appunti del dott. Claudio Italiano
Ischemia, dal greco, significa letteralmente la riduzione dell'apporto di sangue
ad un tessuto o ad un organo e si manifesta diversamente, a seconda dei distretti
interessati. Se riguarda il tessuto del miocardio, cioè il cuore, darà una serie
di quadri clinici che spaziano dalla semplice angina, cioè il
dolore toracico anginoso all'infarto
del miocardio. Tale affezione si può associare a pericolose
aritmie, gravi e severe, fino al quadro terminale
della morte improvvisa. La ragione per la quale il tessuto a seguito di ischemia
si danneggia è dovuto al fatto che ogni tessuto ha un suo metabolismo, cioè un insieme
di reazioni chimiche che avvengono a temperatura di 37°C e consentono di bruciare
il combustibile ed il comburente, ossia il glucosio e l'ossigeno, apportato dal
sangue e precisamente dai globuli rossi.
Pertanto, ogni qualvolta il sangue non riesce a penetrare nel tessuto, per esempio
poiché un vaso è danneggiato o stenosato, quindi ristretto, ne deriva ischemia e
la morte del tessuto stesso che è detta tecnicamente "necrosi". I tessuti particolarmente
sensibili all'ischemia sono il cuore, i reni ed il cervello.
Quando parliamo del cuore, nel miocardio l'ischemia può dare l'infarto:
una parte del tessuto va incontro a disfacimento e si genera quella che i cardiologi
definiscono "una corrente di lesione", cioè registrando il tracciato si ha un' alterazione
dello stesso elettrocardiogramma (ecg ed
ecg2) che viene evidenziata come appresso meglio
specificato; inoltre il tessuto danneggiato libera delle sostanze che il medico
va a dosare in periferia: enzimi miocardio-specifici e troponina.
Il ventricolo, e nel frattempo vi invitiamo a leggere le parti prima e seconda dell'interpretazione dell'ecg (ecg ed ecg2), quando è raggiunto dall'onda di eccitazione, si depolarizza. L'elettrodo esplorante vede questo fenomeno come un'onda a deflessione positiva, cioè il pennino della macchina dà un tocco in sù, poiché è cosi che si è stabilito per convenzione. Quando alla depolarizzazione consegue la fase di riposo e di ripolarizzazione, questa è una fase più lenta, quando il miocardio riprende i valori di carica del riposo; tuttavia se il ventricolo è ischemico, si avrà un'alterazione dell'onda T, cioè quest'onda che esprime appunto la fase della ripolarizzazione, cioè del vettore di ripolarizzazione, sarà diversa rispetto alla norma, per esempio o negativa o a branche simmetriche appuntite. Ciò non avverrà invece a carico del complesso QRS, a meno che non si sia verificato nel contempo un danno notevole (per esempio onde Q di necrosi transmurale dell'infarto).
L'onda T diventa, dicevamo, nelle ischemie del miocardio a branche simmetriche ed
appuntite, mentre normalmente le branche sono asimmetriche, poichè la fase discendente
dell'onda è di norma meno ripida.
Inoltre l'onda T può avere ulteriori modifiche:
Il suo senso può essere negativo laddove era positiva
La sua altezza può essere considerevole, superiore a 5 mm
Le alterazioni sono funzione delle localizzazioni dell'ischemia.
L'elettrodo che esplora vede davanti a sé un tessuto ischemico e, dunque, il vettore della ripolarizzazione si allontana; inoltre la lesione deve essere evidente in più derivazioni (cfr la figura di sopra)
In questo caso è esattamente l'opposto poichè il vettore della ripolarizzazione
ha senso positivo, cioè procede verso l'elettrodo che esplora, vedi la figura di
destra.
Esempi di tracciati che documentano "ischemia"; il primo subendocardica: il vettore
della ripolarizzazione si direziona verso l'elettrodo esplorante in V2-V3-V4 dove
le onde T sono appuntite, a branche simmetriche.
Altro esempio di ischemia, stavolta subepicardica, con un tracciato più discreto, per così dire! Ma dove sono le onde T negative? Cercale! E' un'ischemia postero-inferiore, dunque evidente nelle derivazioni posteriori che si proiettano in D3 ed aVF, l'elettrodo che guarda il cuore dal basso, dai piedi del soggetto e vede un vettore T che si allontana da lui, dunque negativo. ancora vi sono onde T alte ed appuntite da V2 a V5