L'emorragia è una condizione che si determina a seguito di una lesione dei tessuti con fuoriuscita del sangue dai vasi sanguigni; tuttavia la lesione può comprendere i vasi sanguigni, cioè le arterie (sono come dei "tubi" che dal cuore portano il sangue in periferia).
Viceversa le vene (sono dei "tubi" che al contrario raccolgono il sangue dalla periferia e lo portano al cuore destro) e pertanto la gravità dipende dalla quantità di sangue che viene perso e dalla sua rapidità di uscita, perché se un'arteria è lesionata vedrete zampillare a fiotti il sangue.
In caso di un trauma o di una lesione da tagliante, o da strappo si può determinare una lesione tissutale ma anche di vasi profondi o superficiali, in comunicazione con l'esterno attraverso una ferita.
La quantità di sangue che fuoriesce dipende:
dalla dimensione del vaso sanguigno interessato
dalla sua natura e dalla pressione con cui il sangue circola nel vaso
nell'unità di tempo
Che fare?
Urlate con violenza e svenite! No, scherzo!
Dovete intervenire ma nel frattempo chiedere aiuto e fare intervenire il servizio ambulanze del 118, subito, spiegando chiaramente chi siete, dove vi trovate e che cosa è accaduto, per esempio un incidente stradale, un incidente sul lavoro, un accoltellamento, una sparatoria ecc.
Dovete inoltre, al più presto, intervenire per bloccare l'emorragia perché altrimenti il paziente infortunato è spacciato, specie se il vaso interessato è di dimensioni notevoli (per esempio l'arteria di un braccio o di una gamba che ha subito un trauma.
Distinguiamo:
- Emorragie venose: contraddistinte da perdita di sangue di colore
scuro, con flusso costante a bassa pressione.
- Emorragie arteriose: più gravi per il rischio di una perdita
massiva che mette a repentaglio la vita del paziente stesso e che devono essere
fermate ad ogni costo; fuoriesce sangue in gran copia, spezzo a schizzo, e di
colore rosso rutilante.
Il trattamento di un'emorragia esterna, cambia a seconda che sia:
a) venosa
b) arteriosa.
Nel caso di una lesione venosa, basta tamponare la zona della
ferita per far fermare il flusso di sangue.
Nel caso di emorragia arteriosa occorre individuare l'arteria e bloccarla da
sopra ("a monte"), in maniera repentina, servendosi di un tampone e comprimendo
anche il vaso arterioso.
E' importante, però, non stringere in modo eccessivo la fasciatura per evitare
altre complicanze. Infatti se poniamo un laccio in un arto che perde, è chiaro
che il sangue si blocca, ma è pur vero che l'arto può andare incontro ad una
pericolosa ischemia.
Dovete:
A) Sdraiare il paziente, perché la pressione sanguigna si sarà nel frattempo ridotta ed egli rischia di crollare per terra!
B) Dovete tamponare la ferita, apponendovi sopra una garza (vedi il disegno) Infatti così avrete risolto il problema nel 95% dei casi. Si procede con quello che trovate prima: un fazzoletto, un pacchetto di fazzoletti di carta ed una garza, un pezzo di camicia! Nessuna esitazione è quindi giustificata davanti ad un infortunato con grave emorragia, non va neppure perso tempo per chiamare i soccorsi qualificati prima di aver tamponato l'emorragia.
C) Dovete fasciare in modo compressivo la ferita, cioè si prende la cintura o una cravatta, una sciarpa e la si avvolge attorno all'arto che sanguina, per farsi che il tampone di prima stia ben aderente e non si smuova! La fasciatura va fatta stretta affinché si blocchi l'emorragia.
D) Comprimere a monte il vaso che sanguina se la ferita è alla coscia, o
se è al collo. In questo
caso comprimo a monte l'arteria secondo lo schema della figura. Le più importanti
emorragie arteriose, quelle al collo, all'inguine o alla coscia, non possono essere
bloccate da una compressione sul punto di sanguinamento, ovviamente. In questo caso
tampono come posso e tengo conto del flusso ematico che procede dal cuore verso
la periferia del corpo, tamite le arterie. In questo caso la compressione verrà
effettuata lontano dal punto di sanguinamento, utilizzando le proprie mani come
tenaglie per schiacciare l'arteria contro un piano osseo. Questa manovra si chiama
compressione digitale a distanza.
Questi punti possono essere ricercati su noi stessi, a scopo di addestramento, in quanto vi è possibile rilevare la pulsazione dell'arteria sottostante. Alcuni punti di compressione sono i seguenti:
Arteria succlavia: per emorragie della spalla; comprimere con la punta delle dita
dietro alla clavicola, dall'alto al basso per spingendo l'arteria succlavia contro la prima costa.
Arteria ascellare: per emorragie del braccio schiacciare al centro dell'ascella.
Arteria omerale: per emorragie della parte finale del braccio, si comprime sulla
faccia interna del braccio, a metà altezza, sotto al muscolo bicipite, comprimendo
l'arteria omerale sull'omero.
Arteria omerale: per emorragie dell'avambraccio e della mano; Si comprime con i
due pollici tenuti paralleli nella piega del gomito mentre con le altre dita incorciate
si abbraccia il gomito stesso.
Arteria femorale: per emorragie della coscia; premere con tutto il peso del corpo,
con il pungo chiuso ed il braccio teso nella piega inguinale
Arteria poplitea: Premere con i pollici paralleli all'interno della piega del ginocchio
abbracciando contemporaneamente con le altre dita incrociate il ginocchio stesso.
L'uso del laccio è indicato se l'arto è fuori uso e sarà amputato, poiché il laccio blocca completamente
la circolazione del sangue e crea ischemia severa e necrosi dei tessuti! Esso va
posto sempre alla radice dell'arto stesso; si possono usare: cinture, cravatte,
stracci arrotolati, etc. ma MAI spaghi, fili, stringhe, fili elettrici che stritolano!
Una volta messo non va mai tolto (viene tolto solo all'interno del pronto soccorso).
Se un paziente infortunato ha un corpo estraneo infisso nella ferita da cui geme sangue che faccio ? Lo rimuovo?
NO! ASSOLUTAMENTE NON VA RIMOSSO UN CORPO ESTRANEO!
Esso va bendato con garza ed il paziente condotto al più presto in ospedale con tutto il corpo estraneo conficcato!
Pensate a Gage, un americano, conosciuto per essere diventato
uno dei casi di studio più famosi in neurologia in seguito a un incidente
sul lavoro avvenuto nel pomeriggio del 13 settembre 1848 vicino alla città di Cavendish,
nella Contea di Windsor, mentre inseriva una carica esplosiva in una roccia che
doveva essere fatta saltare in aria perché bloccava il passaggio della linea ferroviaria
in costruzione.
A causa dell'esplosione accidentale della polvere da sparo, il ferro di pigiatura
che Gage stava usando per compattarla schizzò in aria attraversando la parte anteriore
del suo cranio, provocando un grave trauma cranico che interessò i lobi frontali
del cervello. Miracolosamente sopravvissuto all'incidente, già dopo pochi minuti
Gage era di nuovo cosciente e in grado di parlare.
Per approfondire il tema dell'emergenza