Metabolismo del ferro ed emocromatosi

 

appunti del dott. Claudio Italiano

cfr anche emocromatosi

Fisiopatologia

L'assorbimento del ferro a livello del tenue nei soggetti sani è così regolato: tanto maggiore è la perdita, tanto maggiore è l'assorbimento; se i depositi di ferro sono saturi, l'assorbimento si riduce. Quando la quantità di ferro contenuto nell'organismo (3-5 g negli adulti) aumenta di 5 volte o anche più rispetto al normale, si verificano depositi del metallo a livello di diversi organi con conseguente patologia associata. L'entità delle manifestazioni cliniche dipende dall'intensità della sintesi di ferritina, che viene indotta nelle cellule in seguito all'aumento del ferro plasmatico.

Classificazione ed eziologia

Emocromatosi idiopatica (ereditaria)

a) forma perinatale (cirrosi epatica rara, che si instaura già a livello intrauterino, sempre con esito letale)

b) forma adulta: affezione rara (di solito colpisce uomini anziani), ereditarietà autosomica recessiva con diverso grado di penetranza. M:F = 10: 1; frequente l'associazione con particolari antigeni HLA (A 3, B 14, B 7), si manifesta prevalentemente in soggetti di età tra i 40-60 anni. Patogenesi: aumento (2-4 volte) dell'assorbimento di ferro da parte delle cellule della mucosa del tenue, indipendente dal fabbisogno dell'organismo (assorbimento non regolato).

a) forma «eritropoietica» affezioni ematologiche con disturbi della sintesi di emoglobina, che determinano eritropoiesi inefficace (ad es. talassemia)

b)forme da causa esogena - dopo trasfusioni (ad es. trasfusioni ripetute in caso di anemie emolitiche ereditarie, particolarmente talassemia major Poiché 500 ml di sangue contengono 250 mg di ferro, 100 trasfusioni da 500 ml rappresentano un apporto di 25 g di ferro (scorte normali di ferro nell'uomo 3,5 g, nella donna 2,2 g) - accumulo di ferro negli etilisti: probabilmente si tratta di soggetti eterozigoti per ernocromatosi idiopatica, nei quali l'affezione viene scatenata dall'assunzione di alcool. A tale gruppo appartiene anche la «siderosi di Bantu» del Sudafrica, determinata dall'assunzione di una bevanda a base di ferro e di alcool

Clinica

La quantità di ferro accumulato nelle forme secondarie di solito non raggiunge l'entità della forma primitiva:

- cirrosi epatica (75% dei casi), epato- (90%) e splenomegalia (15%)

- diabete mellito (70%), (diabete bronzino per la pigmentazione scura della cute)

- pigmentazione cutanea scura (melanina) (75% dei casi)

- cardiomiopatia secondaria ad accumulo di ferro, talvolta con disturbi del ritmo e insufficienza cardiaca «refrattaria alla digitale»

- disturbi endocrini: secondari alla lesione di organi come gonadi, corteccia surrenale, ipofisi

- dolori articolari (30% dei casi).

Nell'emocromatosi si distinguono 2 fasi:

I fase latente precirrotica

2.fase conclamata cirrotica

Complicanze

Complicanze dovute alla cirrosi epatica, epatocarcinoma primitivo (30% delle cause di morte) insufficienza cardiaca.

Diagnosi differenziale

I. definizione delle forme secondarie

2. aumento della ferritina sierica da altre cause: affezioni epatiche, infiammazioni, neoplasie.

Diagnosi

I. Clinica (particolarmente la triade epatopatia, diabete bronzino, pigmentazione cutanea).

2. Laboratorio: aumento del ferro nel siero e della ferritina nel plasma (> 700 p glI);

aumento della saturazione della transferrina (> 70%).

Test alla deferoxamina: dopo somministrazione di deferoxamina, che lega il ferro, l'escrezione di ferro con le urine è maggiore di 10 ing nelle 24h (normalmente la quantità escreta è inferiore a 2 mg/24 h).

3. Dimostrazione dell'accumulo di ferro nel fegato:

- metodo non invasivo: RNIN

- metodo invasivo: biopsia epatica con istologia + valutazione del ferro.

4.In caso di cirrosi epatica, diagnosi precoce di un evtl. epatocarcinoma «x-fetoproteina + ecografia).

5.In caso di emocromatosi idiopatica, ricerca famigliare per evidenziare altri casi di malattia.

Terapia

La terapia di scelta per le forme primitive è la flebotomia: con l'eritroaferesi (rimozione -di emazie concentrate) si può evitare la perdita di proteine. Con 500 ml di sangue vengono eliminati 250 ing di ferro. Gli accumuli di ferro sono sufficientemente ridotti quando la ferritina sierica diminuisce a meno di 20 pg/ml. A questo valore la frequenza dei salassi viene ridotta da 1 alla settimana a 1 ogni 3 mesi.

Valori ottimali di Hb di 11-12 g/dl, di ferritina di 50 pg/I.

La deferoxamina è poco efficace e viene pertanto impiegata esclusivamente nelle siderosi secondarie a trasfusioni (ad es. talassemia).

Prognosi

I pazienti trattati in fase precirrotica hanno una normale aspettativa di vita.

Centri per la cura

LOMBARDIA
Centro Metabolismo del Ferro
Azienda Ospedaliera San Gerardo
Via Pergolesi, 33
20090 Monza (MB)
Tel. 039 2332300-2333608-2332135 (ambulatorio, mercoledì 8.15-10.00, 14.00-17.30)
039 2339555 (studio medico, tutti i giorni 11.30-12.30)
Fax 039 322274
Riferimenti: prof. Alberto Piperno - dr.ssa Paola Trombini - dr.ssa Raffaella Mariani

Centro Epatologia e Malattie Metaboliche
c/o pad. Granelli, Dipartimento di Medicina Interna
Università degli Studi, Ospedale Maggiore Policlinico IRCCS
Via Francesco Sforza, 35
20122 Milano
Tel. 02 5503 3757/3783/3784
Fax 02 50320296
Riferimenti: dr.ssa Silvia Fargion - dr.ssa Anna Ludovica Fracanzani - dr. Luca Valenti
PIEMONTE
Medicina Interna 2
Università di Torino
Azienda Ospedaliera S. Luigi - Sez. 5A
10043 Orbassano (TO)
Tel. 011 9026604
Fax 011 9038636

VENETO
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale
Cattedra di Medicina Interna "B" (direttore: prof. Roberto Corrocher)
Policlinico G.B. Rossi
37134 Verona
Tel. 045 8124403
Riferimenti: prof. Domenico Girelli - dr. Oliviero Olivieri

EMILIA ROMAGNA
Centro Emocromatosi e Malattie Eredometaboliche del Fegato
Dipartimento di Medicine e Specialità Mediche
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Via del Pozzo, 71
41100 Modena
Segreteria: 059 4224356
Ambulatorio: 059 4222649
Laboratorio: 059 4223767
Fax: 059 4224363

LAZIO
Ambulatorio Porfirie (può essere un riferimento anche per i malati di emocromatosi)
Ospedale S. Gallicano vecchio, in Trastevere, tel. 06 58543659
Ospedale S. Gallicano nuovo, a Mostacciano, tel. 06 52666928
Roma
Responsabile: dr. Gianfranco Biolcati

Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
Sezione di Genetica Medica - Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia
Azienda Ospedaliera S. Camillo - Forlanini
Circ.ne Gianicolense 87
00152 Roma
Tel. 06 58704355/4622 (lunedì, mercoledì, venerdì ore 8.00-12.00)
Responsabile: prof.ssa Paola Grammatico
Riferimento: dr.ssa Silvia Majore
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