La fibrillazione atriale si divide ne:
-FA parossistica: primo episodio.
-FA ricorrente: due o più episodi.
-FA persistente: episodio che si prolunghi nel tempo.
-FA permanente: costituisce il ritmo stabile del paziente.
-FA silente: episodi asintomatici rilevati strumentalmente.
Criteri elettrocardiografici: l'attività elettrica atriale è rappresentata da piccole
ondulazioni irregolari della linea isoelettrica, chiamate onde F, con frequenza
tra i 350 ed i 600/min. La risposta ventricolare è irregolare con frequenza, nel
paziente non trattato, di 100-160 battiti/min. Non sempre le onde F sono ben riconoscibili
e la fibrillazione atriale va sospettata in presenza di complessi sopraventricolari
con ritmo irregolare senza onde P visibili. Altri esami utili: (1) ecocardiogramma
transtoracico (2) ecocardiogramma transesofageo (nel sospetto di trombi parietali)
(3) T3 T4,TSH, creatinina, dosaggio (se appropriato) di cocaina, oppiacei, cannabinoìdi,
etanolo; (4) Test del cammino di 6 minuti (per valutare l'appropriatezza del controllo
della frequenza) (5) Holter ecg (per valutare l'appropriatezza del controllo della
frequenza); (6) Studio elettrofisiologico (in presenza di tachicardia a QRS larghi
o per identificare aree da sottoporre ad ablazione).
Insufficienza cardiaca Cardiopatia ischemica cronica Pericardite Cardiopatia ipertensiva Valvulopatia mitralica Tachicardia atriale ectopica Cardiomiopatia ipertrofica
Non cardiaci
Tireotossicosi
Sindrome metabolica
Polmonite, BPCO acutizzata
Embolia polmonare Obestà Infezioni
Sindrome sleep apnea Ingestione acuta di alcol
Ipertensione arteriosa
1. Riduzione della risposta ventricolare rapida (frequenza >140/ min).
a. In presenza di sintomi e segni di angina, ipotensione o scompenso (dispnea, ortopnea,
rantoli basali, ritmi di galoppo) e, se presenti, ospedalizzare immediatamente per
sottoporre il paziente a cardioversione elettrica d'urgenza (100 J) previo trattamento
anticoagulante con eparina sodica. In molli centri il trattamento anticoagulante
prima della cardioversione non viene el fettuato oppure si effettua un trattamento
anticoagulante con eparine a basso peso molecolare. Nella fibrillazione da focus
aritmogeno è indicata L'abluzione con catetere a radiofrequenza.
b. In assenza di scompenso e di
angina il primo obiettivo è la riduzione della frequenza
ventricolare e la cardioversione elettrica viene rinviata a dopo che il paziente
sia stato adeguatamente scoagulato con anticoagulanti orali. Il controllo della
frequenza va ottenuto possibilmente con con farmaci somministrati per os con l'obiettivo
di una frequenza <110 bpm e paziente asintomatico con funzione ventricolare sinistra
preservata:
propranolo (Inderal cpr 40 mg).Pos: iniziare a dosi basse es 20 mg x 3, incrementandole
progressivamente fino ad ottenere il controllo della frequenza; oppure diltiazem
(Dilzene 60 mg cpr). Pos: una compressa 3-4 volte al giorno; Controindicato nello
scompenso cardiaco moderato-severo oppure verapamil (Isoptin 80 mg cpr).
Pos: una compressa 3-4 volte al giorno; può essere usato solo in pazienti con frazione
di eiezione normale. Controindicato nello scompenso cardiaco moderato-severo. oppure
digossina (Lanoxin cpr 0125 mg). Pos: 1-2 compresse al giorno. Il dosaggio
va individualizzato in relazione alla frequenza ventricolare tenendo conto dello
stretto margine terapeutico del farmaco. Qualora sia necessario un rapido controllo
della frequenza possono essere usati i calcioantagonisti non diidropiridinici per
via ev anche in presenza di insufficienza cardiaca purché non vi sia riduzione della
frazione di eiezione: verapamil (Isoptin fi 5 mg). Pos: 2 fl ev. Il farmaco
aumenta il grado di blocco atrioventricolare e rallenta la risposta ventricolare;
va usato solo in pazienti con frazione di eiezione normale. Controindicato nello
scompenso cardiaco moderato-severo , oppure diltiazem (Altiazem fl 50 mg).
Pos: 0,25 mg/kg/ev in 2 minuti, seguiti da una seconda somministrazione di 0,35
mg/kg se necessario. Sembra particolarmente utile in pazienti con disfunzione ventricolare.
Controindicato nello scompenso cardiaco moderato-severo, oppure digossina
ev (Lanoxin fi 0,5 mg) oppure per os (Lanoxin cpr 0,25 mg) alla dose iniziale di
0,5 mg con successive modifiche del dosaggio allo scopo di mantenere la frequenza
cardiaca tra 60 ed 90 battiti/min. In caso di inefficacia ed in assenza di segni
di scompenso o di altre controindicazioni ai beta-bloccanti può essere aggiunto
propranololo a piccole dosi (40 mg) che possono poi essere rapidamente incrementate;
Tutti questi farmaci non andrebbero somministrati se è presente una sindrome di
Woljf-Parkinson-White che conduca per via anterograda lungo la via accessoria (complessi
ventricolari larghi) perché essi possono facilitare la conduzione lungo tale via,
con incremento della frequenza e rischio di fibrillazione ventricolare.
Ablazione con catetere a radiofrequenza
L'ablazione con catetere a radiofrequenza è una sofisticata metodica mediante la uale vengono inattivate da un punto di vista elettrico le zone dell'atrio destro che rasentano attività elettrica ripetitiva, responsabili dello scatenamento e del mantenimento della FA. In genere tali aree sono localizzate intorno alle vene polmonari l'ablazione standard consiste nell' isolamento elettrico delle vene polmonari. L'efficacia dell'ablazione è proporzionale all'entità della fibrosi atriale. La procedura non sempre ha successo e non di rado deve essere ripetuta. Le nuove linee guida per il trattamento della FA (2014 AHAIACCIHRS Guidelines far the Management of Patients With Atrial Fibrillation) considerano l'ablazione con catetere a radiofrequenza come il trattamento di scelta della fibrillazione atriale parossistica o persistente. Di fatto l'ablazione può essere effettuata nel giovane già dopo il primo episodio mentre nell'anziano viene effettuata quando il trattamento medico non sia stato soddisfacente oppure nelle forme recidivanti. Oltre gli 80 anni tale metodica non viene in genere impiegata anche se in taluni centri viene effettuata oltre tale soglia con buoni risultati. Nella FA di vecchia data l'ablazione non viene in genere effettuata perché il grado di fibrosi (responsabile delle alterazioni elettriche) è elevato e diffuso a tutto l'atrio. In soggetti di età < 65 anni l'ablazione consente spesso di evitare trattamenti farmacologici. I soggetti di età > 65 anni sottoposti ad ablazione in genere richiedono comunque un trattamento farmacologico di mantenimento. L'ablazione non va infine effettuata in soggetti che non possano essere sottoposti a trattamento anticoagulante.
Nelle forme di FA persistente o permanente con frequenza non controllabile farmacologicamente
può essere effettuata l'ablazione del nodo atrioventricolare e l'impianto di un
pacemaker eventualmente biventricolare. In altri casi resistenti può essere tentata
la compartimentalizzazione dell'atrio con linee continue di ablazione che mimano
quanto può essere effettuato chirurgicamente con la procedura Maze. Il paziente
deve essere comunque scoagulato.
2.Ripristino del ritmo sinusale con cardioversione farmacologica.
Questo tipo di tentativo è controindicato nei pazienti con atrio sinistro > 4,5
cm all'ecocardiogramma e/o in caso di durata dell'aritmia > 12 mesi. Per convertire
il ritmo a sinusale va spesso aggiunto, dopo che i farmaci precedenti abbiano provocato
una riduzione della frequenza ventricolare:
amiodarone (Cordarone cpr 200 mg). Pos: 300-400 mg due volte al giorno
per 2 settimane, seguiti da 200 mg due volte al giorno per 2-4 settimane e
quindi da 200 mg al giorno;
oppure
propafenone (Rytmonorm cpr 150 e 300 mg). Pos: 150-300 mg 2-3 volte al giorno.
Il propafenone è controindicato in presenza di alterazioni strutturali cardiache
(es ipertrofia ventricolare sinistra o pregresso infarto miocardico) o di allungamento
del Q-T; ; oppure
flecainide (Almarytm cpr 100 mg). Pos: 100-150 mg tre volte al giorno. La flecainide
è controindicata in presenza di alterazioni strutturali cardiache (es ipertrofia
ventricolare sinistra o pregresso infarto miocardico) o di
allungamento del Q-T.
In alternativa sono efficaci i farmaci della classe la (chinidina, disopiramide, procainamide):
solfato di chinidina (Chinteina 0,2 g) Pos: 300-400 mg ogni 6 ore per os. Tale trattamento
è molto efficace nel ripristinare il ritmo sinusale. Sono molto diffusi anche i
preparati ritardo quali il poligalatturonato o gluconato di chinidina alla dose
di 600-700 mg di chinidina alla dose di 600-700 mg di chinidina base/die. oppure
disopiramide (Rytmodan cps 100 mg). Pos: 1-2 cps 3 volte al giorno. In caso di inefficacia
dei precedenti:
il sotalolo (Sotalex cpr 80 mg) si è dimostrato efficace sia nella cardioversione
farmacologica che nel mantenimento del ritmo sinusale. L'uso è consigliato in caso
di inefficacia dei farmaci chinidinosimili.
1.Controllo della frequenza ventricolare
Nei soggetti attivi il controllo della frequenza ventricolare può essere ottenuto
con un betabloccante o con un calcioantagonista (verapamil o diltiazem). Molti
soggetti anziani tollerano bene la fibrillazione atriale senza alcun trattamento
per concomitante disfunzione del sistema di conduzione atrioventricolare e frequenza
ventricolare < 120/min. A costoro è spesso necessario somministrare digossina per
os (Lanoxin cpr) a dosi per lo più oscillanti tra 0,125 e 0,250 mg/die. Talvolta,
per controllare adeguatamente la frequenza ventricolare, è necessaria l'aggiunta
di un secondo agente quale il verapamil per os (Isoptin) o un betabloccante come
il propranololo (Inderal) o il sotalolo (Sotalex) iniziando sempre con dosaggi
minimi e incrementandoli in rapporto alla frequenza. In presenza di insufficienza
cardiaca congestizia possono essere usati la digossina, l'amiodarone o eventualmente,
con le dovute cautele, i betabloccanti. In caso di risposta ventricolare ritmica,
si deve sospettare un'intossicazione digitalica con ritmo giunzionale e dissociazione
atrioventricolare.
visita: Un Medico per Tutti
Solo i pazienti con attacchi di fibrillazione atriale parossistica ripetuti e/o
sintomatici dovrebbero essere sottoposti a trattamento a lungo termine volto al
mantenimento del ritmo sinusale:
a. FA senza alterazioni strutturali cardiache: propafenone (Rytmonorm cpr
150 e 300 mg). Pos: 150-300 mg 2-3 volte al giorno; oppure flecainide (Almarytm
cpr 100 mg). Pos: 100-150 mg tre volte al giorno; oppure
b. FA con insufficienza cardiaca: amiodarone (Cordarone cpr 200 mg). Pos:
1 cpr/die.
c. FA con coronaropatia: sotalolo (Sotalex cpr 80 mg). Pos: 1 cpr 1-2 volte
al giorno; oppure disopiramide (Ritmodan Retard cpr 250 mg). Pos: 1 cpr ogni
12 ore.
Il mantenimento del ritmo sinusale dopo cardioversione può essere effettuato con
amiodarone a basse dosi (Cordarone cpr 200 mg). Nessuno di questi farmaci è esente
dal rischio di effetti proaritmici.
Nei pazienti con FA valvolare: sempre indicata una profilassi con anticoagulanti
orali tradizionali (warfarin o acenocumarolo) mantenendo l'INR tra 2e3. Nei pazienti
con fibrillazione atriale non valvolare, viene consigliato il trattamento con anticoagulanti
orali nei pazienti che presentino fattori di rischio tromboembolico. Questi vengono
distinti in fattori di rischio-moderato (diabete, ipertensione, insufficienza cardiaca,
età > 75 anni, frazione di eiezione <35) ed in fattori di rischio-severo (storia
di ictus, TIA o di eventi tromboembolici). I pazienti privi di fattori di rischio
aggiunti devono essere trattati con aspirina o con un altro antiaggregante. Quando
è indicato il trattamento con anticoagulanti orali va deciso se utilizzare gli anticoagulanti
tradizionali come i warfarin o l'acenocumarolo oppure uno dei cosiddetti Nuovi Anticoagulanti
Orali (NAO) quali dabigatran, apixaban e ri-varoxaban. Comunque prima di decidere
il trattamento viene consigliata la preventiva valutazione dei fattori di rischio
di ictus con il calcolo del punteggio CHA2DS2-VASc nonché del rischio di sanguinamento
con la scala HAS-BLED.
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