Parliamo di diabesità, un termine coniato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, per indicare al tempo stesso diabete ed obesità, due entità che vanno a braccetto!
Anche il sito Gastroepato si associa alle campagne nazionali promosse dalle Società di Diabetologia che combattono diabete ed obesità, in una parola la "Diabesità", come è stata definita questa nuova pandemia che miete più vittime del tumore stesso.
L'obesità, che a sua volta affonda le sue radici in stili di vita errati, può essere causa, oltre che di diabete, anche di ipertensione arteriosa e di occlusione delle arterie, condizioni che precedono, spesso, l'insorgere d'infarto dei miocardio e di ictus cerebrale. Inoltre la condizione di obesità si associa a tumore. Inoltre da studi pubbicati su Lancet, si è visto che l'obesità media già di per sé toglie da 2 a 4 anni di vita fino ad 8-10 nei casi in cui essa è severa.
I diritti di coloro che hanno il diabete sono gli stessi diritti umani e sociali delle persone senza diabete. I diritti comprendono la parità di accesso a I l'informazione, all'educazione terapeutica, al trattamento dei diabete e alla diagnosi e cura delle complicanze. Il sistema sanitario deve garantire alla persona con diabete l'uso di metodi diagnostici e terapeutici appropriati, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Il diritto delle persone con diabete a vivere una vita sociale, educativa, lavorativa alla pari delle persone senza diabete deve essere considerato l'obiettivo primario delle azioni di governo.
Occorre pertanto:
1 . Sostenere la persona con diabete e i familiari nel superare gli ostacoli, i
pregiudizi e le diffidenze attraverso l'impiego di strumenti informativi,
formativi, educativi e sociali con la responsabilizzazione e il concorso attivo
delle istituzioni, dei sistema socio-sanitario, delle società scientifiche e
delle associazioni di volontariato.
2. Aumentare la consapevolezza sociale nel mondo della scuola, in quello dei
lavoro, nei luoghi in cui si pratica attività sportiva, nelle strutture
sanitarie e nelle organizzazioni sociali per evitare discriminazioni e
preclusioni personali e professionali.
3. Istruire gli operatori socio-sanitari, gli insegnanti e gli istruttori
sportivi e sensibilizzare i colleghi su come prevenire, riconoscere e trattare
le situazioni di emergenza.
4. affermare che avere il diabete non preclude le possibilità di perseguire gli
obiettivi personali, familiari, lavorativi, sportivi e sociali.
5. Garantire uniformità di accesso al sistema sanitario su tutto il territorio
in modo da promuovere la migliore qualità di cura e di vita, la prevenzione al
trattamento delle complicanze.
La persona con diabete e i familiari devono ricevere una corretta informazione sulle cause di scompenso e sui fattori di rischio per lo sviluppo di complicanze, affinché siano consapevoli dell'importanza di condurre uno stile di vita sano, in linea con le proprie possibilità e i propri bisogni.
Occorre pertanto:
1 . Educare la persona con diabete e i familiari affinché possano vivere in base alle proprie aspirazioni.
2. Aiutare le famiglie a gestire il diabete facendo formazione continua e fornendo informazioni, strumenti e servizi che tengano conto delle necessità delle singole persone.
3. Stimolare gli operatori sanitari (specialisti, medici curanti, infermieri, psicologi, nutrizionisti, podologi, ecc..) ad ascoltare attivamente e per un tempo congruo la persona con diabete e i familiari per conoscerne i bisogni, le aspirazioni e le aspettative.
4. Indurre gli operatori sanitari a spiegare gli obiettivi terapeutici, verificandone sempre la comprensione, e a sviluppare schemi di cura (personalizzati, condivisi, esplicitati in forma scritta e orale) che indichino il trattamento da seguire abitualmente e il comportamento da tenere in eventuali situazioni di urgenza.
5. Invitare tutti gli operatori socio-sanitari a prendersi cura degli aspetti psicologici e sociali della persona con diabete e dei familiari
L'educazione continua della persona con diabete, dei familiari e dei contesto socio relazionale è uno strumento indispensabile per il successo terapeutico, per prevenire e riconoscere eventuali complicanze e per raggiungere una piena autonomia nelle gestione quotidiana dei diabete.
E importante riconoscere alla terapia educazionale un ruolo centrale prevedendo corsi strutturati.
Occorre pertanto:
l. Formare il personale sanitario all'educazione terapeutica e le organizzazioni di volontariato all'educazione sanitaria della persona con diabete e dei familiari, in funzione delle loro specifiche esigenze cliniche e socio-culturali.
2. Condividere con la persona gli obiettivi e le scelte terapeutiche, avendone dato piena informazione, al fine di facilitare la gestione dei diabete nella vita quotidiana.
3. Concordare la cura, l'alimentazione salutare e l'attività fisica costante e personalizzata
4. Avvalersi di un gruppo multidisciplinare completo con competenze specifiche (mediche, psicologiche, nutrizionali, infermieristiche, sociali) utili a rimuovere le barriere a una corretta gestione dei diabete.
5. Assicurare uniformità di accesso alla terapia educazionale su tutto il territorio nazionale.
Per realizzare un'efficace gestione dei diabete è indispensabile che il medico curante e il gruppo multidisciplinare di riferimento conoscano non solo gli aspetti bio-medici ma anche quelli psicologici, relazionali e sociali della persona, le sue percezioni, le sue aspettative, i suoi bisogni, gli ostacoli ed integrino tali elementi nel piano assistenziale. Allo stesso modo deve essere garantito alla persona con diabete un contesto nel quale esprimere le proprie opinioni e riferire la propria condizione.
Occorre pertanto:
1 . Indurre gli operatori sanitari ad avere una vera e propria alleanza terapeutica con la persona con diabete e i familiari che comprenda: l'ascolto attivo, una comunicazione empatica, un dialogo aperto e la regolare verifica non solo dello stato di salute ma anche della qualità dei servizio erogato.
2. Invitare gli operatori sanitari a sostenere la persona con diabete nell'acquisizione di una piena consapevolezza della propria condizione e della propria cura.
3. Analizzare le abitudini e le dinamiche individuali e familiari che possono favorire comportamenti a rischio.
4. Aumentare le possibilità di accesso e la disponibilità di contatti con operatori sanitari, attraverso mezzi di comunicazioni complementari, quali linee telefoniche e telematiche.
5. Facilitare la continuità di rapporto tra lo stesso gruppo multidisciplare e la persona con diabete all'interno del centro specialistica e verificare che ciò si realizzi anche attraverso la partecipazione civica.
visita: Un Medico per Tutti
TEST PER IL
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score | ||
Età |
<45 |
0 2 3 4 |
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BMI (cfr dieta) |
<25 25-30 >30 |
0 |
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Circonferenza vita (cfr
sindrome metabolica) in cm |
Uomini |
Donne <80 80-88 >88 |
0 3 4 |
Svolge attività fisica o lavori per cui almeno 30 minuti al giorno è impegnato fisicamente? |
Si |
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0 2 |
Le è stato mai detto che la sua glicemie era alta? Per esempio in gravidanza o in un esame? |
Si |
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5 0 |
Nella sua famiglia un parente era diabetico.
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FALSO Si, il nonno, uno zio o un cugino Si, il padre, la madre il fratello o il figlio |
0
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PUNTEGGIO <7 il rischio è basso cioè 1 su 100 7-11 leggermente elevato 1 su 25 12-14 moderato 1 su 6 15-20 alto 1 su 3 > 20 molto alto 1 su 2
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Per approfondire il tema della diabesità:
L'obesità e gli squilibri ormonali
L'obesità e la malattia mentale: l'abbuffata
Bambini obesi
La sindrome metabolica
adiposopatia
diabesita
alimenti funzionali
fabbisogno energetico
il diabete
il metabolismo dei glucidi
dei lipidi
obesità e sazietà
anoressia
la piramide alimentare
la tiroide