Nafld e Nash, fegato grasso e steatoepatite, quale cura?

  1. Gastroepato
  2. Fegato e pancreas
  3. Cura di NASH e NAFLD
  4. La terapia delle epatiti croniche
  5. L'epatite acuta
  6. Le epatiti autoimmuni
  7. Dislipidemie

     

Il fegato grasso, la steatosi epatica e la steatoepatite non alcolica

I due quadri epatopatologici sono differenti, essendo la NAFLD meno pericolosa rispetto alla NASH. Nel primo caso (NAFLD)  stiamo parlando di steatosi epatica non alcolica, condizione questa correlata spesso con il diabete mellito e con lo stato di dislipidemia/iperlipemia che si associa quasi sempre al diabete, dunque una condizione pur sempre reversibile se opportunamente trattata. La NAFLD è la principale causa di epatopatia cronica nelle popolazione occidentale ed è diffusa ovunque, in tutte le etnie, specie nei migranti di razza indiana, che presentano anche diabete ed obesità, specie nel momento in cui acquiscono gli usi occidentali ed una alimentazione a base di pasta e pane, oltre che per l'aspetto sedentario dei loro lavori, che presuppongono generalmente il badantato. La prevalenza -così - si è accresciuta passando dal 15% degli anni 2000 al 40-60% attuali, aumentando con l'età. 

Nel caso della NASH, cioè della steato-epatite Non Alcolic, il quadro vira verso lesioni irreversibili, come appresso specificato. Si tratta di persone che possono presentare fattori di rischio che determinano perfino la cirrosi criptogenetica e si ritiene che circa il 30% degli epatocarcinomi possa insorgere nei pazienti con NAFLD. Lo specialista che si imbatte nel paziente epatopatico, una volta effettuati i marcatori per virus epatotropi, deve necessariamente valutare la consistenza fibrotica del fegato stesso, basandosi su algoritmi matematici ( NAFLD Fibrosis-score, APRI, FIB4, ELF)  e sull'elastografia mediante fibroscan

Caratteristiche istologiche epatiche comuni della NAFLD sono:
• Steatosi macrovescicolare
• Infiammazione parenchimale
• Necrosi epatocitaria
• Degenerazione palloniforme degli epatociti

Caratteristiche non comuni della NAFLD sono:
· Fibrosi perivenulare, perisinusoidale e periportale
• Corpi di Mallory
• Nuclei glicogenati
• Corpi di Councilman
• Lipogranulomi
• Depositi di ferro
Per approfondire il quadro istologico >> Epatopatie  e diabete

Differenza tra la NAFLD e la NASH

Clinicamente la NAFLD, (alterazione delle transaminasi associata a steatosi all'ecografia, a genesi non virale e non alcolica), presenta uno spettro variabile di elementi clinici e laboratoristici, che però non permettono di distinguere le sue due entità essenziali, la sola steatosi e la NASH, condizione questa molto più severa e prognosticamente molto differente. Dal punto di vista diagnostico, sia l'ecografia che altre tecniche radiologiche più sofi­sticate e più costose (come la RMN) sono sensibili nel rilevare steatosi ma inadeguate ad identificare gli elementi propri della NASH. Pertanto la diagnosi delle varie forme di NAFLD è affidata, tutt'oggi, alla biopsia epatica. D'altra parte, poiché la biopsia è utile non soltanto per ricercare la presenza di steatosi e di flogosi, ma soprattutto per la stadiazione della fibrosi sino alla cirrosi, molto interesse si sta oggi sviluppando attorno ad altre opzioni "non invasive" per la determinazione della fibrosi, quali gli score biochimici (in particolare il NAFLD Fibrosis Score) e elastografia epatica (FibroScan). Tali metodiche, validate in pazienti con epatite cronica da virus C probabilmente limiteranno in futuro l'uso della biopsia a fini di stadiazione anche in pazienti con NAFLD. Sebbene nel contesto dall'enorme iceberg della NAFLD, e al di fuori del supporto istologico non applicabile su larga scala, non sia affatto agevole distinguere i pazienti con steatosi semplice da quelli con steatoepatite (NASH), e poiché tale distinzione assume importanza dal punto di vista prognostico, è bene sottolineare alcuni elementi clinici distintivi.

Dietoterapia per il fegato

Scherzando possiamo dire che la cura non esiste, ma non è vero, perchè la dietoterapia e lo sport rappresentano le  cure basilari. Se sono sedentario, se per lavoro mi devo spostare in macchina, se faccio l'autotrasportatore, se faccio il medico e sto seduto, è inutile che aspetto il colpo di grazia alla nuca: devo fare qualcosa per forza !

La terapia è difficile, affidata a mani di medici esperti, ma qualcosa dipende sempre da noi.

 Al sottoscritto capita spesso di imbattersi in questi pazienti, con fegato steatosico e modica ipertransaminasemia, con elevati livelli di trigliceridi e di colesterolo.

Per cui in primis occorre attuare una educazione alimentare ed indicare una dieta adeguata, che, cioè, sia ricca di principi nutritivi (vitamina E, vitamina C) e vitamine, che abbia la frutta e le verdure, che sia povera di grassi saturi, che sia adeguatamente provvista di grassi polinsaturi (es. olio di mais), col giusto apporto calorico e, che il soggetto si dedichi ad una giusta attività fisica quotidianamente.

Per quanto concerne i farmaci ricordiamo le verdure della nonna, che sempre funzionano:

Cfr >>Cura fegato con le piante

Il cardo santo o cardo mariano

Il cardo santo o cardo mariano

La borragine, ricca in acidi grassi polinsaturi

La borraggine, ricca in acidi grassi polinsaturi,

Silimarina: estratta dal cardo mariano, pianta che cresce spontaneamente nel nostro paese, conosciuta sin dall’antichità, in Grecia ed in Sicilia, dalla quale si estraggono 3 sostanze: silibina, sincristina e silindianina, con potente azione antiossidante. Questa sostanza ha potere di protezione sulla parete dell’epatocita che facilmente si distrugge a contatto con le sostanze tossiche ed ostacola la degenerazione grassa.

D-glucuronolattone: poiché molti farmaci e gli stessi ormoni steroidei sono eliminati mediante glucuronoconiugazione. Il D-glucuronolattone è il precursore della vitamina D e viene idrolizzato nello stomaco dell’uomo ad acido glucuronico ed è dotato di attività anticolesterolemica ed inibisce la beta-glicuronidasi responsabile della deconiugazione delle sostanze tossiche.

Inositolo: è un fosfolipide efficace per stimolare la produzione di lecitina nell’organismo e con azione antilipoperossidasica; entra a far parte dei liposomi che sono delle particelle con membrana lipidica che inglobano le sostanze tossiche durante la loro escrezione e veicolazione.

Fumaria officinalis: pianta nota per la sua azione di regolazione sul flusso biliare

Ononide: le cui radici e rizomi contengono glucosidi isoflavonici, la saponina, ornonina, biocanina.

I farmaci transmetilanti: per esempio l'ademetionina o solfo-adenosil-L-metionina è una molecola fisiologica a distribuzione pressoché ubiquitaria nei tessuti e nei liquidi dell'organismo, dove interviene in importanti processi biologici come donatore di metili in numerose reazioni di transmetilazione e come precursore dei composti solforati fisiologici (cisteina, taurina, glutatione, CoA, ecc.) nelle reazioni di transulfurazione. Il trasferimento del gruppo metilico (transmetilazione) dalla ademetionina a molecole biologiche come ormoni, neurotrasmettitori, acidi nucleici, proteine, fosfolipidi costituisce una tappa fondamentale nei processi metabolici dell'organismo.

Il vecchio pioglitazone appartenente ai tiazolidinedioni, già impiegato in diabetologia per la cura del diabete e della resistenza insulinica,

Gli agonisti del GLP1, es. la semaglutide e la liraglutide, i famaci ipolipemizzanti, l'ezetimide, gli omega-3, le statine giuocano un ruolo essenziale nella cura della steatosi epatica

La dieta prevede riduzione nell'apporto di grassi,  il movimento in genere e l'attività fisica continuata. I probiotici e la terapia nutrizionale rappresentano il futuro della cura. 

La dieta senza grassi  >> vedi dieta ipolipidemizzante

Per approfondire il tema del diabete ed epatopatie

La sindrome metabolica  La Diabesità ed i diritti del diabetico  L'organo rappresentato dal tessuto adiposo e la sua patologia  La Chirurgia Metabolica per dimagrire e per la cura del diabete  L'obesità   La sindrome_metabolica

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