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Le coliti ischemiche

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Ischemia del colon

L'ischemia di un segmento del colon è una causa frequente di sintomatologia addominale acuta o cronica.

Una delle cause più frequenti è rappresentata dalla fibrillazione atriale, che essendo una pericolosa aritmia emboligena, può inviare emboli  oltre che verso il circolo cerebrale e la cerebrale media (cfr embolia encefalica), anche verso il tripode celiaco ed i suoi rami.

Il retto è generalmente meno colpito del sigma e del colon discendente poiché è molto vascolarizzato e cioè dai sistemi anastomizzate fra loro de:

— a. mesenterica inferiore — emorroidaria superiore

— a. iliaca interna — emorroidaria media

— a. pudenda interna — emorroidari inferiore.

 La colite ischemica rappresenta la seconda causa di emorragia del tratto digestivo inferiore ma la sua incidenza è frequentemente sottostimata, sia perché la malattia può presentarsi in forma attenuata e transiente, e quindi non essere diagnosticata, sia perché, può essere facilmente confusa con una malattia infiammatoria intestinale o una colite infettiva.

Eziopatogenesi

Le cause più frequenti sono :

— Fibrillazione atriale e tromboembolismo
— Arteriosclerosi, formazione di placche dentro i vasi ed occlusione al flusso arterioso con ischemia a valle e necrosi di tratti intestinali
Cardiopatie embolizzanti
Poliglobulia
— Lesioni iatrogene dell'a. mesenterica
— Eziologia ipossica, legata per lo più a deficit di pompa cardiaca, con scarsa perfusione in periferia
Malattie autoimmuni
— Infiammazioni, sepsi, diverticoliti, pancreatiti, appendiciti ecc
Amiloidosi
— Terapie con immunosoppressori
—Terapia con farmaci vasocostrittori, amine, cocaina, amfetamine

In condizioni normali, il colon riceve tra il 10% e il 35% della gittata cardiaca totale.

 Può accadere che il flusso di sangue al colon si riduca nell'ordine del 50%: in questa condizione l'organismo direziona il flusso verso il cervello ed il cuore, a discapito del colon.

Ne deriva una condizione di ischemia del colon stesso o una condizione fisiopatologica di subischemia: le arterie che alimentano il colon sono estremamente sensibili all'azione delle sostanze vasocostrittrici: probabilmente questo sensibilità fa parte di un meccanismo legato ad un adattamento evolutivo, la cui funzione è quella di deviare il sangue dai visceri ed indirizzarla verso organi più nobili.

Ciò si verifica nella condizione dello shock cardiogeno, per cui le coliti ischemiche sono assai frequenti in rianimazione.

Colonscopia: aspetto congesto, eroso, edematoso e a
tratti necrotico della mucosa colica, facilmente sanguinante

Clinica

Il quadro clinico è assai variabile e spazia da forme drammatiche con vere gangrene della parete, coliche, addome acuto e shock a forme fugati di colite evanescente, caratterizzata da dolori addominali, (non sempre con caratteristiche tipiche dell'angina abdominis e diarrea con muco e sangue (cfr , a risoluzione spontanea, senza reliquati o con stenosi residue.

Distinguiamo sostanzialmente 2 forme cliniche:

a) Quadro occlusivo, il più grave, con rischio di gangrena
b) Forma non occlusiva (circa 80% dei casi): può essere transitoria reversibile o irreversibile e cronica.

L'aspetto endoscopico di queste ultime forme può mostrare mucosa normale, con presenza di muco e/o sangue, oppure mucosa edematosa e friabile, con piccole lesioni ulcerative indistinguibili da quelle delle malattie infiammatorie intestinali una proctite idiopatica o lesioni ulcerative più importanti, coperte da membrane grigiastre.
 

Trattamento

Il trattamento varia a seconda dei casi; in quelli drammatici è imperativo risolvere lo stato di shock (terapia shock) e fermare l'emorragia; la terapia chirurgica, condotta in condizioni drammatiche,  è spesso l'unica risoluzione della comparsa di una gangrena intestinale.

L'intervento prevede l'asportazione del tratto leso e colostomia, temporanea se il retto risulta risparmiato, o definitiva se non fosse possibile effettuare un'anastomosi tra due tratti di colon sano; utili gli antibiotici nel periodo acuto della malattia.

Nei casi meno gravi si può giungere alla diagnosi con arteriografia selettiva del tripode celiaco e di conseguenza attuare una terapia del caso, con farmaci antiaggreganti, antispastici, statine, controllando l'alimentazione, specie nell'anziano.

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