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Insufficienza renale cronica, come evolve?

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Insufficienza renale cronica

Perché si determina l'IRC?

Le cause eziopatogenetiche che determinano l'IRC sono molteplici; ogni condizione che interessa le varie componenti del nefrone può causare danno e, dunque, perdita della funzione globale del rene.

 Stiamo parlando di patologie che interessano:

-glomerulopatie nel 20% dei casi

-Nefropatia diabetica, come principale causa di insufficienza renale e motivo di dialisi e trapianto renale nel 20% dei casi

-Nefrite interstiziale, per esempio da farmaci nel 10% dei casi

-Pielonefrite ed infezioni urinarie nel 10%

-Rene policistico <10%

-Lesioni glomerulari ed angiosclerosi nella complicanza dell'ipertensione arteriosa circa 5%

-Nefropatia da analgesici, es. fenacetina circa 5%

-Malattie del connettivo, vasculiti,malattie autoimmuni

-Lupus eritematoso

-Altre forme inclassificabili

 

Come evolve la malattia?

Il paziente può condurre una vita normale se opportunamente seguito e curato.  L'insufficienza renale cronica si suddivide in stadi, che sono classificati in 5 stadi.  Una valutazione della efficienza della funzione renale si avvale del calcolo della clearance della creatinina, ovvero della capacità del rene di liberarsi dalle scorie azotate.  Per ottenere il valore della clearance la formula è la seguente:

Clearance= (concentrazione nelle urine della creatinina x Volume urine delle 24 ore)/concentrazione nel plasma della creatinina.

Il valore normale della clearance di creatinina è compreso tra 95 e 140 ml/minuto nell'uomo e tra 85 e 130 ml/minuto nella donna.

Tuttavia nella pratica ambulatoriale e per snellire le procedure di valutazioni dei pazienti ci si avvale di formule specifiche e di calcolatori presenti anche nel web, dove, inserendo il peso, età, il sesso, i valori della creatinina, si ottiene la clearance, per es. il GFR stimato con Cockcroft-Gault)

La diagnosi di IRC (Insufficienza Renale Cronica) non può prescindere dalla conoscenza della proteinuria (la presenza di proteine nelle urine superiore a 150 mg/die) e dalla sua determinazione; infatti nelle condizioni fisiologiche non si dovrebbero trovare proteine nelle urine perchè il filtro renale non li deve fare passare; viceversa se il filtro non è integro, come nelle malattie glomerulari, allora le proteine si potranno repertare nelle urine.

Vediamo adesso come si suddividono gli stadi della insufficienza renale nella clinica delle patologie renali.

Stadio 1 della malattia renale
Danno renale con GFR normale o leggermente aumentata, questo stadio di insufficienza renale non presenta sintomi. Spesso è accompagnata da proteinuria che deve allarmare il medico. Questa fase iniziale è detta "stadio di compenso"

Stadio 2 della malattia renale
Danno renale con lieve riduzione della GFR. Lo stadio 2 della malattia renale cronica generalmente non ha sintomi, ma può avere una riduzione spropositata della funzione rispetto all'età e sesso ed essere anch'essa accompagnata da proteinuria più o meno significativa. Se la proteinuria è abbondante (stadio 2 A2-A3) necessita di immediata consulenza nefrologica. In questo stadio sono ancora possibili interventi di prevenzione primaria della MRC (Malattia Renale Cronica).

Stadio 3 insufficienza renale
Si divide in Stadio 3a e Stadio 3b. Da questo stadio in poi (sotto i 60 ml/min) si parla di Insufficienza Renale Cronica, che è quindi la parte finale e pericolosa della MRC.
Questi stadi sono caratterizzati da un danno renale con discreta riduzione della GFR. Di solito il paziente nello stadio 3a non presenta sintomi, nello stadio 3b, invece, mostra sintomi di malnutrizione, dolore alle ossa, difficoltà di concentrazione, formicolio o intorpidimento dei nervi.
Nello stadio 3a è indispensabile l'intervento del nefrologo per ridurre la progressione e le alterazioni che si renderanno evidenti in classe 3b.
Dallo stadio 3b le alterazioni tipiche della IRC (Insufficienza Renale Cronica) come anemia, iperparatiroidismo, acidosi possono rivelarsi con molta frequenza e rivestire un ruolo importante.
Fin dalla classe 3, la terapia farmacologica e dietologica sono spesso indispensabili per ridurre la progressione e le alterazioni metaboliche. I aumentano i valori della creatinina nel sangue fino a 6 mg/dl, senza i sintomi dell'uremia. 
Questa condizione dipende dal fatto che i nefroni funzionanti si adattano alla condizione di base e si ipertrofizzano, garantendo un'adeguata funzione. Tuttavia si sviluppano una serie di complicazioni in questa fase, già dal 3-4 stadio: osteodistrofia, iperparatiroidismo secondario,  calcemia ridotta, bicarbonati ridotti all'indagine emogasanalitica.  Il nefropaziente rimane in una condizione di salute precaria, con l'unico obiettivo di salvaguardare il più possibile la condizione di equilibrio precario che può sfociare nella progressione del peggioramento della funzione renale stessa. Più volte si può rendere necessario il ricovero di questi paziente che, dopo la supervisione dello specialista nefrologo, vengono generalmente sottoposti ad idratazione, con l'intento di ripristinare la volemia (ricordiamo che la potenza del rene dipende dalla sua capacità di concentrare in poche urine le sostanze di rifiuto azotate, mentre il rene insufficiente spreca liquidi e, dunque, il paziente facilmente di disidrata e si riduce la volemia).

Stadio 4 insufficienza renale
Danno renale con severa riduzione della GFR, il paziente inizia ad avvertire una generica riduzione della resistenza e della forza fisica, la terapia soprattutto dietologica diventa stringente, c'è spesso bisogno di Eritropoietina per sostenere l'anemia. Il quadro metabolico e clinico è spesso severo. Nello stadio della insufficienza renale pre-terminale (preuremia), creatinina > 6 mg/dl con valori di 8 mg/dl compaiono i segni dell'uremia e si parla di ipercreatininemia scompensata.

Stadio 5 insufficienza renale
Stadio finale dell'insufficienza renale, a questo punto quando la GFR scende al di sotto di 15 ml/min il paziente inizia ad essere avviato ad un percorso di predialisi (in alcune realtà definito MAEREA: MAlattie REnali Avanzate. Per avviare la dialisi il nefrologo valuterà le condizioni cliniche (quanto si urina, gli edemi, l'azotemia alta, l'anemia, i livelli alti di Fosforo e Paratormone). Quando questi parametri non sono più controllati o controllabili dalla dieta e dalla terapia si deve iniziare la dialisi.

La stadiazione della MRC deve tenere conto sia del valore della VFG stimata, che della presenza di proteinuria/albuminuria. Si distinguono, quindi, tre gradi di albuminuria: (A1 ≤30 mg/g - A2 31-300mg/g - A3 ≥ 300 mg/g creatininuria) che si combinano con uno degli stadi di VFG. L'incrocio di questo dato con l'albuminuria graduata su tre livelli consente una migliore stima del rischio. La presenza di proteinuria aumenta significativamente sia il rischio di progressione verso l'insufficienza renale terminale sia la comparsa di comorbidità cardiovascolare correlata alla MRC e per tale motivo la stadiazione della malattia renale comprende, oltre al cVFG, anche tale parametro

Fisiopatologia

L'IRC comporta:
- Deficit della funzione renale
- Deficit del bilancio idrico ed elettrolitico e della regolazione acido-base che esercita l'emuntorio renale
- Disturbi della funzione ormonale del rene (metabolismo del calcio, eritropoietina ecc.)
- Altri segni, sono come già detto, l'incremento della creatinina e dell'azotemia quando la distruzione del parenchima renale supera il 60% ed il filtrato scende da 125 a 50 ml/min.
- La potenza del rene a concentrare in poche urine le scorie azotate viene meno e le urine diventano notevolmente diluite (poliuria), mentre il peso specifico dell'urina non supera 1026 g/l e compare nicturia, poliuria e polidipsia, cioè il paziente urina spesso e volentieri, si disidrata e beve a volontà. I reni insufficienti producono circa 3 litri /die di urina isostenurica con peso specifico di 1010 g/l.

Ne deriva anche ritenzione idrica.
- Altri segni molto gravi sono l'iperpotassemia, che compare nelle fasi terminali dell'IRC, per assunzione di potassio con la frutta o per liberazione di potassio dalle cellule in acidosi ed in stato catabolico, per carenza dello ione Na+ nel tubulo distale, o per impiego degli antialdosteronici e spironolattonici nel nefropaziente (es. canrenoato di potassio).
- Deficit di calcio per malassorbimento di calcio e mancata attivazione della vitamina D nella forma di 1.25(OH)2D3. Ne deriva la mobilitazione del paratormone che mobilizza calcio dalle ossa e ne deriva ancora osteoporosi severa.
- Acidosi uremica, quando il filtrato scende a <40 ml/min

Clinica

Dal punto di vista clinico, il paziente con IRC presenta un caratteristico odore misto da quello delle urine stantie e l'aglio, detto "fetore uremico", ed un colorito pallido come "di cera vecchia", talora tendente al brunastro, nelle fasi di uremia terminale, per accumulo nel derma di cristalli di acido urico, quindi una specie di colore come quello delle urine, tra il giallo-carico ed il caffè-latte. Altri segni sono l'astenia, il prurito, la cefalea, e l'anemia secondaria. Altri disturbi sono a carico del SNC, come la difficoltà a concentrarsi, torpore psichico fino al coma, psicosi, polineuropatia, contrazioni tonico-cloniche. Altri segni sono il fluid lung o polmone umido, per edema polmonare dovuto alla ritenzione idrica . Ovviamente nel paziente uremico sale la pressione arteriosa, e si determina il sovraccarico del cuore di sinistra e talora anche la pericardite uremica. Infine ricordiamo lo stato anemico, un'anemia normocromica normocitica e la piastrinopenia.

Diagnosi

Si avvale della clinica, delle indagini di laboratorio, dell'emogas, del valore del peso specifico delle urine che è intorno a 1010 (isostenuria).

 Biopsia renale

La biopsia renale percutanea, in alcuni casi selezionati, rappresenta una indagine diagnostica in grado di fornire informazioni importanti nella gestione dei pazienti affetti da nefropatia e/o patologie sistemiche. Consente infatti di definire: - la diagnosi della malattia; - la severità e/o l’attività della nefropatia; - la prognosi; - la scelta della terapia più adeguata.

Terapia

Per approfondire il tema  insufficienza_renale_cronica

E' un atto altamente specialistico, nelle mani dello specialista nefrologo. Si avvale del trattamento conservativo, della cura antibiotica per curare le infezioni streptococcica e le infezioni urinarie, nella dieta povera di proteine (solo 0.5 g per kg/peso/die), di proteine ad alto valore biologico, almeno 20 grammi di aminoacidi essenziali, per mantenere intorno a 10 il rapporto azotemia/creatinina.

Apporto di vitamina D, meglio se calcitriolo, per os, insieme ad apporto di calcio, in genere come calcio carbonato compresse, per agevolare la funzione renale stessa, rappresenta un'efficace aiuto per un rene insufficiente, stante la funzione renale di regolazione del metabolismo del calcio stesso (vedi Calcio e vitamina D). Il rene, infatti, attiva la vitamina D nella forma idrossilata, consentendone le funzioni di riassorbimento di calcio e fosforo dall'intestino e dal rene e promuove la mineralizzazione dell'osso stesso. La Vitamina D per l'80% è di sintesi cutanea (in seguito ad esposizione solare); per il  20% è di apporto alimentare: carne di alcuni pesci grassi, tuorlo d'uovo, fegato, oli di pesce (sopratutto l'olio di fegato di merluzzo).
In entrambi i casi necessita di attivazione a livello epatico e successivamente renale (favorita dal paratormone).

VITAMINA D: 

Alfacalcidolo (es. Diseon, Diserinal, Geniad, Dediol): da assumere per os o per iniezione endovenosa (in 30 secondi), somministrare inizialmente 1 µg al giorno (la posologia può essere modificata dal medico per evitare episodi di ipercalcemia); successivamente, proseguire la terapia somministrando 0,25-1 µg al giorno, in base al paziente e alla gravità della malattia.
Calcitriolo (es. Calcitriolo Eg, Calcitriolo Hsp, Rocaltrol): per i pazienti affetti da ipocalcemia associata ad insufficienza renale cronica in dialisi, si raccomanda di assumere 0,5 µg (circa 10 ng/kg) 3 volte la settimana all'inizio della terapia; quando necessario, aumentare la posologia di 0,25-0,5 µg ad intervalli di 2-4 settimane.
Diuretici dell'ansa
Impiego di diuretici dell'ansa, es. furosemide o lasix, spesso ad alto dosaggio, però in genere i nefrologi sono contrari a tali dosaggi e stanno particolarmente attenti alle terapie diuretiche per il rischio di creare ipovolemia e causare di conseguenza insufficienza renale secondaria.  Il nefrologo preferisce operare una restrizione dell'apporto di sodio, in genere a 3 g/die, 2 g se c'è condizione di scompenso cardiaco e ritenzione idrica. La terapia si avvale dell'impiego di diuretici dell'ansa ad alto dosaggio (es. furosemide dosata a 500 mg/die); si avvale del bicarbonato di calcio per correggere l'acidosi metabolica. In fase di acuzie il nefrologo richiede sempre un'emogas e controlla il valore di B.E. (cioè eccesso di basi) che deve essere di 25 mmol/L (vedi emogas), altrimenti provvederà a correggere il deficit di basi somministrando una soluzione di bicarbonato all'1.4% in flebo con aggiunta di altri flaconi di bicarbonato concentrato. Altro valore che in genere si eleva nel nefropaziente è la potassiemia, il cui valore va corretto previo impiego di soluzioni chelanti per os.

FUROSEMIDE (es. Furosemide Age, LASIX, Spirofur) è possibile assumere il farmaco per via orale o parenterale. Per os, si raccomanda di iniziare il trattamento alla posologia di 20-80 mg al dì, e di proseguire la cura aumentando la dose di 20-40 mg ogni 6-8 ore, fino al raggiungimento dell'effetto desiderato. La dose massima giornaliera non deve superare i 600 mg.
ACIDO ETACRINICO (es. REOMAX, Ac etacr): il farmaco è particolarmente indicato in caso di insufficienza renale cronica associata ad ipertensione.

Impiego di agenti chelanti

Sono indicati in caso di insufficienza renale cronica associata ad iperfosfatemia nei pazienti emodializzati.
SEVELAMER (es. RENAGEL, compresse da 400-800 mg, RENVELA, compresse da 800 mg o polvere da 1,6 g e 2,4 g, per sospensione orale). In genere, si assume inizialmente una dose pari a 2,4-4,8 g al dì, in tre somministrazioni durante i pasti. La posologia sarà modificata successivamente dal medico in base alla concentrazione plasmatica di fosfato.

Kayexalate o Il sodio polistirene sulfonato che non deve essere somministrato nei neonati per via orale ed è controindicato nei neonati con motilità intestinale ridotta (in seguito a intervento chirurgico o indotta da farmaci).

Per correggere la ipertensione arteriosa, mantenendo i valori della pressione arteriosa intorno a 130-140 mmHg per la massina e 80-90 mmHg per la minima ci si avvale della prescrizione di  farmaci anti-ipertensivi della famiglia dei sartani e di ace-inibitori. In caso di proteinuria trova indicazione l'impiego di sartani e/0 di SGLT2 inibitori.

 Infine occorre controllare il bilancio idrico ed elettrolitico ed acido-basico. Occorre usare le resine per correggere l'iperpotassemia, e correggere anche l'ipocalcemia.

Uno sguardo alla crasi ematica ed all'anemia secondaria all'insufficienza renale va sempre preso in considerazione, compreso l'assetto marziale. E' buona pratica prescrivere epoetina, in caso di riscontro di anemizzazione.  In questi casi si impiega eritropoietina, nella fattispecie l'epoetina (es. Eprex, Neo recormon, Binocrit, Abseamed) che è un'eritropoietina umana ricombinante impiegata nel trattamento dell'anemia da carenza eritropoietinica nel contesto dell'insufficienza renale cronica, farmaco che va somministrato per via sottocutanea,  tre volte a settimana, secondo la prescrizione dello specialista nefrologo e con piano terapeutico.
Nei casi terminali è indicata l'emodialisi e la dialisi peritoneale o il trapianto del rene.

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