi ci si deve rivolgere all'ortopedico. Fortunatamente i legamenti sono abbastanza vascolarizzati e come tali hanno una discreta capacità riparativa. In prossimità della lesione si sviluppano inizialmente delle cellule infiammatorie che rimuovono i tessuti morti preparando il legamento alla guarigione.
Successivamente, grazie ad un aumentato afflusso locale di sangue, viene sintetizzato un tessuto di riparazione che ha però bisogno di molti mesi per consolidarsi ed acquisire una resistenza ottimale.Terapia: applicazioni locali di ghiaccio, FANS per via topica o sistemica, ultrasuoni, magnetoterapia, acuscope, esercizi fisici graduati, stretching. Recupero e riparazione lenti.

Lesioni dei legamenti

Le lacerazioni acute possono essere parziali o totali. Se sono parziali il legamento continua a stabilizzare l'articolazione, vi può essere ecchimosi, edema, dolore localizzato che si accentua con le sollecitazioni meccaniche. Se ; il legamento è totalmente rotto l'articolazione è instabile, si rende pertanto necessario l'intervento chirurgico di ricostruzione del legamento e l'immobilizzazione in apparecchio gessato. Più frequentemente colpiti sono i legamenti collaterali del ginocchio e quelli della caviglia. Nel recupero delle lesioni dei legamenti assume ruolo importante il trattamento fisioterapico, che impedisce l'instaurarsi di ipotrofia muscolare conseguente all'immobilizzazione prolungata.

Sinoviti

La membrana sinoviale risponde ai traumi con flogosi acuta, edema, aumento della produzione di liquido sinoviale e tumefazione articolare. Importante diagnosi differenziale con attacchi sinovitici in soggetti con patologie croniche (es. artrite reumatoide, Sindrome di Reiter, ecc ).

Borsiti

Un trauma o un attrito ripetitivo su una borsa possono determinare produzione di liquido in modo tale da farla diventare gonfia e tesa con sofferenza da compressione delle strutture circostanti. Terapia: applicazione locale di ghiaccio, magnetoterapia, infiltrazioni locali di farmaci antiinfiammatori.

Lesioni delle cartilagini

L’insufficiente movimento e la mancanza di carico sull’apparato locomotore passivo causano un effetto negativo sul rifornimento delle cartilagini articolari e accelerano la precoce perdita di stabilità della struttura ossea. Le più frequenti conseguenze si manifestano sotto forma di disturbi lombari, ernie discali, stati di tensione della muscolatura dorsale e del cingolo scapolare, osteoporosi e artrosi. Danno da sovraccarico/sindrome da sovraccarico. I disturbi da sovraccarico nascono da uno squilibrio tra la tolleranza al carico e il carico prolungato per un certo tempo, vale a dire si verificano sempre quando a causa di un carico massimale si sommano minime lesioni del tessuto interessato che a un certo punto non possono  più essere compensate. Questo è il caso, in particolare, dei tendini, delle guaine tendinee e delle articolazioni, poiché queste strutture sono meno irrorate rispetto al tessuto muscolare e richiedono un periodo maggiore per adattarsi a nuovi sforzi. Le contusioni o fratture cartilaginee sono dolenti e la linea di frattura non è visibile con Rxgrafie standard. Le cartilagini più soggette a sollecitazioni meccaniche sono i menischi. Si può avere una abrasione, una lacerazione o un distacco parziale che può provocare blocco articolare. Terapia: applicazione locale di ghiaccio, FANS per via sistemica, ultrasuoni, infiltrazioni con corticosteroidi. Nel caso di lesioni meniscali con distacchi parcellari alla chirurgia è da preferirsi l'artoscopia con rimozione dei frammenti poiché permette un ritorno più rapido all'attività sportiva.
 

TERAPIA FISICA E STRUMENTALE PER IL RECUPERO FUNZIONALE NELLE LESIONI DA SPORT

* Massaggio cutaneo: tecnica che favorisce l'aumento del flusso sanguigno locale con conseguente riassorbimento dell'edema e la riduzione dello spasmo muscolare locale.
* Frizioni o strofinamenti intensi: eseguiti in modo localizzato con le dita o con apparecchi vibranti' favoriscono il miglioramento del flusso ematico, l'orientamento delle fibre collagene con azione preventiva contro la formazione di aderenze.
* Mobilizzazione e manipolazione: tecniche utili per la correzione di proble-mi articolari di tipo meccanico. Devono essere effettuate esclusivamente da personale specializzato.
* Stretching: metodica di stiramento muscolare controllato (per intensità e per durata). Utile nel recupero funzionale dopo problemi muscolari acuti, come defaticante e come prevenzione dei traumatismi acuti da sport.
* Esercizi fisici: utili dopo lesioni acute per favorire la cicatrizzazione omogenea del muscolo, dei tendini e dei legamenti. Si raccomanda la gradualità «li esecuzione poiché il tessuto leso è vascolarizzato e non pone resistenza alle trazioni. Possibilità di uso di esercizi isometrici, esercizi isocinetici ed esercizi propriocettivi. Alcuni sports, se eseguiti in modo idoneo e graduale, possono avere funzione di esercizi di recupero (es. il nuoto nel recupero delle lesioni agli arti inferiori).

Tecniche termiche

* Caldo: applicazioni calde sono utilizzabili per produrre vasodilatazione e rilassamento muscolare in caso di rigidità e dolorabilità muscolo-articolare.
* Freddo: applicazioni di ghiaccio o impacchi freddi possono produrre una diminuzione della vasodilatazione locale post-traumatica, con una conseguente limitazione del processo infiammatorio. Gli autori anglosassoni consigliano, in caso di trauma, la cosidetta tecnica R.I.C.E. che consiste in:
*Rest (riposo)
*Ice (ghiaccio)
*Compression (bendaggio compressivo)
*Elevation (arto in scarico).
 

Tecniche di recupero mediante l'utilizzo di onde elettriche

* Diatermia a onde corte: produce calore nei tessuti profondi utilizzando correnti ad alta frequenza. Da evitare in caso di protesi metalliche o tessuti sottoposti a radioterapia.
* Ultrasuoni: Utili nel trattamento sia delle lesioni acute che croniche dei tessuti molli. Sono utilizzate onde di frequenza compresa tra 1 e 3 Mh che provocano aumento del flusso ematico locale, aumento della temperatura con effetto analgesico. Da proscrivere in caso di lesioni cutanee con superinfezione.
* Correnti faradiche: stimolano i nervi motori provocando contrazione muscolare. Servono per rieducare l'atleta infortunato ad un uso specifico del muscolo, non sostituiscono però l'esercizio fisico. Si usano potenze di 50-100 Hz con pulsazioni di 0,1-1 millisecondi.
* Magnetoterapia pulsante ad alta frequenza: il campo elettromagnetico emesso dalle piastre poste sulla cute o sull'apparecchio gessato provoca:
1 ) effetto riequilibratore sui potenziali di membrana cellulari
2) effetto sulla genesi e trasmissione dello stimolo nervoso e sulla trasmissione/modulazione del dolore
3) possibile blocco e/o riequilibrio della liberazione di mediatori algogeni
4) azione di neutralizzazione e/o di modulazione sulla produzione di radicali liberi.
E' utilizzata soprattutto per l'effetto antiedema ed antiinfiammatorio esercitato a livello dei tessuti molli. Produce inoltre un buon effetto cicatrizzante sia a livello di cute che a livello osseo, favorendo i processi riparativi dell'osso fratturato.
* TENS o elettrostimolazione transcutanea: fornisce un buon effetto antalgico mettendo in applicazione la teoria del cancello elaborata da Melzack e da Wall. La stimolazione non dolorosa delle afferenze mieliniche attiva l'interneurone inibitorio con conseguente ostacolo alla progressione sopraspinale delle informazioni afferenti. Il dolore conseguente a fatti traumatici risulta diminuito anche per l'aumento delle beta-endorfine, per la riduzione della sostanza P e per il rilasciamento muscolare.
Gli impulsi utilizzati hanno frequenza di 1-250 Hz, con ampiezza di 50-100 mA, durata dello stimolo compresa tra 10 e 150 millesecondi con onde monofasiche o bifasiche.
*ACUSCOPE o Tens intelligente: permette un controllo sul dolore e sullo ss. Con una coppia di elettrodi bipolarizzati ed intercambiabili si rilevano iiali elettrici di squilibrio in una zona corporea specifica. Un elaboratore i "Negato fornisce un segnale correttivo di forma ed intensità specificata per neutralizzare la patologia in atto.
* LASER: l'emissione si ottiene mediante eccitazione (elettrica o con altro raggio laser) di materiale (solido, liquido e aereiforme), può essere continua o pulsata. A livello cellulare il laser stabilizza le membrane cellulari, attiva vari processi di sintesi (adesempio pompa Sodio-Potassio, DNA, RNA, ATP) ed incrementa notevolmente la produzione di beta-endorfine. Molto usato nel recupero dell'atleta perla suaazione antalgica, antiedemigena, v.isodiladatrice e riparatrice.
* AGOPUNTURA: utilizza aghi sterili di lunghezza variabile che vengono mlissi in punti ben precisi localizzati sui meridiani yin-yang e stimolati manualmente o con elettrostimolazione o con raggio laser. Secondo la medicina i unse la terapia mira ad ottenere un riequilibrio energetico per difendere meglio il corpo dalle malattie e guarire da eventuali stati patologici. In medicina dello sport l'agopuntura può trovare applicazione nellu terapia delle sindromi algiche tendinee, muscolari, articolari. Può inoltre migliorare il recupero dopo uno sforzo intenso e prolungato o favorire delle (migliori performances tramite variazioni dell'ACTH e degli ormoni ipofisari


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