Le epatiti autoimmuni
dagli appunti del dott. Claudio Italiano
cfr prima
epatite
autoimmune: definizione e criteri
E’
un’infiammazione cronica del fegato a causa sconosciuta, che si caratterizza per
a) un’epatite periportale (infiammazione dello spazio portale, cfr
epatiti
croniche); b) movimento di autoanticorpi c) esclusione di altre patologie epatiche
ed epatiti croniche (per es. da virus HCV,
HBV, emocromatosi,morbo
di Wilson ecc.,
cirrosi biliare primitiva,steatoepatite alcolica).
La malattia colpisce le donne (71%), in genere nella prima dei 40 anni. E’ un processo,
dicevamo autoimmunitario, e pertanto si associa, talora, ad altri quadri autoimmuni
(cioè caratterizzati da movimenti anticorpali rivolti verso le stesse strutture
dell’organismo!) come la colite ulcerosa,
il morbo di Graves, la sinovite.
Classificazione.
Si è soliti classificare l’epatite autoimmune sulla base del riscontro degli
autoanticorpi , che sono per il TIPO I rappresentati massimamente dagli ANA
(antinucleo) e SMA (antimuscolo liscio), così come avviene in USA ed Europa;
segue il TIPO II dove gli anticorpi sono i LKM1 che non coesistono con i
primi citati, e si associano a patologie come la tiroidite autoimmune, vitiligine,
diabete insulino-dipendente e colite-ulcerosa. L’epatite autoimmune di tipo 3° si
caratterizza per anticorpi anti-SLA. l’11% dei pazienti con epatite autoimmune di
tipo 1 ha anti-SLA .
Patogenesi del danno epatico.
I meccanismi che sono alla base del danneggiamento epatico sono rappresentati
dalla:A) citotossicità cellulomediata anticorpo-dipendente;
B) citotossicità diretta, cioè mediata dai linfociti citotossici. Nel caso
A) esistono autoanticorpi diretti contro le normali proteine di membrana epatocitaria
ed il complesso antigene-anticorpo sulla superficie dell’epatocito diventa bersaglio
per i linfociti che hanno i recettori Fc per le molecole anticorpali (cellule natural
Killer). Nel caso B), invece, un autoantigene malattia-specifico
viene esposto in modo anomalo sulla superficie dell’epatocita in associazione agli
antigeni HLA (cioè di istocompatibilità): ne deriva che il linfocita (linfocita
citotossico) non riconosce più come self la struttura e si attiva per distruggerla.
Le linfochine che vengono , per l’occasione liberata, facilitano la comunicazione
tra le cellule e promuovono l’espressione di neoantigeni HLA di classe II. Esiste
dunque in entrambi i casi un incremento dell’immunoreattività cellulomediata.
Quando la cura?
La gravità dell’attività infiammatoria viene valutata sulla base degli indici biochimici
di citolisi, per es. un rialzo delle AST almeno di 10 volte (10X) la norma o più,
oppure AST > 5X associata ad ipergammaglobulinemia (cfr
profilo
epatico ). Il quadro istologico evidenzierà ponti necrotici o necrobiosi confluente.
Invece non sarà necessaria la cura se le AST sono < a 5X ed il quadro istologico
non depone per epatite periportale, oppure l’attività è bassa.
Terapia.
Si basa su cicli di cortisonici per 4 settimane, seguiti da cicli di mantenimento;
tuttavia è possibile una terapia di combinazione con cortisonico+azatioprina, partendo
da dosaggi medio-alti che poi si riducono settimana per settimana e dopo 4-5 settimane
si effettua il mantenimento.
Diagnosi
I criteri diagnostici per l’epatite autoimmune sono un rialzo di immunoglobuline
> di 1,5 volte rispetto al limite superiore della norma e i titoli sierici di SMA
ed ANA ed LKM1 > di 1:80. Non vi deve essere stato uso di alcool, nè epatite cronica
virus B e C correlata , nè
da virus di Epstein-Barr, nè Cytomegalovirus; Gli anticorpi antimuscolo liscio riflettono
la presenza di anticorpi diretti contro l’actina, la tubulina, la vimentina, desmina
e scheletina. Gli anticorpi anti-microsomiali del fegato/rene di tipo I sono reattivi
contro l’antigene microsomiale 50 kDa del fegato e del rene identificato come la
citocromossigenasi P450 IID6. Altri tipi di anticorpi riscontrati sono quelli diretti
contro fegato e pancreas, anti-LP, e contro le asialoglicoproteine (anti-ASGPR),
contro il citosol epatico di tipo 1 (anti-LC1), anticorpi citoplasmatici antineutrofili
perinucleari (pANCA) che sono stati riscontrati specialmente nella
colangite sclerosante.
indice delle
malattie del fegato