Cervicalgia o dolore al collo, comunemente chiamata dal volgo la "cervicale"; ne sono affetti per lo meno i due terzi della popolazione generale.
La prevalenza è massima nell'età media e nella sola Gran Bretagna la cervicalgia, probabilmente per il clima umido e le perfrigerazioni, affligge tanta parte della popolazione cosicchè il 15% circa della fisioterapia ospedaliera e in Canada del 30% è imputata a questa patologia.
In Olanda la cervicalgia è il motivo che giustifica fino al
2% delle visite dal proprio medico. In genere essa dipende da svariate cause, non
ultima la degenerazione del rachide cervicale, cioè l'invecchiamento della colonna
cervicale, con osteofitosi, cioè deposizione di "spuntoni di materiale calcificato"
fra le vertebre e riduzione degli spazi tra i dischi intervertebrali, con sofferenza
dei nervi che fuoriescono dal midollo spinale.
E' un disturbo, dunque, alquanto comune causato dai seguenti fattori :
-stress e tensione, stiramenti cervicali
-mancanza d'esercizio fisico
-postura scorretta, per esempio la dattilografa o lo studente che stanno per ore
ed ore piegati in avanti sulle tastiere ed i libri; guardare la televisione dal
letto, col capo ruotato sempre da una parte, uso di cuscini inappropriati,
letto troppo morbido
-fattori traumatici: il colpo di frusta, infortuni sul lavoro, impiego della testa per trasportare pesi
Punti trigger: premendo su tali punti si evoca dolenzia nella cervico-brachialgia
La cervicalgia viene ancora suddivisa, da un punto di vista pratico, ne:
-cervicalgia non complicata
-colpo di frusta
-cervicalgia severa con radiculopatia.
Per approfondire il tema dell'artrosi:
Il dolore cervicale, quali cure possibili?
Il midollo spinale che trasporta in pratica tutti i nervi del corpo viaggia dentro la colonna vertebrale, nel canale spinale, ma il collo deve avere un'ampia mobilità e non ha supporti come le coste per il tratto dorsale o la pelvi per quello lombare; esso sopporta il peso del capo ed è sottoposto ad una tensione. Fra l'altro nel collo passano dei vasi venosi ed arteriosi importantissimi senza dimenticare i plessi nervosi.
E' vero che alcuni di questi vasi sono protetti dai processi traversi delle vertebre, ma ciò non li esime dal grosso stress meccanico. Il problema principale è la limitazione del movimento, esso può avvenire a causa di osteoartrite della cervicale, che viene chiamata spondilosi.
Man mano che una persona invecchia ci sono sempre dei cambiamenti a livello muscolo scheletrico, compreso il tratto cervicale, per cui ne deriva che le strutture si irrigidiscono e le ultime 3 vertebre cervicali sono quelle che risultano più anchilosate: i pazienti hanno difficoltà nel ruotare la testa lateralmente e presentano un dolore severo, che si irradia posteriormente tra le spalle e nella parte alta della schiena.
Spesso, specialmente le donne, presentano un gonfiore alla base del collo all'altezza della settima cervicale il cosiddetto "gibbo di bisonte", per il cedimento della colonna.
La cervicalgia si risolve di solito entro pochi giorni o settimane ma può ricomparire e divenire cronica. In alcuni ambienti di lavoro le patologie del collo determinano le stesse ore di assenza della lombalgia fino a creare disabilità grave nel 5% dei soggetti colpiti.
La percentuale di soggetti nei quali la cervicalgia si cronicizza dipende dalla causa, tuttavia si stima sia intorno al 10%. Le lesioni da colpo di frusta avevano maggiore probabilità di provocare disabilità; fino al 40% dei soggetti colpiti riferiva sintomi anche dopo 15 anni di follow up. I pazienti che presentano una cattiva postura ed alterazioni della colonna, praticamente il classico "gibbo", appena viene risolto questo gibbo, il dolore e la mobilità migliorano notevolmente. In queste condizioni, vi è una degenerazione del disco intervertebrale. Ai raggi x poco si riesce a vedere dell'impegno articolare.
Spesso questi problemi riducono il forame intervertebrale, causando pressione sui nervi cervicali. Possono esservi formicolii, perdita di sensibilità agli arti ed alle mani, e punti dolorosi sui muscoli del collo, e spesso un rumore come di sabbia nel collo, quando lo si muove, accompagna i suddetti sintomi.
Il risultato terapeutico della manipolazione non può essere evidenziato dai raggi x, sono comunque innegabili i miglioramenti: del tipo guadagno del movimento e riduzione del dolore. Il paziente comunque non viene mai manipolato in fase acuta.
E deve essere fatta una distinzione tra il problema meccanico e quello infiammatorio. In condizioni infiammatorie il movimento in qualsiasi direzione sarà doloroso. Casi di artrite reumatoide non vengono manipolati.Test preliminari ed un'accurata diagnosi sono essenziali per una riuscita del trattamento Osteopatico. In ogni modo nella stragrande maggioranza dei casi il trattamento è possibile con il risultato di un grosso miglioramento dal punto di vista del dolore e del movimento.
Degli esercizi di mantenimento vengono prescritti al paziente per
consolidare i risultati raggiunti
Revisioni sistematiche e studi randomizzati hanno rilevato che il trattamento con impulsi elettromagnetici rispetto a un trattamento simulato, l'esercizio rispetto alla gestione dello stress e la fisioterapia attiva rispetto al trattamento passivo riducono tutti in maniera significativa il dolore.
Revisioni sistematiche hanno trovato prove insufficienti sugli effetti della maggior parte dei trattamenti fisici (calore o freddo, trazione, biofeedback, spray and stretch, agopuntura, laser). Quattro revisioni sistematiche hanno rilevato che la manipolazione o la mobilizzazione migliorano i sintomi rispetto ad altri trattamenti.
Due studi randomizzati, invece, non hanno riscontrato alcuna differenza significativa nel dolore tra mobilizzazione e manipolazione. Uno studio randomizzato successivo ha trovato prove limitate che la manipolazione associata a esercizi di rinforzo riduca significativamente il dolore e aumenti la soddisfazione dei pazienti rispetto a ciascuno dei 2 trattamenti da solo.
Effetti avversi rari ma gravi sono stati riportati in seguito a manipolazione della colonna cervicale. Una revisione sistematica e 2 studi randomizzati successivi non hanno riscontrato chiare differenze in termini di dolore e tempo trascorso lontano dal lavoro tra terapia cognitivo-comportamentale multimodale e altri trattamenti. Non abbiamo trovato prove sugli effetti circa l'impiego di collari morbidi. Uno studio randomizzato ha trovato prove limitate che cuscini ad acqua rispetto a cuscini standard o cuscini cilindrici riducano in maniera significativa il dolore mattutino e migliorino la qualità del sonno.
Abbiamo trovato prove insufficienti sugli effetti di analgesici, farmaci antinfiammatori non steroidei, antidepressivi e miorilassanti nella cervicalgia, sebbene questi farmaci siano ampiamente utilizzati come intervento di primo livello. Alcuni farmaci utilizzati per trattare la cervicalgia hanno effetti avversi ben documentati.
Le prove circa l'efficacia degli antidolorifici sono insufficienti. Stiamo parlando dell'impiego di farmaci antinfiammatori non steroidei, antidepressivi e miorilassanti, sebbene questi farmaci siano ampiamente utilizzati come farmaci di primo livello per la cervicalgia e possono solo controllare i sintomi per qualche ora. Numerosi farmaci utilizzati per curare la cervicalgia sono associati a effetti avversi ben documentati. Analgesici semplici (paracetamolo, oppioidi) e farmaci antinfiammatori non steroidei per bocca: Le revisioni non hanno identificato studi randomizzati. Antidepressivi: Le revisioni non hanno trovato studi randomizzati. Studi randomizzati sugli antidepressivi nelle sindromi lombalgiche croniche hanno riportato risultati contrastanti. Miorilassanti/benzodiazepine: Una revisione sistematica ha identificato 2 studi randomizzati (159 soggetti con cervicalgia o lombalgia cronica con spasmo acuto) che hanno confrontato 3 trattamenti: ciclobenzaprina (flexiban), diazepam e placebo.
Entrambi gli studi hanno trovato che la ciclobenzaprina migliorava significativamente i sintomi dopo 2 settimane rispetto agli altri 2 trattamenti, ma non è stato possibile ottenere dati quantitativi e di follow up riguardo al dolore. Da uno studio successivo (157 soggetti con cervicalgia cronica) è emerso che l'eperisone (myonal) migliorava significativamente il controllo del dolore dopo 6 settimane rispetto al placebo.
Revisioni sistematiche e studi randomizzati successivi hanno trovato prove limitate che la terapia con campi elettromagnetici pulsanti rispetto a placebo, la mobilizzazione precoce rispetto all'immobilizzazione o al riposo associato all'uso di collare e il trattamento multimodale rispetto al trattamento fisico riducano in maniera significativa il dolore, mentre è emerso che il consiglio di continuare le attività abituali insieme all'impiego di farmaci antinfiammatori migliora i sintomi soggettivi lievi rispetto all'immobilizzazione durante un periodo di malattia di 14 giorni. Uno studio randomizzato non ha rilevato alcuna differenza significativa tra differenti programmi di esercizi a domicilio nel dolore o nell'invalidità. Non abbiamo trovato studi randomizzati sui trattamenti farmacologici nel colpo di frusta acuto.
Non abbiamo trovato prove
sugli effetti dei collari morbidi. Prove limitate da uno studio randomizzato indicano
che i cuscini ad acqua riducono in maniera significativa il dolore mattutino e migliorano
la qualità del sonno rispetto ai cuscini standard o ai cuscini cilindrici.
Uno studio randomizzato ha trovato prove limitate che la neurotomia transcutanea
a radiofrequenza rispetto a una procedura simulata aumenti in maniera significativa
il numero dei soggetti liberi da dolore dopo 27 settimane.
Uno studio randomizzato non ha riscontrato alcuna differenza significativa fra trattamento
chirurgico e trattamento conservativo nei sintomi a un anno. Non abbiamo trovato
prove sugli effetti dell'iniezione epidurale di steroidi, analgesici, farmaci antinfiammatori
non steroidei e miorilassanti