Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Cliccando su "Accetto" acconsenti all'uso dei cookie.

Problemi legali nelle urgenze psichiatriche

  1. Gastroepato
  2. Argomenti di psichiatria
  3. Problemi legali nelle urgenze psichiatriche

 

Il fatto reale.

Agli albori della mia carriera di medico mi trovavo in un ospedale di periferia quando sono stato chiamato dagli infermieri: un paziente in preda a delirio, aveva afferrato la sua flebo di vetro, l'aveva sbattuta contro il muro fino ad infrangerla, e la brandiva contro gli infermieri, minacciando che li avrebbe feriti!

Niente panico! Dopo aver sudato le classiche 7 camicie, è scattato il TSO: il paziente è stato contenuto e sedato, perchè pericoloso per sè e per gli altri!

Questo è un classico esempio di trattamento sanitario obbligatorio!

Che succede se un paziente rifiuta le cure?

Il medico che viene a contatto con problematiche psichiatriche gravi che investono il carattere di urgenza può trovarsi di fronte a delle scelte molto difficili da fare, non solo da un punto di vista clinico-terapeutico, ma anche da un punto di vista legale. La Legge 180/1978 setta Legge "Basaglia"), ripresa poi dalla Legge 833 dello stesso anno, istitutrice del Servizio Sanitario Nazionale, regolamenta in modo preciso i provvedimenti nei confronti dei cittadini, affetti da un disturbo psichico, che rifiutano le cure e il ricovero in reparto psichiatrico.

Non solo lo psichiatra, ma anche il medico non specialista può essere chiamato ad affrontare un'urgenza o un'emergenza psichiatrica e a decidere rapidamente se proporre o meno un trattamento sanitario obbligatorio (TSO). In questi casi anch'egli si muove tra due potenziali pencoli: l'abbandono d'incapace e il sequestro di persona. Si verificherà la prima evenienza nel caso in cui l'autorità giudiziaria ritenga il sanitario, con la sua decisione di non intervenire, responsabile delle conseguenze patite dal paziente o da altri.

Potrà all'opposto essere oggetto della seconda accusa se verrà ritenuto colpevole di avere ecceduto nelle misure coercitive, senza che vi fossero gli estremi, da un punto di vista medico e giuridico, per ricorrervi. Si può dire che non ci sono grossi dubbi quando l'urgenza riguarda gravi disordini comportamentali, mentre la situazione è assai meno chiara di fronte ad emergenze psicosociali o anche nel caso di pazienti psicotici abbastanza imprevedibili che, dietro un'apparente tranquillità, potrebbero covare propositi auto- e/o eteroaggressivi.

Come si richiede un TSO?

Per procedere all'effettuazione di un TSO, bisogna che il medico (la proposta la può fare un medico qualsiasi, è sufficiente la laurea in medicina) visiti il paziente (non è sufficiente il racconto di familiari e vicini).

Se il paziente è chiuso in camera o barricato in casa, è necessario chiamare i Vigili del Fuoco per avere accesso all'interno. In ogni caso è utile che sia presente la forza pubblica (112 o 113 o Vigili Urbani) insieme al servizio di emergenza sanitaria (118). Se il paziente è conosciuto dai servizi pubblici è importante mettersi in contatto con questi per la compilazione del TSO.

Una volta verificate le condizioni psicopatologiche e comportamentali ed appurato che non esistono alternative al TSO, si procede a stilare la proposta (basta una copia) indirizzata al Sindaco del Comune di residenza del malato; il medico declina le proprie generalità, poi fa la proposta di TSO facendo riferimento agli art. 33 e 34 della Legge 833/19/8, indica la persona oggetto della proposta (nome, cognome, luogo e data di nascita, residenza), dopodiché scrive le motivazioni della proposta stessa:
1) Il suddetto presenta alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti provvedimenti terapeutici (indicare di quali alterazioni si tratta; in genere si usano diagnosi psichiatriche come "grave stato delirante allucinatorio" oppure "stato di eccitamento maniacale" ecc.);
2) Poiché gli stessi (provvedimenti terapeutici) non vengono accettati...
3) ...e non vi sono le condizioni e le circostanze che consentano di adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extraospedaliere...
Nella parte finale del certificato il medico indica il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) dove propone il ricovero, il luogo dove viene stilato il certificato, la data e l'ora (perché ci sono 48 ore di tempo per portare a termine l'iter legale del provvedimento, che prevede, oltre la proposta, un certificato di convalida da parte di un medico del servizio pubblico, l'ordinanza emessa dal Sindaco che ha ricevuto i due certificati, e infine l'autorizzazione del Giudice Tutelare).

Se uno solo di questi passaggi non viene eseguito nel modo corretto, o viene superato il tempo legalmente utile, il TSO non è valido.

Se l'iter è corretto, il TSO ha validità sette giorni, rinnovabili o revocabili (anche prima della scadenza). Il Sindaco ha l'obbligo di inviare il provvedimento di TSO al Giudice Tutelare (entro le 48 ore successive al ricovero) per la necessaria convalida.

Il Giudice Tutelare, assunte le informazioni del caso, convalida il provvedimento entro le 48 ore successive. La mancata convalida da parte del Giudice Tutelare del provvedimento fa decadere automaticamente il TSO.

L'esperienza maturata negli anni ci dice che il Giudice Tutelare raramente esercita la sua funzione di controllo sui TSO.

In genere si limita ad un controllo "formale", verificando se la documentazione è completa e se sono stati rispettati i tempi di notifica del provvedimento etc.

Possiamo fare ricorso al Sindaco contro il TSO.

Questa possibilità, oltre che all'interessato, è allargata a "chiunque vi abbia interesse" (quindi anche amici, familiari, associazioni...).

Il Sindaco deve rispondere entro 10 giorni. Fatto paradossale se si pensa che il TSO dura di norma 7 (sette) giorni, eventualmente prorogabili di 7 giorni in 7 giorni. Se presentiamo ricorso entro le 48 ore successive al ricovero, è conveniente mandarne copia al Giudice Tutelare per attivarne l'azione di controllo. In caso di risposta negativa, il ricoverato può presentare richiesta di revoca

  oppure cfr  indice di psichiatria