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Rischio di infezioni proctologiche

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L'incidenza di malattie a trasmissione sessuale tra gli anni '70 e '80 è progressivamente aumentata assumendo, nelle grandi città (ove la prevalenza è tripla o quadrupla rispetto alle aree rurali), le proporzioni di  un'epidemia.

 

Sono aumentate la sifilide, la gonorrea e le forme specifiche di cui pare che circa metà siano dovute ad infezioni da Clamydia Trachomatis.

La diffusione o la maggior esibizione dell'omosessualità maschile e del rapporto contro natura eterosessuale si è a scompagnata ad un aumento della patologia strettamente legata alla modalità dei rapporti.

Alle forme più classiche di malattie veneree, quali la sifilide o la blenorragia, si è aggiunto un ampio gruppo di enteropatie per le quali gli anglosassoni hanno coniato il termine di "gay bowel diseases ".

Le malattie " veneree " ano-rettali costituiscono una parte importante della patologia omosessuale maschile. Comprendono le classiche malattie a trasmissione sessuale:

-sifilide: si calcola che il 10-30% dei casi di sifilide primaria e secondaria abbia origine nel rapporto omosessuale. Un'ulcera che non presenti le caratteristiche di una tipica ulcera anale cronica o di una ragade deve immediatamente far sospettare una lesione venerea, e si impongono i tests per la sifilide;

- gonorrea: l'omosessualità è responsabile di almeno il 20% dei casi di blenorragia: il 20-50% delle localizzazioni rettali è asintomatico ma contagioso. E' indispensabile inviare questi pazienti ad un medico che si interessi di malattie veneree. Il test sierologico per la sifilide deve comunque essere ottenuto prima di iniziare una terapia antibiotica appropriata per la gonorrea. La gonorrea anale è un reperto non frequente, ma è in gran parte responsabile dell'aumentata incidenza della gonorrea. Si ha spesso una contaminazione crociata di eterosessuali e omosessuali che possono avere un'attività bisessuale.

- cancro molle: praticamente scomparso, dagli anni 70 è ripreso e in Francia ne vengono diagnosticate alcune centinaia di casi ogni anno;

- condilomi acuminati: il record delle malattie infettive a trasmissione sessuale spetta a queste vegetazioni che costituiscono una delle malattie a trasmissione sessuale più invalidanti per la difficoltà di sradicarli in modo definitivo. Non è sicuro che siano sempre conseguenza di un contatto sessuale anale, ma probabilmente la percentuale di questa eziologia è alta. Al di fuori della patologia a trasmissione sessuale, la loro frequenza aumenta nei soggetti con trapianto renale, con emopatie, dopo trattamenti chemioterapici o radianti e in presenza di una depressione dell'immunità cellulare:

- verruche anali: le verruche piatte e larghe in regioni perianali devono essere differenziate dalle neoplasie, dai condilomi acuminati e dai condilomi lati della sifilide secondaria .

A queste malattie, in cui la trasmissione sessuale è ben conosciuta, si aggiungono varie affezioni batteriche, virali e parassitarie, delle quali è stata evidenziata la possibile contagiosità omosessuale. Si tratta per lo più dì germi patogeni enterici, la cui trasmissione è resa possibile dai contatti oro-anali, ano-genitali e genito-orali, sia separatamente, che in sequenza. Tra i batteri responsabili sono importanti le Clamydie, piccoli organismi simili a batteri. non virus, a parassitismo cellulare obbligatorio. Comprendono la Clamydia trachomatis, causa di proctiti con andamento clinico simile a quella gonorroica (uretriti, vaginiti, proctiti, talvolta associate a lesioni oculari, come nella sindrome di Reiter) relativamente benigne in certi immunotipi, e più gravi in altri (linfogranulomatosi anorettale). Si dovranno sempre eseguire esami batteriologici con tamponi dal retto, dall'uretra e dalla vagina.

Altri batteri responsabili di proctiti trasmissibili sessualmente sono il Campylobacter, il Micoplasma della tubercolosi, la Neisseria meninghis, la Streptococco B emolitico, la Shigella e la Salmonella; tra i virus, il virus dell'Herpex Simplex, il Cytomegalovirus, e l'antigene dell'epatite B, che si rinviene 10 volte più frequentemente negli omosessuali rispetto alla popolazione di controllo. L'epatite B può essere trasmessa mediante inoculazione di saliva o di sperma positivi attraverso soluzioni di contatto della mucosa anale o rettale, durante i contatti ano-linguali o i rapporti proctogenitali.

Anche l'epatite A rientra nell'ambito di questa patologia omosessuale con un'incidenza molto più elevata che negli eterosessuali dì uguale razza, età e cultura. Sembra che la sovrapposizione, sia a livello patologico che erotico, tra i sistemi genitale ed alimentare costituisca un importante fattore epidemiologico di rischio.  Tra i parassiti, l'amebiasi e la giardiasi sono particolarmente frequenti tra gli omosessuali.  Sindrome da immuno deficienza acquisita (A.I.D.S.). Nel 1981 è stata segnalata negli Stati Uniti una sindrome di immunodeficienza acquisita in maschi omosessuali, soggetti eterosessuali che praticano il coito anale, emofilici. tossicodipendenti e Haitiani, in precedenza apparentemente sani. Il deficit immunitario si esprime con varie manifestazioni, anche di carattere epidemico.

Epidemiologia

Più specificatamente l'apparente aumento di frequenza della patologia venerea ano-rettale l'" ano venereo " dei proctologi francesi) si può riportare soprattutto a cause di ordine comportamentale e biologico. L'aspetto comportamentale riguarda principalmente la frequenza dell'omosessualità maschile. Gli omosessuali sono circa 2-2.5 milioni di individui in Gran Bretagna, 50 milioni negli Stati Uniti. Non esistono statistiche francesi o italiane. Nell'ambito degli omosessuali maschili esiste, anche, un notevole bisogno di cambiamento dei partners il cui numero è valutabile in certi casi a 100 all'anno.

Fisiologia

La fisiologia del rapporto anale non è stata finora descritta né discussa in nessuna della pubblicazioni concernenti la fisiologia sessuale umana, ad eccezione dei lavori di Masters e Johnson. In uno studio sperimentale con coppie omosessuali ed eterosessuali in laboratorio, questi autori non hanno individuato variazioni significative nella risposta fisiologica al coito anale, sia che le coppie studiate fossero omo- od eterosessuali. Lo sfintere reagiva inizialmente opponendosi alla penetrazione con una forte contrazione spastica di durata più o meno lunga, che fungeva da involontario meccanismo protettivo. Faceva poi seguito l'involontario rilassamento del muscolo, e la penetrazione completa nel retto veniva compiuta in tutti i casi senza nessun incidente. In 11 dei 14 casi studiati di rapporto anale, le donne raggiunsero il livello di orgasmo e 5 furono pluriorgasmiche. Negli uomini, su 10 episodi, i casi di risoluzione orgasmica furono soltanto 2. Gli autori concludono che, per quanto riguarda l'attitudine fisiologica a reagire a vari stimoli sessuali, non esiste alcuna differenza tra omosessuali ed eterosessuali e tra uomini e donne.

Patologia proctologica

L'erotismo anale, come si è visto, può essere direttamente responsabile di situazioni abnormi come i traumi anorettali e l'introduzione di corpi estranei nel retto, oppure è in rapporto con quadri patologici non solo proctologia ma anche gastrointestinali o digestivi in senso lato, o sistemici, dove il rapporto causa-effetto può essere comunque facilmente riconosciuto. In tal caso vari agenti eziologici possono esprimersi attraverso il momento patogenetico costituito dall'erotismo anale, come nelle malattie veneree o nell'enteropatia da omosessuali (gay bowel syndrome).   La diagnosi di malattia venerea ano-rettale comporta: a) una ricerca sistematica di fronte a qualunque lesione o sintomo non usuale: b) l'accertamento, nell'anamnesi, di un eventuale rapporto anale: o l'esecuzione degli esami di laboratorio per confermare il sospetto diagnostico. In realtà ogni lesione cutanea dovrebbe suscitare un sospetto e l'esame dei genitali va sempre associato all'esame proctologico.

Riconoscere la localizzazione genitale o ano-rettale di queste malattie è importante, perché significa iniziare il più precocemente possibile una terapia specifica, evitando le eventuali complicanze e la diffusione dell'infezione. Il rischio di contagio è particolarmente elevato per il precoce inizio della vita sessuale, per l'assenza di controllo della prostituzione e probabilmente per il diffondersi dell'omosessualità, fattori che contribuiscono anche a determinare la recrudescenza delle malattie veneree. La diversità delle pratiche sessuali (contatto oro-anale, oro-genitale, genito-anale), la persistenza di una relativa clandestinità con i frequenti contatti anonimi concorrono ai contagi più diversi, spesso da parte di portatori di germi uretrali non curati o apparentemente sani.

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