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Funzioni sessuali del maschio,vescicole e prostata

  1. Gastroepato
  2. Sessuologia
  3. Funzione di vescicole e prostata
  4. Funzioni sessuale del maschio: spermatogenesi
  5. Regolazione delle funzioni sessuali maschili
  6. Anziani e testosterone in calo
  7. Eiaculazione precoce

appunti del dott. Claudio Italiano

Per approndire il tema: I problemi maschili

Le funzioni di riproduzione nel maschio possono essere distinte in tre principali sezioni:

a) la prima riguardante la spermatogenesi, ossia la produzione di spermatozoi;
b) la seconda concerne l'adempimento dell'atto sessuale
c) la terza consiste nella regolazione delle funzioni sessuali maschili ad opera di vari ormoni.

cfr prima  fisiologia maschile 1

 

Fisiologia dello spermatozoo maturo

Il comune spermatozoo, mobile e fertile, è capace di muoversi in ambiente liquido ad una velocità di circa 1-4 mm al minuto. Peraltro lo spermatozoo normale tende a spostarsi in linea retta, invece che per linee curve.

L'attività degli spermatozoi risulta fortemente esaltata in ambiente neutro e lievemente alcalino, ma fortemente depressa in ambiente lievemente acido, mentre un ambiente fortemente acido può rapidamente provocare la morte degli spermatozoi.

Aumenta fortemente con il crescere della temperatura, ma in tal modo si eleva notevolmente il metabolismo, per cui la vita degli spermatozoi risulta abbreviata. Benché gli spermatozoi possano sopravvivere per settimane nei dotti genitali, la loro vita, nel liquido spermatico normalmente eiaculato alla normale temperatura del corpo, è solo di 24-72 ore.

Funzione delle vescicole seminali

Erroneamente si pensava ricoprissero una funzione di deposito degli spermatozoi e tale concetto ha attribuito ad esse il loro nome di "vescichette seminali". Ad ogni modo, tali strutture sono  ghiandole secernenti e non già siti di deposito per spermatozoi. Le vescichette seminali sono tappezzate di epitelio secretorio, che secerne materiale mucoide contenente gran quantità di fruttosio ed una minor quantità di acido ascorbico, inositolo, ergotioneina, 5 aminoacidi, fosforilcolina, prostaglandina e fibrinogeno. Nel corso dell'eiaculazione, ogni vescichetta seminale riversa il suo contenuto nel dotto eiaculatore, nello stesso tempo che i vasi deferenti vi riversano gli spermatozoi. Ciò fa aumentare di molto la massa di sperma eiaculato, mentre il fruttosio e le altre sostanze del liquido spermatico hanno forse un considerevole ruolo nutritivo e protettivo per gli spermatozoi eiaculati, fino al momento in cui uno di essi feconda l'uovo. La prostaglandina probabilmente promuove contrazioni uterine che collaborano a sospingere gli spermatozoi verso le trombe di Falloppio.

Funzione della prostata

La prostata è una ghiandola che secerne un liquido denso, lattiginoso, contenente acido citrico, calcio, fosfato acido, un enzima coagulante e pro-fibrinolisina. Durante l'eiaculazione, la capsula della prostata si contrae simultaneamente con le contrazioni dei vasi deferenti e delle vescichette seminali, di modo che il liquido prostatico si aggiunge alla massa del liquido spermatico. L'alcalinità del liquido prostatico potrebbe avere grande importanza per la riuscita della fecondazione dell'uovo dacché il liquido dei vasi deferenti, relativamente acido per la presenza dei prodotti terminali del metabolismo degli spermatozoi, inibirebbe la fertilità degli spermatozoi. Peraltro, anche le secrezioni vaginali della donna sono acide (pH 3,5-4,0) e gli spermatozoi non acquistano una motilità ottimale finché il pH del liquido ambiente non si eleva a circa 6-6,5. Perciò è probabile che il liquido prostatico, neutralizzando dopo l'eiaculazione l'acidità di questi altri liquidi, esalti fortemente la motilità e la fertilità degli spermatozoi.

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Il liquido spermatico

Il liquido spermatico, o seme, che viene eiaculato durante l'atto sessuale del maschio, è costituito dai liquidi provenienti dai vasi deferenti, dalle vescichette seminali, dalla prostata e dalle ghiandole mucose, quelle bulbo-uretrali in particolare. La massa principale del seme è costituita dai liquidi delle vescicole seminali (circa il 60%), ch'è l'ultimo ad essere eiaculato e serve a lavar via il materiale spermatico dal dotto eiaculatore e dall'uretra. Il pH medio del complessivo liquido spermatico è di 7,5, essendo stata neutralizzata dall' alcalinità del liquido prostatico la lieve acidità degli altri costituenti. Il liquido prostatico conferisce al seme l'aspetto lattiginoso, mentre i liquidi provenienti dalle vescichette seminali e dalle ghiandole mucose gli conferisce una consistenza mucoide. In realtà, l'enzima coagulante del liquido prostatico agisce sul fibrinogeno del liquido seminale facendo formare un piccolo coagulo che si dissolve poi nei successivi 15-20 minuti, per azione della fibrinolisina prostatica. Nei primi minuti dopo la eiaculazione gli spermatozoi restano relativamente immobili, forse per la viscosità del coagulo. Però, dopo la dissoluzione del coagulo, gli spermatozoi diventano mobilissimi. Benché gli spermatozoi possano sopravvivere per molte settimane nei dotti genitali del maschio, una volta eiaculati nel liquido spermatico, il tempo massimo di sopravvivenza, alla temperatura del corpo, è compresa fra 24 e 72 ore soltanto. A temperature più basse, però, il liquido spermatico può essere conservato per parecchie settimane; e, congelato a temperature al di sotto di -100 °C, lo sperma di certi animali ha potuto essere conservato per oltre un anno.

Capacitazione

In alcuni animali gli spermatozoi, immediatamente dopo essere stati eiaculati, non sono capaci di fecondare l'uovo, ma acquistano tale capacità qualche ora dopo. Questo fenomeno si chiama capacitazione. Può essere che si tratti semplicemente di un processo di invecchiamento, o può essere che dipenda dall'azione di componenti del liquido spermatico non provenienti dal vaso deferente, o che dipenda dall'azione di eventuali secrezioni della femmina. Ad ogni modo, è dubbio che una tale capacitazione si richieda per gli spermatozoi dell'uomo.

Fertilità nel maschio

Distruzione dell'epitelio dei tubuli seminiferi può ve-rificarsi a seguito di parecchie e svariate malattie. Per esempio, un'orchite bilaterale consecutiva a parotite epidemica può determinare un tale grado di degenerazione dell'epitelio tubulare, da provocare sterilità in una larga percentuale di maschi cosi colpiti. Un'altra malattia che spesso si localizza nei testicoli, dove può provocare grave danno tubulare è la febbre tifoide. Inoltre numerosi neonati maschi nascono con alterazioni degenerative dell'epitelio tubulare, conseguente a stenosi dei dotti genitali, oppure per cause ignote. Infine, può aversi sterilità, di solito temporanea, per effetto di temperature troppo elevate nei testicoli. Effetto della temperatura sulla spermatogenesi. Oltre all'effetto diretto dell'elevata temperatura nell'abbre-viare la vita degli spermatozoi, come già accennato, con l'aumentare della temperatura dei testicoli si può avere inibizione della spermatogenesi, per degenerazione di tutte le cellule dei tubuli seminiferi e degli spermatogoni. Si è più volte affermato che il motivo per cui i testicoli sono racchiusi in uno scroto corrugato, sta nella necessità di tenervi una temperatura inferiore a quella corporea. Quando fa freddo i riflessi scrotali fanno contrarre la muscolatura dello scroto, attirando i testicoli più vicino al corpo, mentre quando fa caldo la muscolatura dello scroto si rilascia quasi completamente per modo che i testicoli restano sospesi più lontano dal corpo. Inoltre lo scroto è ben provvisto di ghiandole sudoripare, presumibilmente per favorire il raffreddamento dei testicoli. Sicché sembra proprio che lo scroto sia progettato in modo da funzionare come un dispositivo per il raffreddamento dei testicoli, senza il quale la spermatogenesi sembra che sia deficitaria.

Criptorchidismo

Si dice criptorchidismo la mancata discesa di un testicolo dall'addome nello scroto. Nel corso dello sviluppo del feto maschio, i testicoli originano dalle creste genitali. Però durante gli ultimi stadi della gestazione, i testicoli discendono nello scroto, attraverso i canali inguinali. Talvolta questa discesa non si attua affatto o si attua in modo incompleto, per cui uno od entrambi i testicoli rimangono nell'addome, o nella via inguinale lungo la discesa. Un testicolo che rimane per tutta la vita nella cavità addominale è incapace di produrre spermatozoi. L'epitelio tubulare appare completamente degenerato e del testicolo sussistono solo le strutture interstiziali. Si pensa che anche quei pochi gradi di differenza di temperatura, più alta nell'addome che nello scroto, possano provocare la degenerazione dell'epitelio tubulare e quindi la sterilità.

Perciò nei ragazzi nei quali non si sia avuta la discesa dei testicoli si suole praticare un intervento chirurgico inteso a riportare il testicolo ritenuto nello scroto, prima dell'inizio della vita sessuale dell'adulto. A provocare la migrazione dei testicoli dall'addome nello scroto è la secrezione di testosterone degli stessi testicoli fetali. Perciò, molti se non la maggioranza dei casi dipendono da malformazioni dei testicoli i quali risultano incapaci di secernere testosterone. Importanza del numero degli spermatozoi sulla fertilità. La quantità di liquido spermatico eiaculato per ogni coito, ammonta di solito a circa 3,5 mi e, per ogni millilitro, si possono contare circa 120 milioni di spermatozoi, benché anche in soggetti normali tale cifra può variare fra 35 milioni e 200 milioni. Ciò significa che di solito, per ogni eiaculazione, viene emessa una media totale pari a 400 milioni di spermatozoi.

Quando il numero di spermatozoi per millilitro scende al di sotto dei 20 milioni, è molto probabile che vi sia sterilità. Sicché, anche se un solo spermatozoo è necessario per fecondare l'uovo, per motivi ancora non del tutto chiari, l'eiaculato deve contenere un enorme numero di spermatozoi perché, almeno uno, riesca a fecondare l'uovo. Influenza della morfologia e della motilità degli sper-matozoi sulla fertilità. Può capitare che un uomo non sia fertile, pur avendo un numero di spermatozoi del tutto normale. Quando ciò accade, si può spesso trovare che sino a metà degli spermatozoi presentano anomalie, come il fatto di avere due teste, o malformazioni della testa, o della coda; altre volte, gli spermatozoi appaiono del tutto normali, ma, per qualche motivo non chiaro, risultano immobili o relativamente immobili. Ogni volta che una gran parte degli spermatozoi presenta anomalie nel loro aspetto morfologico, o risulta non normalmente mobile, è probabile che vi sia mancanza di fertilità, anche se altri spermatozoi hanno aspetto normale. Funzione della ialuronidasi e delle proteinasi secrete dagli spermatozoi nel processo di fecondazione. Accumulate a livello degli acrosomi degli spermatozoi, si trovano notevoli quantità di ialuronidasi e di proteinasi.

La ialuronidasi è un enzima che depolimerizza i polimeri di acido ialuronico presenti in forti quantità nella sostanza cementante intercellulare; le proteinasi hanno la capacità di dissolvere le proteine tessutali. Quando l'uovo viene espulso dal follicolo nella cavità addominale, esso è circondato da parecchi strati di cellule. Prima che uno spermatozoo possa raggiungere l'uovo per fecondarlo, occorrerà rimuovere tali cellule; si ritiene che a tale scopo un qualche ruolo sia da attribuire alla ialuronidasi ed alle proteinasi liberantisi dagli acrosomi (in aggiunta al ruolo ben maggiore da attribuire al bicarbonato di sodio, presente nelle secrezioni delle trombe di Falloppio). Questi fattori servono tutti a liberare l'uovo dai rivestimenti cellulari, consentendo agli spermatozoi di raggiungerne la superficie. Quando vi sono pochi spermatozoi — meno di 20 milioni per millilitro — si ha spesso sterilità. Questa si ritiene che possa dipendere da deficienza degli enzimi che servono a rimuovere gli strati cellulari dalla superficie dell'uovo. Altra possibile funzione delle proteinasi è quella di consentire agli spermatozoi di penetrare attraverso il tappo di muco che spesso si forma nel collo dell'utero. Le proteinasi agiscono come enzimi mucolitici che presumibilmente precedono lo spermatozoo creando dei canalicoli attraverso il tappo del muco. Si pensa che la mancanza dell'appropriato enzima mucolitico per la suddetta funzione possa talvolta essere responsabile della sterilità nel maschio.

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