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Clinica dello stress

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appunti del dott. Claudio Italiano  dalle lezioni alla Lute di Milazzo

C'era una volta l'uomo primitivo, anzi l'australopithecus, anzi l'homo erectus, anzi l'homos sapiens. La vita per lui non era semplice: doveva procurarsi il cibo e cacciare le belve, ma, soprattutto, riuscire ad avere la meglio su di esse. Pertanto era continuamente sottoposto a stress. Quando arrivava una fiera doveva affrontarla e scattavano in lui dei meccanismi di difesa che vanno sotto il nome tecnico di " reazione di allarme e di fuga".

Che cos' la reazione di attaco o di fuga?

Reazione di attacco o fuga

La "reazione di attacco o fuga" comprende tutte le risposte fisiologiche che avvengono nel nostro corpo e che ci preparano agli sforzi necessari per combattere o scappare quando ci troviamo di fronte ad un pericolo.  Anche oggi, rispetto al tempo passato,  non è cambiato nulla. Siamo continuamente in ansia, per il lavoro, per affrontare i problemi quotidiani, muovendoci nelle giungla dei nostri tempi, con l'ansia di attacchi, di ladri che possono venire ad ucciderci nelle case, con la preoccupazione di pagare bollette, di subire pignoramenti, di essere sottoposti a mobbing, di affrontare prove ed esami. Ne deriva una condizione moderna che è quello dello stato ansioso. Ma sappiamo che anche l'ansia deriva da questo meccanismo, una condizione di allerta!

Infatti reagire al pericolo attraverso la rapidissima attivazione di tutte le funzioni neurovegetative necessarie per una fuga o un attacco. Si caratterizza per accelerazione cardiaca, aumento del ritmo del respiro, tensione muscolare, aumento dell'attenzione e della vigilanza.
 In pochi istanti il nostro corpo è pronto ad attaccare o fuggire: questo meccanismo fisiologico si è sviluppato nel corso dell'evoluzione per aiutarci a sopravvivere. Cosi riusciamo a superare ogni condizione di stress. Ma che cos'è lo stress? Stress significa una tensione o pressione fisica, applicata su qualsiasi oggetto materiale, nel 1968 anche un sovraccarico di un organo o una pressione mentale; nel 1971 si registra anche il termine di  sindrome da adattamento.

In maniera scherzosa Charlie Chaplin in Tempi Moderni evidenzia la condizione disumana di un operaio costretto ad imbullonare ingranaggi e sperimentare nuove tempistiche sul lavoro, fino a quando pure lui impazzisce e scambia per bulloni da avvitare i bottoni della gonna di una segretaria! Quindi non riesce ad adattarsi e superare lo stress della catena di montaggio.

Ma lo stress è sempre deleterio?

Finalità dello stress

Ogni fattore stressante (stressor) richiama immediatamente delle reazioni regolative neuropsichiche, emotive, locomotorie, ormonali e immunologiche che formano un quadro generale conosciuto come SGA (Sindrome Generale di Adattamento) Anche eventi di vita quotidiana possono essere considerati stressors e scatenare una sindrome generale di adattamento.

L'adattamento è un'attività complessa che si articola nella messa in atto di azioni finalistiche destinate a:
- Cambiare l'equilibrio interno dell'organismo (omeostasi) mediante:
- la generazione di una risposta emotiva soggettiva;
- la messa in difesa dell'organismo dal fattore stressante;
- l'attuazione di strategie da elaborare in caso di esposizione futura a stressori;
Accade cosi che è cambiato l'equilibrio esterno all'organismo (ambiente) per adattarlo alle necessità del soggetto. Questi due aspetti possono variare in base a molteplici fattori, ma in generale la risposta nei vertebrati si basa su un modello di azione costante e stereotipato.

Quindi uno stress stimola un soggetto a superarlo, per cui cosi il soggetto  riesce ad adattarsi alla nuova condizione. Lo stress è una sindrome generale di adattamento (SGA) attua a ristabilire un nuovo equilibrio interno (omeostasi) in seguito a fattori di stress (stressors). Le alterazioni dell'equilibrio interno possono avvenire a livello endocrino, umorale, organico, biologico. Il termine stress venne introdotto per la prima volta in biologia da Walter Cannon nel 1935; la sindrome venne definita in questo modo da Hans Selye nel 1936. La sindrome può essere fisiologica, ma può avere anche dei risvolti patologici, anche cronici, che ricadono nel campo della psicosomatica. In generale si suole distinguere tra eustress e distress ovvero rispettivamente stress "buono" e stress "cattivo". In generale le risposte in seguito all'esposizione di stressors possono essere raggruppate in due modi:
-risposte istantanee, dovute alla natura e alla fisiologia del sistema nervoso (es. sistema nervoso simpatico che utilizza neurotrasmettitori già sintetizzati e immagazzinati);
-risposte ritardate, dovute alla natura e alla fisiologia del sistema endocrino e neuroendocrino (es. recezione dello stressor, attivazione della trascrizione di proteine sintetizzanti gli ormoni, sintesi di ormoni e rilascio di questi nel circolo umorale).

Ma ciascuno di noi si adatta allo stress?

Fattori che determinano la capacità di adattamento

Il maggiore o minore successo dei processi adattativi (capacità di adattamento) è dato dal bilancio tra le caratteristiche qualitative e quantitative degli eventi che li suscitano e le risorse personali del soggetto coinvolto. Il corpo tenta di combattere e contrastare gli effetti negativi dell'affaticamento prolungato, producendo risposte ormonali specifiche da varie ghiandole endocrine, ad es. le ghiandole surrenali. La risposta di tipo ritardata è quella presente in maniera prevalente e la sua durata è correlata alla durata di esposizione allo stressor e alla quantità di riserve energetiche dell'organismo.

Per quanto riguarda le caratteristiche qualitative si considerano:
- caratteristiche temperamentali e di personalità;
- livello culturale;
- condizioni socio-economiche;
- risonanza soggettiva dell'evento.
Per quanto riguarda le caratteristiche quantitative si considera un asse temporale e pertanto:
- l'età del soggetto;
- il suo tempo di reazione;
- il tempo richiesto dall'evento per ottenere un adattamento efficace;
- la durata dell'esposizione allo stressor
Infatti, un bambino piccolo non riuscirà ad utilizzare appieno e con la stessa velocità una medesima capacità adattativa dell'adulto. Per contro, risulterà più difficile scansare un proiettile di arma da fuoco che non un pallone. Un terzo fattore che coinvolte sia caratteristiche qualitative e quantitative è dato dalle capacità intellettive del soggetto: la prevedibilità, la conoscenza e la gravità degli eventi giocano un ruolo fondamentale nella possibilità di instaurare delle strategie adattative atte a gestirli (meccanismo a feed-forward).

Stress ed ansia, sono cose buone o cattive?

Uno stress prolungato non è sicuramente una evenienza buona. Un individuo sempre sotto stress, va incontro alla cosiddetta sindrome della candela consumata o "burn out". Si esaurisce, in sostanza come una candela consumata! Esaurimento, se i fattori di stress continuano ad agire, il soggetto può venire sopraffatto e possono prodursi effetti sfavorevoli permanenti a carico della struttura psichica e/o somatica. Il soggetto recupera, se il corpo è riuscito ad eliminare gli effetti dello stressor (modifica dell'ambiente interno, o del set-point omeostatico) o lo stressor in quanto tale (modifica dell'ambiente esterno). Un esempio di risposta semplice e stereotipata è la seguente:
-Esposizione a stressors o predizione di uno stressor nel futuro (meccanismo a feed-forward)
-Ricezione dello stressor ed eventuale elaborazione del messaggio;
Messa in atto della sindrome di adattamento e modifica dei valori normali ("set point") di diversi sistemi omeostatici;
Adattamento o risoluzione del problema.
Ad esempio, per adattarsi a un clima rigido (stressor), si può decidere di accendere un fuoco, o di indossare abiti più pesanti: l'adattamento dipende dalle capacità di risoluzione di un problema, ma anche dalla presenza di opportuni elementi ambientali, economici o relazionali. Ma se non riusciamo a superare lo stressor, allora l'ansia non ci sarà d'aiuto e si ripercuote contro di noi, facendoci cadere nella patologia depressiva. Quindi non ansia intesa come momento costruttivo, ma ansia intesa come momento distruttivo per l'individuo.

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