E' stato pubblicato da qualche anno un interessante studio “caso-controllo” sul rischio di malformazioni congenite nel comune di Gela, curato da :
Fabrizio Bianchi1, Sebastiano Bianca2, Fabrizio Minichilli1, Anna Pierini, Mariangela
Protti1
1 Consiglio Nazionale delle Ricerche, Sezione di Epidemiologia, IFC, Pisa, 2 Azienda
Ospedaliera G. Garibaldi, Servizio di Genetica Medica, Catania
Lo studio mi è piaciuto e ne voglio parlare con i miei navigatori, poichè sono anch'io
fermamente convinto che una deposizione continuata nel tempo di inquinanti nei terreni,
nelle falde idriche e nell'aria, mare compreso, alla fine è responsabile di un accumulo
micidiale di sostanze venefiche che sono alla base della trasformazione cancerogena
delle cellule dell'organismo e non solo. Ora è imperativo non soffermarsi più sulle
semplici medie e statistiche degli inquinanti, poiché se guardiamo al problema dell'inquinamento
ambientale sotto questo aspetto, certamente i signori dell'industria non sono così
ingenui da sforare, o almeno lo speriamo, il quantitativo di gas inquinanti e sostanze
particolare loro concesso. Tuttavia, ribadiamo, che il problema è sempre lo stesso:
inquinamento x tempo in anni di esposizione
poichè la ricaduta di materiale ed il suo accumulo ambientale nel tempo è sempre
responsabile di un danno irreparabile al di là di medie giornaliere e corbellerie
simili che si manifesta nelle nuove generazioni, dopo 30-50 anni continuati di esposizione.
Nella immagine che vi pubblico, tratta da uno studio che si può reperire su internet
e pubblicato dall'ENEA, si evidenzia la ricaduta al suolo di particolato. Cos'è
il particolato?
(cfr anche Rischio di cancro e malformazioni nelle
aree del petrolchimico
)
Particolato, particolato sospeso, pulviscolo atmosferico, polveri sottili, polveri
totali sospese (PTS), sono termini che identificano comunemente l'insieme delle
sostanze sospese in aria (fibre, particelle carboniose, metalli, silice, inquinanti
liquidi o solidi). Il particolato è l'inquinante che oggi è considerato di maggiore
impatto nelle aree urbane, (altro che radon!) ed è composto da tutte quelle particelle
solide e liquide disperse nell'atmosfera, con un diametro che va da pochi nanometri
a 500 micron. Nel caso degli inquinanti esso è costituito da:
emissioni della combustione dei motori a combustione interna (autocarri, automobili,
aeroplani);
emissioni del riscaldamento domestico (in particolare gasolio, carbone e legna);
residui dell'usura del manto stradale, dei freni e delle gomme delle vetture;
emissioni di lavorazioni meccaniche, dei cementifici, dei cantieri;
lavorazioni agricole;
inceneritori e centrale elettriche
Il problema è la penetrazione nelle vie respiratorie di queste sostanze e, di conseguenza,
l'insorgenze di problematiche respiratorie, per esempio le bronchite e le neoplasie
di cui si è già detto a proposito delle PM10, cioè delle particelle di 10 micron.
In particolare:
Particolato grossolano – particolato sedimentabile di dimensioni superiori ai 10
µm, non in grado di penetrare nel tratto respiratorio superando la laringe se non
in piccola parte.
PM10 – particolato formato da particelle inferiori a 10 micron (cioè inferiori
a un centesimo di millimetro), è una polvere inalabile, ovvero in grado di penetrare
nel tratto respiratorio superiore (naso e laringe). Le particelle fra circa 5 e
2,5 µm si depositano prima dei bronchioli
PM2,5 – particolato fine con diametro inferiore a 2,5 µm (un quarto di centesimo
di millimetro), è una polvere toracica, cioè in grado di penetrare profondamente
nei polmoni specie durante la respirazione dalla bocca.
Lo studio di cui ci stiamo occupando è stato condotto sulla prevalenza di malformazioni
congenite (MC) in nati residenti nel comune di Gela nel periodo 1991-2002 ed ha
evidenziato eccessi statisticamente significativi di malformazioni congenite totali:
- spina bifida,
- microcefalia,
- cardiopatia,
- ipospadia
Si è cercato di capire quali fattori fossero alla base delle malformazioni
alla nascita nell'ambito dell'hinterland di Gela, che come sappiamo, è un sito industriale
che possiamo ritenere gemello ad Augusta e Priolo, ma anche alla nostra bella Milazzo,
se con fosse che noi milazzesi abbiamo un debito insanabile da pagare al Dio Eolo,
il re dei venti, che continuamente spazza i fumi delle industrie viciniori verso
l'entroterra, sicchè poco o nulla giunge da noi, tranne la notte quando le industrie
si sbizzarriscono, ma – dicono- rientrano nella media della norma, anche per i loro
figli e se stessi, davanti a Dio ed agli uomini (sic!!). Nell immagine che vedete
in questa pagina è raffigurata Milazzo, in uno studio in cui si dimostra la ricaduta
dell'anidride solforosa al suolo, per intenderci la puzza di zolfanelli e di bruciato
che nelle sere di scirocco o libeccio si sente anche al centro della nostra cittadina.
In marrone più o meno scuro viene riportata la densità del materiale di ricaduta
al suolo. E' chiaro che tutte queste belle sostanze ce li mangiamo nelle verdure
e ce le beviamo!
Lo studio di cui parliamo, che ci è piaciuto per la serietà con cui è stato
condotto, ha valutato:
· i fattori ambientali
· i fattori occupazionali
· le associazioni intercorrenti con le malformazioni in aree industriali, anche
simili a quella di Gela.
Le sostanze tossiche, teratogene, cioè capaci di generare mostri e mutagene,
cioè in grado di alterare il DNA della cellula e, di conseguenza, neoplasie ed altro,
documentate nel sito industriale di Gela, non come si dice per Milazzo, dove a mio
giudizio impropriamente di parla di Radon, sono:
· metalli pesanti,
· solventi cloro
· fosfo-organici,
· PCB,
· composti policiclici aromatici;
· diossine idrocarburi
· ruolo di interferenza endocrina.
Per valutare se tra i malformati risultati in eccesso vi sia stata una associazione
di rischio con esposizioni ambientali, occupazionali o stili di vita, è stato effettuato
uno studio epidemiologico caso-controllo.
Materiale e metodi. Tra i 91 cas di malformazioni eligibili la maggior parte
aveva avuto diagnosi di:
· ipospadia, (cioè malformazione dell'apparato urogenitale)
· cardiopatie
· microcefalia
· difetti del sistema nervoso
· riduzione arti
· onfalocele;
· difetti minori (appendice preauricolare, piede torto posturale, piccoli angiomi
e nevi piani e isolati, criptorchidismo, dislocazione congenita dell'anca),
Lo
studio è stato effettuato mediante visita medica specialistica e intervista dei
genitori tramite questionario. Il questionario, somministrato a casi e controlli,
comprendeva informazioni su: gravidanza, attività lavorativa dei genitori prima
e durante la gravidanza, in particolare l'eventuale attività negli stabilimenti
industriali gelesi, abitudini alimentari dei genitori, con particolare riferimento
ai consumi di acqua e carne, pesce, frutta, verdura. Per questi veniva richiesto
il luogo di acquisto (negozio, venditore ambulante, auto-produzione, pesca in proprio)
e la frequenza media d'assunzione su base settimanale (carne, pesce) o giornaliera
(acqua, frutta, verdura).
La cosa sorprendente che è emersa è che sono risultati forti eccessi di rischio per i consumatori di pesce, frutta e verdura se acquistati da venditori ambulanti o pescati/prodotti in proprio. Questi eccessi sono emersi sia considerando il consumo almeno 2 volte/settimana o 2 volte/giorno sia almeno 1 volta/settimana o 1 volta/giorno. L'occupazione materna era prevalentemente casalinga, quella paterna ha evidenziato una maggiore presenza dei casi nel settore agricolo. L'occupazione sporadica di casi e di controlli presso il petrolchimico non permetteva valutazioni utili. Risultati in maggior dettaglio non sono al momento divulgabili in quanto oggetto di procedimento attivo da parte della locale Procura della Repubblica.
I risultati sui consumi alimentari sono evocativi di un possibile effetto sul rischio riproduttivo del consumo di pesce, frutta e verdura acquistati da venditori ambulanti o pescati/prodotti in proprio, potenzialmente interessati da contaminanti ambientali locali, sia impiegati dall'uomo (es. pesticidi), sia rilasciati nell'ambiente. Nonostante l'impossibilità di distinguere gli effetti delle due potenziali fonti di contaminazione e i possibili problemi di distorsione e misclassificazione tipici dello studio retrospettivo, i risultati conseguiti rappresentano un segnale di preoccupazione a carico della catena alimentare e dei possibili effetti sulla salute.