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Cardiomiopatia restrittiva

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Cardiomiopatia restrittiva, di che cosa parliamo?

La cardiomiopatia restrittiva si caratterizza  per un cuore dall'aspetto "regolare" ma che non si riempie per come dovrebbe per scarsa elesticità di pareti. La cardiomiopatia restrittiva, la forma meno prevalente tra le cardiomiopatie, è una condizione patologica caratterizzata da camere ventricolari di nomali dimensioni, ma con pareti che risultano  ispessite ed eccessivamente rigide, che si oppongono pertanto al riempimento di sangue durante la fase diastolica. E' un disturbo caratterizzato da riduzione primitiva della compliance ventricolare, che produce un alterato riempimento ventricolare durante la diastole. Poiché la funzione contrattile (sistolica) del ventricolo sinistro è in genere inalterata, tale alterazione funzionale può essere confusa con quella causata dalla pericardite costrittiva o dalla CMPI.

Quali sono le cause di cardiopatia restrittiva?

Si tratti di:

- Patologie infiltrative (sarcoidosi, amiloidosi, M. di Gaucher, sindrome di Hurler, infiltrazione adiposa)
- Patologie da accumulo (emocromatosi, M. di Fabry e Malattie dell'accumulo del glicogeno
- Patologie non infiltrative (cardiomiopatia familiare, mutazioni sarcomeriche, desminopatie e pseudoxanthoma elasticum)
- Altre patologie tra cui Cardiomiopatia diabetica, sclerodermia, fibrosi endomiocardica, cancro metastatico e carcinoidi
 

La cardiomiopatia restrittiva può essere idiopatica o associata a diverse malattie o processi patologici che colpiscono il miocardio, principalmente fibrosi da radiazioni, amiloidosi, sarcoidosi, tumori metastatici o deposizione di sostanze che si accumulano a causa di errori congeniti del metabolismo.

Lo scompenso di pompa

Edema polmonare acuto

La cardiopatia_ipertrofica

Le caratteristiche morfologiche non sono tratti distintivi. I ventricoli sono di dimensione più o meno normale o leggermente ingranditi, le cavità non sono dilatate e il miocardio è compatto e non deformabile. Si osserva spesso una dilatazione di entrambi gli atri. Microscopicamente può essere presente fibrosi interstiziale, diffusa o irregolarmente distribuita, che può essere minima oppure molto estesa. La biopsia endomiocardica spesso permette di accertare l'eziologia. L'amiloidosi (si veda oltre) rappresenta una causa importante.

Forme di cardiomiopatia restrittiva

Vi sono altre condizioni con quadri funzionali di tipo restrittivo che meritano una breve trattazione.
• La fibrosi endomiocardica è una malattia che interessa principalmente i bambini e i giovani adulti in Africa e in altre zone tropicali.

E' caratterizzata da una fibrosi dell'endocardio e del subendocardio ventricolari, che si estende dall'apice verso la base del cuore, fino a interessare, frequentemente, le valvole tricuspide e mitrale.

Il tessuto fibroso determina una notevole riduzione del volume e della compliance delle camere ventricolari colpite, provocando un difetto funzionale di tipo restrittivo. In alcuni casi, nel ventricolo si possono sviluppare trombi murali e la fibrosi endocardica può derivare dall'organizzazione del trombo. L'eziologia è sconosciuta.

• L'endomiocardite di Loeffler produce anch'essa una fibrosi endomiocardica, tipicamente con grandi trombi murali, con una morfologia generale simile alla malattia tropicale. Tuttavia, oltre che alle alterazioni cardiache, è spesso associata a eosinofilia periferica e a infiltrati di granulociti eosinofili in vari organi, tra cui il cuore. Il rilascio di prodotti tossici da parte degli eosinofili, in particolare la liberazione della proteina basica maggiore, è ritenuto responsabile dell'innesco della necrosi endocardica, seguita dalla cicatrizzazione dell'area necrotica, dal rivestimento dell'endocardio da parte di un trombo e infine dalla sua organizzazione.

Molti pazienti con endomiocardite di Loeffler presentano una malattia mieloproliferativa associata a riarrangiamento cromosomico del recettore del fattore di crescita derivato dalle piastrine di tipo a o beta. Questi riarrangiamenti producono geni di fusione che codificano per tirosin-chinasi costitutivamente attive di questo recettore.

Il trattamento di tali pazienti con l'inibitore della tirosin-chinasi imatimb ha portato a remissione della patologia ematologica con regressione dell'endomiocardite, che altrimenti è spesso rapidamente fatale.


• La fibroelastosi endocardica è una rara malattia cardiaca, caratterizzata da un ispessimento fibroelastico, che generalmente coinvolge l'endocardio ventricolare sinistro. è più comune nei primi 2 anni di vita, e in un terzo dei casi è accompagnata da ostruzione valvolare aortica o da altre anomalie cardiache congenite.

La fibroelastosi endocardica può in effetti rappresentare una comune morfologia finale di vari insulti, tra cui infezioni virali (per esempio, esposizione intrauterina alla parotite) o mutazioni nel gene per la tafazzina, che colpisce l'integrità della membrana mitocondriale interna. Un diffuso coinvolgimento del cuore può causare un rapido e progressivo scompenso cardiaco e la morte.

• Altra condizione è l'amiloidosi cardiaca dovuta ad accumulo extracellulare di fibrille proteiche insolubili definite amiloide, che alterano la normale architettura tissutale. Nella pratica clinica l'amiloidosi viene classificata in:

- primaria (AL), correlata a mieloma multiplo, macroglobulinemia di Walderstrom, o linfoma a cellule B;
- secondaria (AA) a malattie infiammatorie croniche, ad esempio l'artrite reumatoide;
- ereditaria, dovuta alla mutazione di un gene (spesso quello codificante la Transtiretina), che di solito si trasmette secondo un'ereditarietà autosomica dominante;
- senile, presente nel 25% dei pazienti con più di 80 anni di età.


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