Se leggi questo articolo, sei stato prima dal tuo medico?
Hai controllato il tuo cuore, la pressione arteriosa?
Il tuo assetto lipidico?
Se sei anemico, depresso, cardiopatico, prostatico?
La terapia dell'impotenza si avvale di
- IPDE5
- Integratori alimentari
- Iniezione o instillazione uretrale di farmaci (prostaglandine) nel pene
- Protesi del pene
La fase diagnostica ha lo scopo di individuare i fattori di rischio e le eventuali
patologie che possono determinare l'insorgenza di DE. Il protocollo diagnostico
prevede:
◦ accurata anamnesi generale e sessuale, con compilazione di questionari che
indagano la funzione sessuale (IIEF)
◦ esame clinico generale e genitale
◦ esami ematochimici (Colesterolo, Trigliceridi, glicemia) e ormonali (testosterone,
DHT, prolattina, LH, FSH, estradiolo)
◦ monitoraggio delle erezioni notturne con apparecchio Rigiscan in special modo nei
pazienti giovani
◦ ecocolor doppler penieno dinamico con stimolo alla PGE1 per la valutazione dell'integrità
del sistema vascolare penieno
In casi selezionati sono indicati esami più complessi e invasivi quali la cavernosometria/cavernosografia
e test neurofisiologici.
Da anni, il trattamento di primo linea della DE è rappresentato dagli inibitori
dello fosfodiesterasi-5 (iPDE-5) il cui capostipite il sildenafil si è dimostrato
efficace, ben tollerato e ben accetto dalla maggior parte dei pazienti.
Attualmente i farmaci orali rappresentano la prima scelta nel trattamento della
disfunzione erettile di tipo organico e spesso sono usati come terapia di supporto
nella DE psicogena. E' chiaro che per aversi una loro efficacia è necessario
avere una funzione erettile parzialmente conservata. In genere si tratta di
paziente anziani che non riescono a mantenere un'erezione soddisfacente per
qualità e durata. L'impiego di questi farmaci, ma in particolare di
sildenalfil e tadalafil, consentono una buona performance e restano i farmaci
ideali, specie nel paziente diabetico con neuropatia e nei pazienti con stress
psicologico, che in caso di problemi possono "bloccarsi" per la cosiddetta
"ansia da prestazione".
Infatti i soggetti psicologicamente fragili o colore che devono affrontare una relazione conflittuale, spesso portano tali problemi anche nella relazione interpersonale e nell'intimità. In questi paziente l'uso dei farmaci per il disturbo erettivo contribuisce a conferire sicurezza psicologica e migliora il rapporto interpersonale, smorzando i conflitti.
Questi farmaci possono essere assunti al bisogno prima di un rapporto sessuale o, come ormai più frequentemente avviene, con intento riabilitativo, tre volte a settimana in maniera totalmente indipendente dall'attività sessuale. Le molecole attualmente disponibili sono appresso riportate
◦Sildenafil: va assunto 60-120 minuti prima del rapporto a stomaco vuoto, altrimenti si corre il rischio di modificare e rallentare l'assorbimento e di avere acidità. Il sildenafil fu scoperto per caso, conducendo studi sui farmaci dilatatori delle coronarie, quindi non dovrebbe creare problemi al cuore se non fosse che si ha un abbassamento della pressione arteriosa con rischio di ischemia coronarica in un cuore malato, specie se si sono assunti altri farmaci anti-ipertensivi.
Il farmaco è stato il primo farmaco (viagra) per l'erezione e si è dimostrato potente ed efficace. anche in pazienti con grave vasculopatia e/o diabete. Gli effetti collaterali si limitano ad
un rush cutaneo descritto come una "vampata" al viso, associata a sensazione di naso chiuso
ed epistassi e di "scintillio" agli occhi, come di visione che "sfarfalla",
specie quando l'occhio passa dal buio alla luce e viceversa. Questi effetti sono
appena percebili ma in alcuni soggetti si manifestano in modo eclatante.
◦Vardenafil: simile ma più potente e selettivo del sildenafil, il suo assorbimento
è poco influenzato dal cibo, va assunto circa 20-50 minuti prima del rapporto
◦Tadalafil: più specifico e forse il migliore da utilizzare per la PDE5, poichè la sua azione è lenta e graduale. La sua azione è lenta e prolungata, molto fisiologica, ma nei pazienti
nei pazienti con gravi problemi, il fatto che la sua azione si graduale, spesso non risolve il problema del disturbo erettivo; inoltre una lunga durata d'azione che può arrivare
a 48 ore può creare dei problemi, per esempio una cefalea prolungata, avvertita sopra gli occhi, il suo assorbimento non è influenzato dal cibo
Il sildenafil è risultato inefficace nel 25-30% dei pazienti trattati. L'esame combinato
dei dati provenienti da 11 studi clinici randomizzati ha evidenziato che mentre
il sildenafil è efficace nell'83% dei soggetti non diabetici, solo il 59% dei pazienti
con diabete di tipo 1 e il 63% di quelli con diabete di tipo 2 ho ottenuto un miglioramento.
La mancato efficacia dei sildenafil è stata correlata con la presenza di una grave
disfunzione endoteliale che ha determinato una serie di alterazioni biochimiche
culminanti in una ridotta disponibilità di NO e nella presenza di stress ossidativo.
In queste condizioni possono essere adottate strategie terapeutiche volte a facilitare
il rilascio di NO, aumentando la disponibilità di substrato, e a inibire l'inattivazione
dell'N0 da parte dei ROS .
L'uso di antiossidanti nel trattamento della disfunzione erettile. Dal momento che
l'NO è un mediatore fondamentale per iniziare l'erezione (con lo forma di origine
neuronale) e per mantenerla (con lo forma di origine endoteliale) e poiché la sua
disponibilità è strettamente correlata con la produzione e la rimozione di ROS,
è evidente che ridurre lo stress ossidativo è un obiettivo terapeutico particolarmente
utile nel trattamento della DE.
In tale contesto si collocano integratori a base di:
L-arginina,
Propionilcarnitina
vitamina B3 (acido nicotinico), vitamina E
L'apporto di arginina aumenta la disponibilità di substrato per la produzione di
NO. La propionl-L-carnitina è un estere della L-carnitina, dotato di alta affinità
per l'enzima carnitino acetiltrasferasi. Viene rapidamente convertito a propionil-coenzima
A e a carnitina libera. In questo modo agisce sull'ossidazione degli acidi grassi
e interviene nella trans-esterificazione ed escrezione degli esteri dell'acil-coenzima
A (es. ezerex buste) . Già da alcuni anni è stato dimostrato che lo propionil-L-carnitina
riduce lo formazione di ROS nelle membrone di cellule endotelicili arteriose, con
un effetto protettivo concentrazione-dipendente. La propionil-L-carnitino ho presentato
un'attività di scavenging dei ROS. A concentrazioni millimolari ha ridotto la formazione
di O2 inibendo l'ossidazione dei nicotinammide adenino dinucleotide (NADH). In conclusione,
si può affermare che l'impiego di questi integratori insieme a iPDE-5 (sidenafil)
mostra come il trattamento di queste sostanze farmaceutiche a 90 giorni determini
un miglioramento significativo della funzione erettile in 40 pazienti con DE da
varie cause. Pertanto è necessario disporre di un trattamento che impieghi tutte
le sostanze citate allo scopo di implementare la concentrazione di NO, sia nella
fase di induzione che nella fase di mantenimento dell'erezione, contrastando la
produzione di ROS a livello vascolare e migliorando l'attività vasocostrittrice
mediata da RhoA/Rho/Kinasi.
Nei casi resistenti ai farmaci orali (circa il 20% dei pazienti) si può intraprendere
una terapia iniettiva intracavernosa con prostaglandina E1 (PGE1), un potente vasodilatatore
che è in grado di indurre dopo circa 10 minuti dalla somministrazione un'erezione
che si protrae per 2-3 ore. Una volta stabilito il dosaggio efficace sotto stretta
sorveglianza del medico, il paziente potrà effettuare autonomamente le iniezioni
prima di iniziare l'attività sessuale. Tale terapia è controindicata nei pazienti
con elevato rischio di sviluppare priapismo (anemia falciforme, mielosa multiplo,
leucemie). La PGE1 può, in alternativa, essere somministrata direttamente nel canale
uretrale tramite un dispositivo noto come MUSE (Medicated Urethral System for Erection).
Grazie alle protesi per il pene è possibile restituire la rigidità necessaria a consentire la penetrazione e un rapporto sessuale normale, i primi studi in questo campo vennero condotti negli anni 70. L'operazione, consiste nell'inserire all'interno dei corpi cavernosi dei cilindri di materiale inerte compatibile, in genere di silicone, che permettono al pene di riacquistare una rigidità costante. L'inserimento di questo tipo di protesi non modificano l'aspetto estetico del pene e la fuoriuscita delle urine e dello sperma non viene modificata. L'intervento chirurgico è molto semplice e ormai come si è visto nel recente caso italiano, il paziente viene dimesso in giornata. Oltre alle protesi rigide sono disponibili altre due tipologie, quelle malleabili e quelle idrauliche che possono essere controllate direttamente dal paziente. Il vantaggio principale di una protesi, è il ripristino dell'erezione senza dover assumere farmaci, inoltre l'erezione può essere controllata in un qualsiasi momento.
Uno dei problemi è rappresentato dal fatto che se la protesi non è ben
posizionata, si possono avere impedimenti alla fuoriuscita delle urine, per
ostruzione a livello uretrale, condizioni questa assai frequente nei portatori
di protesi.