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In molti casi l'insonnia, specie se cronica, è in comorbidità con un disturbo psichico, prevalentemente di tipo depressivo. Secondo un modello tradizionalmente proposto in passato, l'insonnia cronica è spesso erroneamente interpretata come una "insonnia secondaria" al disturbo psichico; invece, è stato calcolato che solo il 3% della popolazione generale presenta dei sintomi che incontrano. I criteri per la diagnosi di insonnia causata da un disturbo mentale. L'insonnia causata da un disturbo mentale è prevalente nelle donne ed è più frequente nell'età media rispetto all'età adolescenziale, giovanile o anziana M. In realtà, spesso il disturbo psichico ha il ruolo di un fattore precipitante ed acquista importanza nella fase acuta dell'insonnia piuttosto che nella sua cronicizzazione. In molti casi, tuttavia, può risultare difficile stabilire se l'insonnia sia realmente secondaria ad un disturbo psichico coesistente: in tali casi è più corretto parlare di Insonnia in Comorbidità con un Disturbo Psichico. Quando l'insonnia è secondaria ad un disturbo psichico o in comorbidità con questo va comunque valutata l'opportunità dell'invio del paziente ad un Centro di Medicina del Sonno o ad uno psichiatra.
L'Insonnia Psicofisiologica è la forma più comune di insonnia primaria
cronica; in questa forma di insonnia cronica, secondo il modello proposto da
Spielman, può essere stato presente in passato un evento stressante che ha svolto
il ruolo di fattore precipitante. Nel tempo, tuttavia, si realizzano fattori perpetuanti
che sostengono l'insonnia, eclissando spesso i fattori precipitanti. Si tratta
di alterazioni comportamentali, come aumentare il tempo trascorso a letto nel tentativo
di dormire di più, sforzarsi di dormire, guardare continuamente l'orologio calcolando
il tempo trascorso senza dormire ed il tempo che manca alla sveglia, o di alterazioni
cognitive come il "ruminare" sui problemi del sonno durante il giorno e il farsi
"attanagliare" durante la notte dal timore delle conseguenze dell'insonnia sulle
performances del giorno successivo. Con l'andare del tempo, l'insonnia è mantenuta
da questi fattori perpetuanti tanto che essa può persistere anche dopo la completa
remissione dei fattori precipitanti. Secondo la ICSD-2, il paziente con insonnia
psicofisiologica presenta difficoltà di sonno condizionato e/o aumento dell'arousal
che si manifesta con:
a) eccessiva preoccupazione o ansia riguardante il sonno;
b) difficoltà di addormentamento a letto, all'ora di sonno desiderata, o durante
i riposi programmati, senza difficoltà durante attività monotone quando non c'è
intenzione di dormire;
e) capacità di dormire meglio lontano da casa che a casa;
d) atti caratterizzati da pensieri intrusivi o dalla sensazione di essere incapaci
di smettere di pensare;
e) aumentata tensione somatica a letto, riflessa da una percezione di incapacità
di rilassare il corpo in misura sufficiente a consentire l'addormentamento