Cfr
Da dicembre 2013 è in corso la prima epidemia documentata da virus Ebola in Africa occidentale, la più estesa mai registrata per numero di casi e diffusione geografica e la più complessa in termini di gestione e controllo. I primi casi confermati sono stati segnalati a partire dal 22 marzo 2014 nella regione boschiva della Guinea sud-orientale, vicino al confine con la Liberia e la Sierra Leone. In seguito l'epidemia si è estesa e sono stati segnalati casi sospetti e/o confermati di EVD in Liberia, Guinea, Sierra Leone, Nigeria, Congo, Mali, Spagna, USA e Regno Unito. La malattia colpisce gli uomini e i primati (scimmie, gorilla, scimpanzé). Il nome "Ebola" deriva da un fiume della Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire), presso il quale nel 1976 si verificò uno dei primi due focolai epidemici. L'altro, si sviluppò praticamente in simultanea nel Sudan. Al 7 gennaio 2015 sono stati riportati 20.747 casi in otto paesi colpiti, con 8.235 decessi segnalati. Ad oggi sono considerate aree affette: Guinea, Liberia, Sierra Leone.
Il 30 settembre 2014 gli Stati Uniti d'America notificano all'OMS il primo caso
confermato d'importazione di MVE in un cittadino con storia recente di viaggio in
Africa occidentale (compatibile con il periodo di incubazione). Contagia durante
il ricovero ospedaliero 2 operatori sanitari che vengono dimessi guariti. Il 6 ottobre
un caso autoctono viene segnalato in Spagna in una operatrice sanitaria contagiata
da un paziente che era stato infettato in Sierra Leone. Il 29 dicembre 2014
il Regno Unito segnala il primo caso importato in una infermiera volontaria che
rientra dal servizio volontario in un centro per il trattamento dei casi di Ebola
in Sierra Leone. In Nigeria, dove il virus è stato introdotto nel mese di luglio
dalla Liberia, sono stati registrati complessivamente 20 casi e 8 decessi, tutti
correlati al caso indice di importazione. Tale focolaio non risponde, quindi, alla
definizione di autoctono. La data di isolamento dell'ultimo caso confermato risale
al 31 agosto 2014. Il 20 ottobre 2014, non essendo stati confermati ulteriori casi
l'OMS ha dichiarato la Nigeria virus-free.
Per dichiarare uno Stato virus-free
devono trascorrere 42 giorni, due volte il periodo massimo di incubazione della malattia, dopo l'ultimo
contatto con un caso. Nell'attuale quadro epidemiologico la probabilita' di casi
importati nel nostro Paese è stata definita bassa dal Ministero della Salute: gli
unici casi possono giungere via aereo ma questa evenienza in atto è ridotta a causa
delle precauzioni intraprese per evitare la diffusione di Ebola. Tuttavia
e' necessario prevedere misure di "sorveglianza e di gestione dei casi" con una
azione tempestiva allo scopo di prevenire una possibile trasmissione del virus.
A tale scopo il Ministero ha redatto un Protocollo centrale per la gestione dei
casi e dei contatti (Circ. 26377 del 01/10/2014 e successivo aggiornamento del 06/10/2014).
Il 17 ottobre con Decreto Assessoriale 1694/14, la Regione Sicilia ha emanato il
Piano di Sorveglianza e Case Management della malattia.
Ebola è un virus a Rna, appartenente alla famiglia dei Filoviridae, genere Filovirus.
Sono stati identificati cinque diversi sottotipi del virus: Zaire, Sudan, Ivory
Coast, Bundibugyo e Reston, ciascuno con una diversa diffusione geografica. I primi
quattro sono patogeni per l'uomo e hanno provocato epidemie in Africa. Il sottotipo Reston, invece, isolato per la prima volta a Reston, in Virginia (Usa), in macachi
provenienti dalle Filippine, è responsabile di malattia nei primati, mentre nell'uomo
provoca una forma asintomatica. Il paziente diventa contagioso quando comincia
a presentare i sintomi e si mantiene contagioso fino a quando il virus è rilevabile
nel sangue. All'inizio,quando e' presente solo febbre in assenza di vomito o diarrea
o manifestazioni emorragiche, il rischio e' basso. Nelle fasi tardive, quando compaiono
le manifestazioni emorragiche, il rischio e' più elevato e rimane alto anche dopo
la morte. Le informazioni scientifiche disponibili, desunte dalle pregresse
epidemie di Ebola, evidenziano come il virus Ebola si trasmetta attraverso:
-Il virus veicolato dalle secrezioni infette penetra per via mucosale o percutanea
-il virus si diffonde attraverso il torrente circolatorio e si replica attivamente
in: macrofagi, cellule dendritiche, cellule endoteliali
-i principali organi bersaglio sono fegato, rene, milza, ovaio, testicoli, organi
linfatici. le lesioni principali sono a carico dell'endotelio vascolare, con conseguente
aumento della permeabilità vasale e fatti emorragici. Il paziente si copre di lesioni
bollose, emorragiche. Negli stadi iniziali dell'infezione il virus grazie ad alcune
proteine codificate dal suo genoma blocca la replicazione virale e un ritardo nella
produzione degli anticorpi e nell'attivazione di altri meccanismi antivirali. La
risposta immune inizia quando la replicazione virale è fuori controllo; ne risulta
una iperattivazione del sistema immnunitario con una tempesta citochinica
Per contatto diretto (attraverso ferite della pelle o mucose) con sangue o altri
liquidi/materiali biologici, quali saliva, feci, vomito, sperma, incluse le secrezioni
salivari (droplets)
il contatto indiretto (per via cutanea o mucosale), con oggetti contaminati con
sangue o altri liquidi biologici (ad esempio aghi). Attraverso la macellazione di
bestiame selvativo infetto, per es. alcuni tipi di pipistrelli. I Chirotteri sono
un ordine di Mammiferi Placentati, provvisti di arti anteriori che nel tempo si
sono profondamente modificati e adattati al volo. Esistono più di 920 specie di
pipistrelli, sparse in tutto il mondo, che rappresentano circa il 20% di tutti i
Mammiferi viventi.
-cibi ed acque contaminate
Non vi sono evidenze di trasmissione del virus per via aerea.
La trasmissione all'uomo può avvenire comunque:
Per aerosol
-escrezione di roditori assorbiti con le mucose lesionate
Trasmissione
con vettori
-trasmissione con zanzare
-zecche
-volatili ematofagi
-contatto interumano, per es. rapporti sessuali, nello sperma il virus rimane per
3 mesi.
-via
inalatoria
Nel momento in cui un paziente giunge all'attenzione del medico, occorre valutare
la provenienza. Non sono i soggetti immigrati sui barconi clandestini ad esserne
considerati a rischio di contagio, poichè tali soggetti prima di essere traghettati
sui barconi rimangono per un periodo di mesi in attesa dell'imbarco. Non esistono
voli diretti dai paesi colpiti- I cittadini dei paesi colpiti sono probabilmente
meno di 7000 su oltre 3.5 milioni di stranieri residenti in Italia. I provenienti
clandestinamente via mare attraverso il Mediterraneo non costituiscono pericolo
in quanto le nazionalità dei paesi colpiti sono virtualmente non rappresentate e
perché la lunghezza del precedente viaggio via terra supererebbe comunque il limite
massimo di incubazione di EVD. Nella valutazione iniziale il personale sanitario,
al primo contatto con un paziente che presenta febbre o storia di febbre
nelle ultime 24 ore, deve attentamente verificare in anamnesi l'eventuale soggiorno
nelle aree affette da ebola nei 21 giorni precedenti l'esordio della febbre,
in modo da individuare tempestivamente i casi sospetti da sottoporre ad approfondimento
diagnostico ed inviarli al reparto di Malattie Infettive di riferimento. A tutti
i contatti devono essere fornite adeguate informazioni su:
-La specifica condizione di rischio.
-I sintomi di esordio della malattia.
-Le modalità di trasmissione per evitare assolutamente il contatto diretto o indiretto
di altre persone con il sangue (uso in comune di strumenti per l'igiene personale
o la medicazione di ferite).
- L'opportunità di evitare farmaci che possano mascherare l'insorgenza di temperatura
febbrile.
Per sospettare un caso di Ebola occorre utilizzare un criterio clinico ed
un criterio epidemiologico.
Segni clinici per sospettare ebola:
febbre >38°C o storia di febbre nelle ultime 24 ore ed almeno uno dei
seguenti sintomi:
-Mal di testa intenso, esantema cutaneo
-Vomito, diarrea, dolore addominale
-Manifestazioni emorragiche di vario tipo non spiegabili, per esempio lesioni bollose
emorragiche
-Insufficienza multiorgano
oppure
-Una persona deceduta improvvisamente ed inspiegabilmente
Soggiorno in un'area affetta da MVE nei precedenti 21 giorni (Liberia, Guinea,
Sierra Leone) oppure contatto con un caso confermato o probabile di MVE nei
precedenti 21 giorni, in questo caso il rischio di contagio è probabile ed occorre
comunicare il caso sospetto. Diventa confermato il caso che il laboratorio ha confermato.
-Contatti a basso rischio di esposizione (B1): Contatto casuale con
un caso probabile o confermato nei 21 giorni precedenti senza contatto diretto con
sangue o materiali biologici. Esempi:
Condividere una sala d'attesa, lavorare in una reception, condividere un mezzo di
trasporto pubblico, soggiorno nello stesso albergo, operatore sanitario adeguatamente
protetto
-Contatti a rischio intermedio (contatti stretti B2):i conviventi, coloro
che hanno assistito un caso probabile o confermato o lo hanno toccato senza venire
a contatto visibile con fluidi corporei o ne hanno toccato gli abiti o hanno manipolato
campioni biologici senza le dovute protezioni.
-Contatto ad elevato rischio di esposizione (B3-C1-C2):Contatto faccia a
faccia (a meno di un metro di distanza) senza indossare appropriati DPI (inclusi
quelli per la protezione oculare) con un caso probabile o confermato che presenti
tosse, vomito, emorragia o diarrea. Contatto sessuale non protetto con una persona
precedentemente ammalata (fino a tre mesi dopo la guarigione) - Bacio - Contatto
diretto con qualunque materiale contaminato da fluidi corporei di un caso probabile
o confermato - Esposizione della cute (ad es. per puntura accidentale) o delle mucose
a sangue, altri liquidi biologici, campioni di tessuto o di laboratorio di un caso
probabile o confermato - Partecipazione a riti funerari con esposizione diretta
della salma nelle aree geografiche affette (o proveniente da quelle aree), senza
appropriati DPI - Contatto diretto con pipistrelli, roditori, primati, vivi o morti,
nelle zone (o provenienti dalle zone) affette o con carne di animali selvatici "bushmeat"
o carne di foresta, cioè da animali infetti macellati provenienti dalle foreste,
es. pipistrelli.
-Diagnosi virologica (D1-D2-D3)
Un caso sospetto a rischio basso (C1), con Febbre > 38 °C o storia di febbre
< 38 °C se in terapia con antipiretici E Soggiorno in Guinea, Liberia, Sierra Leone
nei 21 giorni precedenti senza contatto noto con caso sospetto o confermato, va
sempre ricoverato in un centro di malattie infettive o nei Centri Specifici
di Riferimento (es. Ricovero in isolamento in ospedali provvisti di laboratorio
BSL4* -Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani di Roma). Le strutture
devono avere particolari accorgimenti logistici, es. camere a pressione negativa.
In attesa di trasferimento del paziente, ricovero in isolamento in camera di degenza
a pressione negativa e dotata di aria-filtro nell'ospedale di afferenza. Comunicazione
alla Prefettura e pianificazione del trasporto. Segnalazione dei soggetti da parte
dell'U.O.C. Malattie Infettive al Dipartimento di Prevenzione ed al Centro di Coordinamento
della Rete Infettivologica Regionale per email. Il Dipartimento di
Prevenzione, in collaborazione con il medico che ha efettuato la segnalazione, svolge
tempestivamente l'indagine epidemiologica e identifica i contatti del caso.
Le misure nei confronti dei contatti servono a:
-Identificare precocemente l'eventuale insorgenza di sintomi compatibili con MVE.
-Informare la persona sui comportamenti da tenere per evitare il contagio di altre
persone.
Ebola è caratterizzata da comparsa improvvisa di:
febbre elevata
astenia intensa
dolori articolari e muscolari
inappetenza e mal di stomaco
mal di testa
mal di gola.
Questi primi sintomi possono essere seguiti da vomito, diarrea, esantema cutaneo
diffuso, iniezione congiuntivale, singhiozzo, tosse, dolore al petto, difficoltà
respiratorie o di deglutizione.
I fenomeni emorragici, sia cutanei che viscerali, possono comparire in genere al
6°-7° giorno, soprattutto a carico del tratto gastrointestinale (ematemesi e melena)
e dei polmoni. Si accompagnano a petecchie, epistassi, ematuria, emorragie sottocongiuntivali
e gengivali, meno-metrorragie. L'infezione da malattia da virus Ebola può essere
confermata solo attraverso test virologici. La letalità è compresa tra il 50 e il
90%, nell'epidemia in corso è di poco superiore al 50%. Il periodo di incubazione
è mediamente di 8-10 giorni con un range di 2-21 giorni. Durante il periodo di incubazione
le persone non sono considerate a rischio di trasmettere l'infezione. Il paziente
diventa contagioso tramite secrezioni quando comincia a manifestare sintomi e si
mantiene contagioso fino a quando il virus è rilevabile nel sangue. L'infezione
da malattia da virus Ebola può essere confermata solo attraverso test di laboratorio.
La diagnosi clinica, infatti, è difficile nei primissimi giorni, a causa dell'aspecificità dei sintomi iniziali. Può essere facilitata dal contesto in cui si verifica il caso (area geografica di insorgenza o di contagio) e dal carattere epidemico della malattia. Anche in caso di semplice sospetto, è opportuno l'isolamento del paziente e la notifica alle autorità sanitarie. Gli esami emato-chimici di laboratorio mostrano un'iniziale linfopenia (diminuzione dei linfociti), a cui si aggiungono neutrofilia (aumento dei neutrofili) e piastrinopenia (diminuzione delle piastrine) grave. Si può osservare un aumento degli enzimi epatici. Non esistono test commerciali disponibili per la diagnosi. I pazienti gravemente malati necessitano di terapia intensiva, sono spesso disidratati e hanno bisogno di liquidi per via endovenosa o di reidratazione orale con soluzioni contenenti elettroliti. Attualmente non esiste un trattamento specifico per curare la malattia. E' in corso la sperimentazione di farmaci. Si è visto che verapamile ed amiodarone possono ostacolare la diffusione del virus.
-Impiego di siero umano da persona convalescente, raccomandato dal WHO ed usato
nell'epidemia del 1995
Amiodarone, a multi-ion channel inhibitor and adrenoceptor antagonist, is
a potent inhibitor of filovirus cell entry at concentrations that are routinely
reached in human serum during anti-arrhythmic therapy. A similar effect was
observed with the amiodarone-related agent dronedarone and the L-type calcium channel
blocker verapamil.
indice argomenti di infettivologia