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Elettroencefalografia

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cfr anche EEG

L'elettroencefalografia è la registrazione dell'attività elettrica cerebrale. I potenziali elettrici sono derivati dalla superficie esterna del cranio per mezzo di elettrodi a bottone od ago ed amplificati da una serie di circuiti elettronici fino a giungere ad intensità tali da poter essere registrati. La registrazione avviene mediante oscilloscopi o, abitualmente, mediante penne scriventi su carta. Le derivazioni possono essere monopolari o più frequentemente bipolari, in quest'ultimo caso si capta e si registra la differenza di potenziale fra due punti cerebrali.

I principali elementi semeiologici che compongono il tracciato elei troencefalografico sono:

 

Ritmo alfa

Questo è il principale componente del tracciato del sog getto normale in riposo sensoriale. è costituito da oscillazioni di frequenza compresa fra 8 e li Hz con voltaggio di circa 50 microvolt. Prevale sulle aree occipitali e parietali e diminuisce di ampiezza e di quantità avvicinandosi alle regioni anteriori. L'aspetto del ritmo alfa è sinusoidale. Per effetto di stimoli sensoriali, o di attività intellettiva, il ritmo alfa scompare (reazione di arresto) per ricomparire allorché cessa la stimolazione o l'attività di pensiero.

Ritmi rapidi

Hanno una frequenza superiore ai 14 Hz e per lo più un voltaggio basso; fra questi il più regolare è il ritmo beta. La sede preterenziale dell'attività rapida sono le regioni rolandica e prerolandica.
- Ritmo theta. Di frequenza 4- 8 Hz può avere voltaggio vario per lo più leggermente inferiore all'alfa. La localizzazione preferenziale è tempore parietale. Nell'uomo adulto ha quasi sempre carattere patologico.
- Onde delta. L'attività delta comprende la banda delle frequenze solto i 4 Hz; voltaggio variabile, raggiungendo molte volte un voltaggio anche superiore ai 200 microvolt. Può avere forma varia, presentali dosi talora sinusoidale, talaltra di forma irregolare con sovraimposta attività più rapida. Nell'uomo adulto in fase di veglia ha sempre significato patologico.

Figure parossistiche

Questi elementi compaiono in modo accessuale sul tracciato. Le principali figure parossistiche sono:

a) le punte, costituite da brusche variazioni di potenziale e che risultano rappresentate graficamente da una figura a cuspide detta punta. Questo elemento ha voltaggio superiore all'attività di base e durata molto inferiore (20-70 millesecondi);

b) figure di punta-onda, sono rappresentate dalla unione di una figura di punta con una onda lenta, possono presentarsi isolate, ma sovente sono visibili in sequenze costituite dalla successione di figure di punta-onda a 3 Hz che si esprimono in modo sincrono su entrambi gli emisferi cerebrali;

c) onde puntute, sono delle figure appuntite costituite da brusche variazioni di potenziale che si allungano poi in una onda lenta. Le figure parossistiche nell'uomo adulto a riposo in stato di veglia hanno sempre significato patologico.

Elettroencefalogramma infantile

Profonde differenze esistono nell'elettroencefalogramma a seconda dell'età. Si può riassumere l'evoluzione dell'elettroencefalogramma in questo modo: nei primi giorni di vita il tracciato è poco organizzato e rappresentato da oscillazioni a 0,5-2 Hz poco regolari, instabili, di medio voltaggio. Successivamente nel primo anno di vita si organizza un ritmo delta a 1-4 Hz, diffuso, di potenziale fra i 50 e i 70 microvolt. Tra i 12 mesi ed i 4 anni vi è un progressivo incremento dell'attività theta, mentre diminuisce il ritmo delta e comincia a comparire l'attività alfa per lo più in brevi sequenze. Tra i 4 e gli 8 anni il ritmo delta scompare ed abbiamo un tracciato di base costituito da onde alfa e theta frammiste. Dopo gli 8 anni vi è una progressiva diminuzione del ritmo theta ed un aumento della quantità del ritmo alfa che diviene l'attività dominante ed acquista stabilità e regolarità.
Valore diagnostico

L'elettroencefalogramma non deve essere mai valutato come una entità a sè stante, ma correlato con i dati clinici e con gli altri esami collaterali; in questo modo acquista un grandissimo valore semeiologico e diagnostico. Alterazioni dell'elettroencefalogramma si riscontrano in quasi tutte le affezioni encefaliche. Di primaria importanza è l'elettroencefalografia nello studio dell'epilessia. In questo caso l'elettroencefalogramma completa il giudizio diagnostico contribuendo alla classificazione della forma epilettica su criteri elettroclinici e quindi ad una corretta impostazione terapeutica. Il confronto di registrazioni ripetute nel tempo può inoltre fornire un criterio di valutazione longitudinale. è tuttavia necessario ricordare che l'indicazione all'esame EEG deve essere limitata a quei casi che pongono un quesito diagnostico cui esso possa fornire un contributo specifico. La difficoltà di identificare in assoluto i limiti del normale in EEG porta talora l'elettroencefalografista a descrivere irregolarità di significato patologico aspecifico che possono lasciare adito ad interpretazioni dubbie.

Lo stato di allarme spesso, a torto, ingenerato da tali reperti rappresenta di per sé, come è stato ripetutamente sottolineato, un elemento negativo non trascurabile. Informazioni di grande utilità si ottengono dall'elettroencefalografia anche nelle neoplasie cerebrali, nelle affezioni vascolari, nelle encefaliti e meningoencefaliti. Quando l'elettroencefalogramma registrato in condizioni di riposo non è significativo, si ricorre sovente all'uso di tecniche di attivazione per ottenere maggiori dati. Le principali metodiche di attivazione sono l'iperpnea (esecuzione da parte del soggetto di una iperventilazione polmonare spontanea durante qualche minuto), la stimolazione luminosa intermittente, le attivazioni farmacologiche (impiego di sostanze  convulsivanti o, viceversa, di barbiturici).

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