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Febbre ed ipertermia

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Quando trattare la Febbre?

Prima di continuare a leggere: avete valutato l'idratazione del paziente? Hai voglia a prescrivere supposte di tachipirina (paracetamolo) o compresse di efferalgan se il paziente è asciutto: osservare la lingua del paziente può dare già un'idea della sua idratazione. In primis somministrare liquidi, ovviamente sempre che siete sicuri che questi si possano somministrare.

Di certo non vanno infuse soluzioni elettrolitiche in un paziente con scompenso cardiaco e versamenti sierosi se non nella giusta misura. Nella maggior parte dei casi, inoltre, la febbre si associa a infezioni a risoluzione spontanea, come le comuni malattie virali.

L'impiego di antipiretici, è vero, non è controindicato: non vi sono, infatti, prove cliniche significative che gli antipiretici ritardino la risoluzione di infezioni virali o batteriche, né esistono prove che la febbre faciliti la guarigione dalle infezioni o agisca da adiuvante del sistema immunitario. Di fatto, la produzione di PGE2 periferica esercita un potente effetto immunosoppressivo.

E' vero pure che il paracetamolo è dannoso per il fegato: esistono delle epatiti da farmaci in letteratura, per es. da impiego di paracetamolo. In sintesi, il trattamento della febbre e dei suoi sintomi non danneggia né rallenta la risoluzione delle comuni infezioni virali e batteriche.

Tuttavia, nelle infezioni batteriche, evitare la terapia antipiretica può essere utile per valutare l'efficacia di una data terapia antibiotica, in particolare in assenza dell'identificazione in coltura del microrganismo infettante. La sindrome della risposta infiammatoria sistemica (systemic inflammatory response syndrome, SIRS). La SIRS è un insieme di segni e sintomi che l'organismo umano mette in atto quando si trova a dover fronteggiare un'aggressione esterna; è caratterizzata dal riscontro concomitante di almeno 2 delle seguenti condizioni:
- febbre >38°C;
- ipotermia < 36°C;
- tachicardia >90 bpm;
- polipnea >20 atti/min con pCO <32 mmHg;
- leucocitosi o leucopenia (>12 000 mm o <4 000 mm )
L'uso abituale di antipiretici può mascherare un'infezione batterica trattata in modo inadeguato. Evitare l'uso di antipiretici può a volte facilitare la diagnosi di uno stato febbrile inusuale.

Una dissociazione temperatura-polso (bradicardia relativa) si osserva nella febbre tifoide, nella brucellosi, nella leptospirosi, in alcune febbri farmaco-indotte e nelle febbri fittizie.

Nei neonati, negli anziani, nei pazienti con insufficienza renale cronica e nei pazienti che assumono glucocorticoidi la febbre può non essere presente nonostante l'infezione, o la temperatura centrali può persine essere nell'ambito dell'ipotermia.

Un'ipotermia si osserva spesso nei pazienti con shock settico. Alcune infezioni presentano quadri piuttosto caratteristici, in cui gli episodi febbrili si alternano a periodi di temperatura normale. Per esempio, il Plasmodium vivax causa, i febbre ogni 3 giorni, mentre la febbre si presenta ogni 4 giorni nel caso di P. malariae Altre febbri intermittenti sono quelle correlate alle infezioni da Borrelia, con giornate di febbre seguite da un periodo afebbrile di parecchi giorni, nuovamente seguite da giorni di febbre. Nel caso della febbre di Pel-Ebstein, periodi di febbre di 3-10 giorni sono seguiti da periodi afebbrili di 3-10 giorni. Tale quadro può essere tipico del linfoma di Hodgkin e di altri linfomi.

Nella neutropenia ciclica la febbre si manifesta ogni 21 giorni e si accompagna alla neutropenia. Non vi è periodicità nella comparsa della febbre nei pazienti con febbre mediterranea familiare. La febbre ricorrente è documentata, in qualche fase, nella maggior parte delle malattie autoimmuni e in tutte le malattie autoinfiammatorie.

Queste ultime includono la malattia di Still nell'adulto e nell'adolescente, la febbre mediterranea familiare, la sindrome da iperimmunoglobulinemia D, la sindrome familiare autoinfiammatoria da freddo, la malattia multisistemica neonatale, la sindrome di Blau, la sindrome di Schnitzler, la sindrome di Muckle-Wells e la sindrome periodica associata al recettore del fattore di necrosi tumorale (TNF). Queste malattie, oltre che dalle febbri ricorrenti, sono caratterizzate anche da neutrofilia e infiammazione delle sierose. Le febbri associate a tali malattie si riducono in modo significativo in seguito al blocco dell'attività dell'IL-1beta. Le anticitochine, perciò, riducono la febbre nel corso di malattie autoimmuni e autoinfiammatorie. Sebbene la febbre, nelle malattie autoinfiammatorie, sia mediata dall'attività di IL-1 beta, i pazienti rispondono anche agli antipiretici.
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