La colite collagenosica
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appunti del dott Claudio Italiano
Definizione
Si
tratta di una entità nosografica che si caratterizza per depositi di materiale collagenosico
nella membrana della mucosa rettale con
diarrea,
e dolore crampiforme. In ogni caso una valutazione medica
accurata non ha dimostrato alcun segno di malattia infiammatoria
intestinale idiopatica, né la presenza di
batteri patogeni
o alcun'altra malattia sistemica che si sappia responsabile di alterazioni dell'alvo
o deposito di collagene nei tessuti.
Eziologia.
Sembrano implicati nell’eziologia dell’affezione dei disordini infiammatori indotti
da risposta immune a livello epiteliale verso elementi dietetici o batterici intraluminali.
Inoltre risulta che 12% pazienti con colite collagenosica ha storia familiare di
IBD e di malattia celiaca. La
malattia si associa a patologie autoimmuni come
per es. disordini tiroidei, diabete
mellito.
Istologia delle lesioni collagenosiche
Nei pazienti materiale collagenico è evidente in biopsie seriate prelevate
nella mucosa del colon a 60-70 cm di distanza dall'ano. In un paziente la biopsia
dello stomaco e dell'ileo non ha dimostrato depositi di collageno. Con colorazioni
di ematossilina ed eosina la membrana basale appare birifrangente. Le colorazioni
per la sostanza
amiloide
sono negative. L'epitelio mucoso e lo spessore totale della mucosa sono normali.
C'è un leggero aumento delle cellule infiammatorie croniche. Non è stata dimostrata
la presenza di depositi di immunocomplessi. L'anomalia principale è la presenza
di uno strato continuo omogeneo eosinofilo di 50-60 μm di spessore al di sotto dell'epitelio
superficiale, più spesso tra le cripte. In particolare è interessante che le fibre
collagene sono disposte in modo concentrico in strati multipli intorno ai piccoli
capillari mucosi e sono associate con fibroblasti mucosi. I capillari stessi sono
anomali, dimostrando un'iperplasia delle cellule endoteliali e la perdita della
normale fenestrazione delle cellule endoteliali.
Fisiopatologia.
Nella mucosa del colon normale la membrana basale è a contatto con l'epitelio assorbente.
C'è anche una stretta relazione tra questa membrana collagena e i fibroblasti pericriptici:
dagli studi sul ruolo del tessuto connettivo pericriptico hanno suggerito l'ipotesi
che la membrana basale delle cellule mucose possa agire come una barriera regolatrice
del passaggio attraverso la mucosa dell'acqua e degli elettroliti. Nella
colite collagenosica sembra ci sia uno squilibrio tra la
produzione del collageno da parte dei fibroblasti mucosi e la degradazione del collagene,
che determina la presenza di uno spesso strato di materiale della membrana basale.
Probabilmente questo strato impedisce l'assorbimento dell'acqua, da ciò deriva la
diarrea. Finora non sono stati riferiti studi sulla funzione dell'assorbimento del
colon in pazienti con colite collagenosica.
La patogenesi della colite collagenosica è completamente sconosciuta. Sebbene sia
stato tracciato un parallelo tra la colite collagenosica e la sprue, non è disponibile
alcun tipo di informazione. I casi pubblicati negli ultimi anni, per la frequenza
con cui sono stati riferiti suggeriscono che si tratti effettivamente di una entità
clinica.
Clinica e diagnosi
Compare nel paziente una diarrea acquosa, non infettiva, attenuata da digiuno, che
ha lunga durata, decorso fluttuante. Essa dipende dalla secrezione netta di fluidi
nel colon da parte di cripte normali e ridotto assorbimento degli stessi poiché
l’epitelio è infiltrato di elementi infiammatori ed è epitelio danneggiato. Ne deriva
anche un massorbimento sali biliari ed acidi grassi, con steatorrea, addominalgie
crampiformi diffuse.
L’esame
obiettivo negativo è negativo per addome
acuto chirurgico; la differenziale deve essere fatto verso le
malattie infiammatorie intestinale.
Il laboratorio ematochimico documenta:
– non alterazioni biochimiche
– Incremento VES ed eosinofilia
– Alterazione complementemia, immunoglubuline e pAnca
– Elevati leucociti fecali (55%)
La colonscopia presenta una mucosa pressocchè normale alla sua superficie.
Il trattamento
Vanno eliminati i farmaci secretagoghi dalal terapia ed i fans; si può tentare un
approccio con subsalicilato di bismuto per 8-12 settimane e/o il 5ASA a dosaggio
pieno, come per le IBD, aggiungendo cortisone (prednisone a 20-40 mg/die). Ottenuta
una risposta soddisfacente, si passa a terapia immunosoppressiva. Nei casi limiti
possono essere prese in considerazioni la ileostomia da diversione e la colectomia.
oppure cfr gastroenterologia