Vengono suddivisi in due gruppi principali:
- clorurati (DDT, Dieldrin, Clordane);
-organo fosforici e carbammati (Malathaion, Parathaion).
Insetticidi clorurati: l'avvelenamento avviene per ingestione o inalazione o contatto cutaneo (anche su cute integra): l'assorbimento cutaneo è facilitato dal discioglimento dell'insetticida in veicoli liposolubili (petrolio, kerosene). L'azione tossica è legata ad una interferenza col meccanismo di trasporto Na/K, ancora non del tutto noto. Organofosforici e carbammati: hanno le stesse modalità di avvelenamento. L'azione tossica è legata all'inibizione dell'acetilcolinesterasi, in un primo momento reversibile ed in stabile per gli organo fosforici (latenza di 4-6 ore). Per i carbamati il legame con l'enzima è rapidamente reversibile.
Insetticidi clorurati:
- sintomi digestivi (nausea,
vomito, diarrea);
- irritazione del SNC (ansia,
vertigini, parestesie fino alla paralisi;
convulsioni
fino all'arresto respiratorio per depressione dei centri bulbari del respiro);
- cardiotossicità (da sensibilizzazione del miocardio alle catecolamine endogene).
Insetticidi clorurati:
- se l'avvelenamento è avvenuto entro due ore, stimolare il vomito o attuare gastolusi
protetta, seguita da somministra-zione di paraffina (riduce l'assorbimento del solvente);
per avvelenamenti tardivi la gastrolusi è inefficace. è opportuno somministrare
del purgante salino;
- trattamento sintomatico (convulsioni, cardiotossicità, bilancio idroelettrolitico);
evitare l'uso di amine simpaticomime-tiche (rischio di FV).
- lavanda gastrica con soluzione alcalina entro le due ore dal-l'intossicazione
e somministrazione di catartico salino;
- detergere la cute con acqua saponata;
- atropina 2 mg (fi. da 1 mg), 4 mg e.v. in bolo, ripetibile dopo 5 min, fino alla
comparsa della midriasi (è opportuno monitorare l'attività cardiaca), non superare
24-36 mg nelle 24 ore;
Organofosforici :
- sintomi muscarino-simili (da accumulo di acetilcolina nelle terminazioni sinaptiche):
miosi, aumento delle secrezioni (o-culare, orale, delle alte e basse vie respiratorie,
cute, enteri-ca), broncospasmo, nausea, vomito e dolori addominali da aumentata
motilità intestinale, vasodilatazione periferica, bradicardia e ipotensione;
- sintomi nicotinici: scosse muscolari con fascicolazioni, convulsioni tonico-cloniche,
tachicardia, midriasi;
- sintomi del SNC: confusione mentale, sopore, coma con depressione dei centri bulbari.
Rimuovere gli abiti e lavare accuratamente la cute
- se l'avvelenamento è avvenuto entro due ore, stimolare il vomito o attuare gastolusi
protetta, seguita da somministra-zione di paraffina (riduce l'assorbimento del solvente);
per avvelenamenti tardivi la gastrolusi è inefficace. è opportuno somministrare
del purgante salino;
- trattamento sintomatico (convulsioni, cardiotossicità, bilancio idroelettrolitico);
evitare l'uso di amine simpaticomimetiche (rischio di FV).
Organofosforici:
- lavanda gastrica con soluzione alcalina entro le due ore dall'intossicazione e
somministrazione di catartico salino;
- detergere la cute con acqua saponata;
- atropina 2 mg (fi. da 1 mg), 4 mg e.v. in bolo, ripetibile dopo 5 min, fino alla
comparsa della midriasi (è opportuno monitorare l'attività cardiaca), non superare
24-36 mg nelle 24 ore;
-sostenere il respiro con aspirazione delle secrezioni ed eventuale intubazione
- trattare le convulsioni
- ossime ed atropina come antidoto specifico per contrastare l'azione tossica e
ripristinare l'acetilcolinesterasi. i dosaggi vanno da 400 mg ad 1 g ev in infusione
lenta.