Di forma grossolanamente tondeggiante, immobili, sono organismi infettivi, responsabili di patologie ginecologiche, respiratorie ed oculari, che devono necessariamente vivere all'interno di cellule eucariote, in quanto privi degli enzimi necessari al metabolismo ossidativo. Sono pertanto dei parassiti obbligati. Potrebbero sembrare, dunque, dei virus, per via della loro moltiplicazione all'interno del citoplasma delle cellule ospiti, ma è più logico assimilarli ai batteri, poiché contengono materiale genetico sia DNA che RNA, e possiedono una parete cellulare chimicamente simile a quella dei batteri gram negativi, possiedono ribosomi e crescono bene nei sacchi vitellini delle uova embrionate. Ancora, a differenza dei batteri, non sono dotati di parete cellulare vera e propria, formata da peptidoglicano, ma l'involucro esterno è costituito da una membrana interna, da una parete con proteine ricche in cisteina e una membrana esterna. Presentano una scarsa o nulla sensibilità agli antibiotici β-lattamici. Infatti per la ragione che sono parassiti endocellulari obbligati è difficile che siano raggiunta dagli antibiotici, in particolare per il fatto che la penetrazione di questi farmaci è quasi impossibile dentro una cellula.
Questa particolare struttura impedisce la fusione del lisosoma con il fagosoma in cui la clamidia è inglobata. Si dividono per scissione binaria (invece di moltiplicarsi per assemblaggio dei diversi componenti), possono sintetizzare proteine e contengono ribosomi, ma non sono capaci di produrre ATP, per cui per sopravvivere dipendono dall'energia prodotta dalla cellula ospite. Le tre specie di clamidie responsabili di malattie nell'uomo sono Chlamydia trachomatis, Chlamydia pneumoniae e Chlamydia psittaci.
In particolare.
Nel genere Chlamydia, vengono identificate tre specie: C. psittaci che provoca
la psittacosi; C. pneumoniae, che causa la polmonite da clamidie e C. trachomatis,
che comprende 15 sierotipi e causa molte condizioni patologiche; i sierotipi A,
B, Ba e C causano il tracoma e le congiuntiviti da inclusione; quelli da D a K causano
malattie trasmesse sessualmente. L1 e L2 causano il
linfogranuloma venereo e la L3 causa polmoniti nel topo. La C. trachomatis negli USA è la più
comune causa di malattie trasmesse per via sessuale, comprese l'uretrite
non gonococcica e l'epididimite negli uomini; la cervicite, l'uretrite
e la
malattia infiammatoria
pelvica nelle donne; Fattori che si ritiene agiscano da concausa nella diffusione
delle clamidie e dei gonococchi dall'endocervice all'endometrio e all'endosalpinge
includono la presenza di muco cervicale (fluido) indotto da attività estrogenica,
l'adesività allo sperma che migra in senso ascendente nelle tube, l'uso di dispositivi
intrauterini anticoncezionali, le irrigazioni vaginali e le mestruazioni.
Seguono la sindrome di Reiter; la congiuntivite neonatale e la polmonite acquisite
per trasmissione materna. In alcune casistiche la C. trachomatis è stata ritenuta
responsabile del 20% delle faringiti dell'adulto. Anche C. trachomatis infetta le
cellule colonnari delle tube di Falloppio, ma non determina che un minimo danno
nelle colture di tessuto tubarico, forse perché la risposta dell'ospite è più importante
degli effetti tossici diretti dei prodotti batterici nella patogenesi della salpingite
da C. trachomatis. Nella cervicite mucopurulenta da clamidia le biopsie cervicali
evidenziano: inclusioni contenenti clamidie all'interno delle cellule colonnari;
infiltrazione dell'epitelio colonnare di parte di neutrofili e della sottomucosa
e dello stroma da parte di plasmacellule, linfociti, istiociti e neutrofili; aggregati
linfoidi contenenti linfociti trasformati. La
C. pneumoniae può causare polmonite, specialmente nei bambini e nei giovani. La
percentuale di polmoniti di comunità dovute a C. pneumoniae varia dal 6 al 19% in
diversi studi. Essa può essere clinicamente indistinguibile da una polmonite causata
da Mycoplasma pneumoniae. Sebbene secondo alcuni studi la polmonite da clamidia
tra i bambini < 5 anni sia rara, essa arriva a rappresentare il 6-9% dei casi di
polmonite in altri. Non sono state osservate variazioni stagionali nella frequenza.
Il microrganismo è stato trovato nelle lesioni ateromatose e l'infezione è associata
a un aumentato rischio di malattia coronarica. La causalità non è stata stabilita
e sono in corso studi clinici controllati sulla terapia. La C. psittaci
infetta
numerosi animali, ma l'infezione umana è strettamente correlata al contatto con
uccelli.
La terapia è rappresentata da tetracicline, macrolidi e alcuni fluorochinolonici.
La terapia, proseguita per 2 sett., può ridurre le recrudescenze.
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