Fototossicità, rischi correlati ad esposizione solare

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 Lesioni eritematose

Questi disturbi della fotosensibilità sono correlati alla somministrazione topica o sistemica di farmaci e altre sostanze chimiche. Ambedue le reazioni, di fototossicità e fotoallergia, richiedono l'assorbimento di energia da parte di un farmaco o di una sostanza chimica, che ha come risultato la produzione di una sostanza fotosensibilizzante allo stato eccitato, la quale può trasferire l'energia assorbita a una molecola di supporto o all'ossigeno molecolare, generando in tal modo composti chimici distruttivi per i tessuti.

Tra i tipi più frequenti di allergia al sole ricordiamo:
 

Dermatite polimorfa solare. La dermatite polimorfa solare, che di solito si manifesta con eruzione cutanea e prurito sulla pelle esposta al sole, è in ordine di frequenza il secondo problema della pelle causato dal sole dopo le normali scottature. Si verifica in una percentuale variabile dal 10 al 15 per cento della popolazione degli Stati Uniti e colpisce persone di tutte le razze e di tutte le origini etniche.

Dermatite allergica solare.

Dermatite allergica solare

Prurigo attinica (Dermatite Polimorfa Solare ereditaria)

Questa forma ereditaria di DPS colpisce le persone di origine amerindiana, tra cui gli indiani dell’America settentrionale, meridionale e centrale. I sintomi di solito sono più intensi di quelli della DPS classica; spesso iniziano più precocemente, già durante l’infanzia o l’adolescenza. In una stessa famiglia, diverse generazioni potrebbero essere colpite da questo problema.


 

Dermatite fotoallergica

In questa forma di allergia al sole la reazione cutanea è scatenata dall’effetto della luce solare su una sostanza chimica applicata sulla pelle (normalmente si tratta di un ingrediente delle creme solari, dei profumi, dei cosmetici o delle pomate antibiotiche) o ingerita con un farmaco (spesso un farmaco prescritto dal medico). Le reazioni di fototossicità, dovute a meccanismi non immunologici, sono causate da farmaci e prodotti chimici, appresso elencati:
 

  Il quadro clinico più comune comprende la comparsa di un eritema con i caratteri delle ustioni solari, che rapidamente si desquama o si scolla nell'arco di pochi giorni. Possono comparire anche edema, vescicole e bolle. Le reazioni di fotoallergia sono attualmente meno frequenti e si distinguono perché questo è un processo immunopatologico.
  FARMACI FOTOTOSSICI
Per via topica
Farmaco
Acido nalidixico
Amiodarone
Dacarbazina
Fenotiazine
Fluorochinoloni
5-fluorouracile
Furosemide
Psoraleni
Retinoidi
Sulfonamidi
Sulfoniluree
Tetracicline
Tiazidi
Vinblastina
FARMACI FOTO- ALLERGENICI
Per via topica
Per via sistemica
Acido aminobenzoico

e suoi esteri
Ambrette di muschio
Bithionol
Clorpromazina
Diclofenac
Fluorochinoloni
Ipericina
6-Metilcumarina
Piroxicam
Prometazina
Salicilanilidi alogenate
Sulfonamidi
Sulfonilur

La sostanza fotosensibilizzante allo stato eccitato può generare radicali liberi aptenici, altamente instabili, che si legano covalentemente alle macromolecole per formare un antigene capace di scatenare una risposta di ipersensibilità ritardata. Alcuni farmaci e prodotti chimici in grado di provocare fotoallergia. Le manifestazioni cliniche differiscono tipicamente da quelle di fototossicità per la comparsa di una dermatite intensamente pruriginosa che tende a dominare il quadro clinico ed evolve verso la lichenificazione e l'ispessimento della cute, che assume un aspetto "pachidermico" nelle parti esposte. In una forma clinica meno frequente di fotoallergia (5-10% dei casi) si può sviluppare un'intensa ipersensisibilità alla luce persino dopo l'identificazione e la rimozione del farmaco della sostanza chimica lesiva. Questa condizione è nota come fotodermatite persistente. Un tipo molto meno comune di fotosensibilizzazione persistente è la cosidetta dermatite cronica attinica. Questi pazienti sono tipicamente uomini anziani con una storia clinica di preesistente dermatite allergica da contatto o fotosensibilità di lunga data. Solitamente essi sono particolarmente sensibili a UV-B, UV-A e lunghezze d'onda del visibile.
 

Diagnosi

Essa si avvale delle seguenti tecniche:
Biopsia cutanea, durante la quale un piccolo campione di pelle viene rimosso ed esaminato in laboratorio. Esami del sangue per escludere il lupus eritematoso sistemico o il lupus eritematoso discoide (cfr lupus o LES) Esame fotobiologico (test di fotosensibilità), in cui una piccola zona di pelle è esposta a una quantità controllata di luce ultravioletta. Se i sintomi cutanei appaiono dopo quest’esposizione, l’esame conferma che l’eruzione cutanea è provocata dalla luce solare. La conferma diagnostica delle reazioni di fototossicità e di fotoallergia può essere ottenuta con le metodiche di fototest. Nei pazienti con sospetta fototossicità la determinazione della dose eritematogena minima (minimal erythema MED), eseguita nella fase di somministrazione e dopo sospensione della sostanza sospetta, fornisce un criterio diagnostico utile per l'identificazione del farmaco o del prodotto chimico responsabile della reazione. Per confermare una diagnosi di fotoallergia può essere eseguita una variante dei comuni test allergologia epicutanei (fotopatch test), nella quale una serie di fotoallergeni noti viene applicata in doppio sulla cute; uno dei due set viene poi irradiato con dosi suberitematogeni di UV-A. Il test risulta positivo quando compare una lesione eczematosa nelle sedi di esposizione al fattore sensibilizzante e alla luce. L'anomalia caratteristica nei pazienti con fotodermatite persistente è l'abbassamento della soglia eritematogena per gli UV-B.

Trattamento

Di solito i pazienti con dermatite attinica cromica dimostrano un'ipersensibilità agli UV ad ampio spettro e necessitano di una scrupolosa fotoprotezione che includa l'evitare l'esposizione al sole, l'impiego di schermi solari a elevato fattore di protezione (>30) e, nei casi gravi, l'immuno-soppressione sistemica, preferibilmente con azatioprina (1-2 mg/kg/die). II  trattamento della fotosensibilizzazione da farmaci consiste innanzitutto nell'allontanamento delle sostanze chimiche responsabili della reazione, e quindi nella riduzione al minimo possibile dell'esposizione solare. I sintomi acuti di fototossicità possono trarre giovamento dall'applicazione di impacchi freddo-umidi e di glucocorticoidi per via topica, così come dalla somministrazione di FANS per via sistemica. Nei casi gravi può essere utile un ciclo di glucocorticoidi per via sistemica a dosi rapidamente scalari. Può essere necessario l'impiego cauto di analgesici. Le modalità di trattamento delle reazioni fotoallergiche sono simili.


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