Premesso che se fate dello sport e togliete le erbacce dal vostro orto o dal vostro giardino usando dei sistemi atavici, zappa ed olio di gomito, fate la cosa giusta, viceversa se usate erbicidi li assorbirete prima o poi nelle verdure che avete piantato o, peggio, ancora li potreste assorbire o venirne a contatto per incidente.
Ma che fare in caso di ingestione di erbicidi?
E quali sono questi erbicidi che impiegate con disinvoltura?
In primo luogo chiamate subito il 118 e, per informazione, leggete quanto appresso riportato.
Si dividono in due gruppi principali:
a) clorofenoli: clorofenossiacidi, dinitrofenoli;
b) dipiridilici.
Tra gli erbicidi i dinitrofenoli si trovano sotto svariate forme isomere; il
più usato è il 2,4-dinitrofenolo (DNP) la cui DL è di 1g. Un derivato importante
molto diffuso è il dinitro-ò-cresolo (DNOC).
Tossicità: è notevole per tutte le vie di assorbimento, ed è conseguente al disaccoppiamento
della fosforilazione ossidativa con azione metabolica sulla cellula.
- lesioni cutanee, oculari da contatto/assorbimento;
- irritazione delle vie aeree per inalazione (fino all'edema polmonare).
Per ingestione: vomito e dolori epigastrici seguiti da segni sistemici con dispnea e tachipnea, febbre, iperglicemia, tachiaritmia con possibile FV d'esordio, convulsioni e coma.
In particolare per i clorofenoli e fenossiacidi si segnala la presenza di lesioni cutanee specifiche, note con il nome di cloracne. I dinitrofenoli, che si presentano come polveri di colore giallo, possono dare colorazione gialla delle sclere.
Non esistono antidoti specifici.
E' importante la rimozione del tossico dalla cute e dalle mucose congiuntivali con
ripetuti lavaggi con acqua saponata per evitare ulteriore assorbimenti.
Mezzo fisici (spugnature) per combattere l'ipertemia (che non farmaci antipiretici),
e trattamento sintomatico per l'insufficienza respiratoria e cerebrale.
Gastrolusi in caso di ingestione con soluzioni di bicarbonato al 5% seguita da catarsi
salina in caso di ingestione del tossico.
Il Diquat e il Paraquat sono i più conosciuti. Il contatto con le particelle contenute
nel terreno disattiva l'erbicida (effetto sfruttato nella terapia).
Tossicità: danni citotossici gravi e diretti legati alla presenza di radicali liberi
e perossidi. DL nell'uomo 30/40 mg/kg.
- nausea, vomito e diarrea;
- insufficienza respiratoria grave (per lesioni polmonari, che avvengono successivamente);
- insufficienza renale ed epatica;
- convulsioni, coma.
- gastrolusi precoce (entro 4 ore dall'ingestione)
con infusione di carbone;
- somministrazione di soluzione acquosa al 30% di 1 Fuller (di difficile riperimento;
può essere sostituì:
Bentonite o dal carbone attivo, però, meno efficacace
- controllo e reintegrazione del bilancio idroelettrolitico
- emoperfusione su colonna di carbone o in alterr. dialisi o plasmaferesi.