Rappresenta il periodo in cui si esaurisce l'attività dell'ovaio; questo fenomeno coninvolge organi ed apparati e determina una sintomatologia psichica e neuro-endocrina particolare. Costituisce un momento di declino nell'attività sessuale della donna ed inizia, in genere, tra i 45 ed i 55 anni. Le modificazioni anatomiche più significative si sviluppano tardivamente e cioè nel periodo della postmenopausa, cioè a partire da 12 mesi dopo che il ciclo mestruale è scomparso. L'ovaio va incontro ad un lento processo involutivo.
Link per approfondire il tema:
Il ciclo nella donna, FSH, LH, ovulazione
Nel periodo premenopausico l'ovaio assume spesso un aspetto micropolicistico
ed è tipica la presenza in esso di follicoli in vari stadi di maturazione, senza
che nessuno di questi giunga alla deiscenza e riesca a dare origine ad un corpo
luteo (cicli
anovulari). Follicoli primari sono rilevabili anche nelle ovaie della postmenopausa:
essi però non sono più in grado di svilupparsi fino a costituire un vero e proprio
follicolo di Graaf. A carico delle tube si assiste dopo la menopausa ad una progressiva
scomparsa delle pliche mucose, mentre la muscolare, involvendosi, cede il posto
a tessuto connettivale. A livello dell'utero si verificano fenomeni coinvolgenti
sia il miometrio sia l'endometrio. La muscolatura va incontro ad una una regressione
allorché la produzione di estrogeni diminuisce. L'endometrio si caratterizza dapprima
per la mancanza delle trasformazioni secretve, quadro questo non raramente associato
ad un'iperplasia ghiandolare cistica. La sucessiva involuzione postmenopausale verso
l'atrofia, è in genere lenta e passa attraverso stadi intermedi, qualificati dal
restringimento dei lumi ghiandolari, da alterazioni dell'epitelio, che diventa più
basso e dalla diminuzione del numero delle ghiandole. Nello stroma prevale la componente
fibrosa.
-ovaio policistico
-invecchiamento della pelle
-perdità di elesticità ed aumento irsutismo
-secchezza vaginale
-dolore all'atto sessuale
-peridita urina
-osteoporosi
-palpitazioni
Il canale cervicale e la portio uterina nella postmenopausa presentano anch'essi
modificazioni regressive: l'orificio uterino si restringe, la portio si appiattisce.
La vagina diventa un canale atrofico e perde le sue pliche, si fa liscia, più corta,
più secca per mancanza di secrezione. L'epitelio risulta costituito da un minor
numero di strati cellulari e pressoché privo di glicogeno. Diminuisce così anche
il potere di difesa dell'ambiente vaginale e si fanno più frequenti le infezioni.
La mucosa vaginale sanguina al minimo traumatismo, diventa più sensibile ed i rapporti
sessuali possono così farsi dolorosi (cfr
frigidità
ed anorgasmia, rapporto doloroso). Lo striscio vaginale della postmenopausa
è caratterizzato da una diminuzione delle cellule eosinofile e dell'indice cariopicnotico
e dalla comparsa di cellule degli strati più bassi dell'epitelio vaginale (cellule
parabasali). Anche la vulva, seppure tardivamente, subisce nella post-menopausa
fenomeni involutivi con diminuzione del grasso, modificazioni cutanee ed alterazioni
dei peli che diventano grigi, ispidi e più radi. L'orifizio vulvare può diventare
stenotico. Le mammelle risentono piuttosto precocemente della carenza di estrogeni,
diminuiscono di volume e il loro supporto legamentoso si allenta, per cui si fanno
cadenti. Molte pazienti sono influenzate sul piano psicologico in modo molto negativo
da questi mutamenti. La mucosa vescicole presenta soprattutto nelle zone del trigono
fatti di atrofia e queste alterazioni possono condizionare una sintomatologia che
simula una cistite. Anche gli apparati di contenzione urinaria si atrofizzano e
più facile è la perdita involontaria di urina. Importanti sono anche le modificazioni
cutanee generali, in relazione all'assottigliarsi della pelle per la perdita di
acqua. Si ha anche una diminuzione della secrezione sebacea. Il sottocutaneo si
assottiglia per la diminuzione dei grassi e della componente elastica. La cute diventa
di conseguenza più lassa. Sotto un profilo più generale, si può inoltre notare che
molte donne durante il climaterio aumentano di peso. Questo aumento, la cui frequenza
è valutata dai vari Autori tra il 20 e il 40 % di tutti i soggetti in climaterio,
è dovuto ad un accumulo di grasso, soprattutto a livello dell'addome, dei fianchi,
delle natiche, delle spalle e delle mammelle ed è particolarmente resistente alle
terapie. Si ammette che tale quadro sia da porre in relazione sia con variazioni
metaboliche, legate alla diminuita quantità di estrogeni presenti, e sia con problemi
di bilancio calorico, poiché'generalmente esiste in questa età un apporto calorico
eccessivo per quelle che sono le reali esigenze dell'organismo. Bisogna anche notare
che in climaterio si osserva una maggiore frequenza del diabete.
Un altro dato significativo è quello relativo all'ipertensione,
che nella donna intorno all'età menopausale compare molto più frequentemente e più
rapidamente che nell'uomo. Si accentuano anche le manifestazioni arteriosclerotiche,
che nell'uomo iniziano talora dopo il 30" anno di vita, mentre nella donna vanno
incontro ad un incremento netto solo dopo la menopausa.
Un'altra patologia legata al fattore età ed anche alla situazione ormonale della
menopausa è rappresentata dall'osteoporosi,
dalla quale molte donne sono colpite dopo la scomparsa delle mestruazioni.
Il quadro sintomatologico e ormonale "età climaterica è classicamente basato tre condizioni:
a) irregolarità
mestruali, seguite ad un lo momento da amenorrea, associata con una sintomatologia
vasomotoria e neuropsichica;
b) mancanza dapprima del progesterone con prevalenza degli estrogeni e successiva
riduzione degli estrogeni, con conseguente reazione ipofisaria, in genere ipergonadotropa;
c) tardivi e progressivi processi di involuzione a livello dell'utero, vagina, vulva,
mammelle e talora della mucosa vescicale.
Dal punto di vista clinico, la sintomatologia del climaterio è però, come si è detto,
quanto mai varia e multiforme e deve essere anche vista in rapporto al tipo psicologico
del soggetto, alla reattività dei diversi organi ed apparati e all'atteggiamento
di prevalenza ormonale che in ogni soggetto si determina.
Ne conseguono così manifestazioni diverse, che possono dare origine a:
a) una forma vasculopatica-dismetabolica;
b) una forma neuropsichica;
c) una forma distrofico-atrofica;
d) una forma osteoarticolare.
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