appunti del dott. Claudio Italiano
Da un caso clinico personale.
Chi vi scrive, un tempo si è imbattuto in una strana frattura della testa del femore. Si trattava di una paziente di 80 anni, che di buon mattino, essendosi alzata dal letto per la toilette quotidiana, mentre stava pettinandosi allo specchio, era improvvisamente caduta in terra. Dapprima i familiari avevano pensato ad un attacco ischemico transitorio cerebrale o ad una aritmia, con conseguente perdita di coscienza. Poiché la paziente era rimasta in terra con l'arto retratto ed extrarotato (classico segnale di frattura del femore, vedi la foto appresso!), mi avevano chiamato per avere ragguagli sul da farsi.
Ovviamente consigliai di contattare il soccorso e di fare intervenire un'ambulanza, ma incuriosito professionalmente dell'evento, poiché la signora mi sembrava vigilie, orientata e mi riferiva dell'accaduto con dovizia di particolari, ritenni che la causa della frattura dovesse ricercarsi altrove, piuttosto che nella caduta per una vasculopatia cerebrale. Pertanto, dopo una breve indagine anamnestica, seppi che i familiari avevano installato un apparecchio per depurare l'acqua dall'eccessiva durezza calcarea e che tale aggeggio forniva anche acqua minerale purissima!! Così compresi allora, nonostante i miei verdi anni di medicina, che per un paziente anziano, la presenza del calcio nella dieta è fondamentale per il turnover del calcio. Inoltre un elemento fondamento per la attivazione della vitamina D3, è la presenza di luce solare, in questo caso Milazzo che è il paese più insolato d'Italia ne rappresenta esempio.
Rispondiamo
subito al quesito ricordando che un adulto con più di 50 anni necessita di 1000
mg/die di calcio ionizzato al giorno; tale apporto passa a 1200-1500 mg/die se il
soggetto è femmina e si trova in menopausa, cioè si tratta, appunto, come il nostro
caso di una donna senza estrogeni, che notoriamente regolano il metabolismo osseo
del calcio.
Inoltre va precisato che l'assorbimento del calcio è funzione della presenza della
vitamina D.
Link correlati al tema:
La vitamina D è rappresentata in realtà da un gruppo di sostanze dette pro-ormoni, cioè che sono precursori della forma attiva e si tratta di sostanze solubili nei grassi o "liposolubili", che si assorbono grazie alla bile ed ai suoi costituenti; il gruppo si presenta sotto due forme principali dall'attività biologica molto simile: il colecalciferolo (D3), derivante dal colesterolo e sintetizzato negli organismi animali, e l'ergocalciferolo (D2), di provenienza vegetale. La storia della scoperta della vitamina D parte nel 1919 quando venne evidenziato, da Huldschinsky, che bambini affetti da rachitismo, cioè da una forma di osteogenesi alterarata, cion presenza di "rosario rachitico " delle coste, guarivano se esposti alla luce ultravioletta e più tardi, A.F. Hess e H.B. Gutman parlarono della luce solare, come fattore antirachitico. Si capì in seguito che l'esposizione alla luce solare è indispensabile per l'attivazione del fattore precursore della vitamina D in forma attiva, idrossilata
Il colecalciferolo, infatti, subisce una reazione di idrossilazione e forma il 25- idrossicolecalciferolo [25(OH)D] il quale passa nella circolazione generale e si lega ad una proteina trasportatrice specifica (vitamin D binding protein, DBP). Arrivato nel rene, il 25 (OH)D può subire due diverse reazioni di idrossilazione, catalizate da differenti idrossilasi (la 1-idrossilasi e la 24-idrossilasi), che danno origine, rispettivamente, all'1,25-diidrossicolecalciferolo [1,25(OH)D], la componente attiva, ed al 24,25-diidrossicolecalciferolo [24,25(OH)D], una forma inattiva.
A livello della cute si forma l'altra forma attiva della vitamina D, l'ergocalciferolo, tramite trasformazione dell'ergosterolo. Nei mesi estivi la sovrapproduzione di vitamina D ne consente l'accumulo, così che la si possa avere a disposizione anche durante il periodo invernale.
La vitamina D favorisce il riassorbimento
di calcio a livello renale, l'assorbimento intestinale di fosforo e calcio ed i
processi di mineralizzazione dell'osso ed anche di differenziazione di alcune linee
cellulari e in alcune funzioni neuromuscolari (anche se questi due ultimi punti
devono ancora essere chiariti). Il funzionamento dell' 1,25(OH)D è alquanto anomalo
per una vitamina in quanto agisce secondo le caratteristiche proprie degli ormoni
steroidei: entra nella cellula e si va a legare ad un recettore nucleare che va
a stimolare la produzione di varie proteine, specie trasportatori del calcio. Secondo
gli ultimi studi, inoltre, pare che la vitamina D possa promuovere la differenziazione
dei cheratinociti dell'epidermide e degli osteoclasti ossei e, forse, detiene anche
un'azione antiproliferativa, cioè di prevenzione nei confronti dei tumori.
Pochi
alimenti contengono quantità apprezzabili di vitamina D. Un alimento particolarmente
ricco è l'olio di fegato di merluzzo.
Seguono, poi, i pesci grassi (come il salmoni e le aringhe), il latte ed i suoi
derivati, le uova, il fegato e le verdure verdi. Da qui il fatto che i popoli del
Nord dove il sole è deficitario, si nutrono di burro, pesci grassi ecc. Al contrario
noi, del Sud, abbiamo il sole e, quindi, la produzione naturale della Vitamina D
sulla pelle attraverso l'insolazione. Nel caso di una carenza della vitamina D,
poiché ne occorrono almeno 800 UI/die, ne derivano una serie di alterazioni che
vanno da:
Un'alterata funzione muscolare, il cui tessuto necessità appunto di calcio ione;
Rischio di fratture, specie nella donna, vulnerabile nella frattura della testa
del femore e nei crolli vertebrali;
Rischio di patologie scheletriche come la osteomalacia e l'osteoporosi nell'anziano
e rachitismo nel bambino, caratterizzata dalla rarefazione delle trabecole ossee.
La vitamina D controlla l'ipertensione, attraverso la regolazione della sintesi
renale di renina, per down regulation; inoltre migliora la vascolarizzazione grazie
all'azione sui vasi;
Se è carente si corre un rischio maggiore di sviluppare carcinomi (per esempio
del colon) poiché la vitamina D regola la proliferazione cellulare ed inibisce l'angiogenesi.
Se è carente è maggiore il rischio di patologie parodontali, cioè è alterata la
mineralizzazione ossea dell'alveolo dentale, esercitando un'azione antinfiammatoria
con riduzione di patologie paradontali, specie nell'anziano.
Se è carente si sviluppa iperparatiroidismo secondario ed aumento della concentrazione
di fosfatasi alcalina.
La sua carenza espone al rischio di infezioni virali, sembrerebbe che la stessa
sindrome influenzale sia favorita dalla carenza di vitamina D per una mancata azione
antimicrobica. Da esperimenti in vitro si è evidenziato come l'1,25(OH)D possa stimolare
la produzione di catelicidina umana (human cathelicidin antimicrobial peptide, CAMP),
un peptide con azione antimicrobica, in differenti culture cellularied anche di
altri peptici analoghi, la defensina β di tipo 2 (defensin β2, defβ2) la lipocalina
associata alla gelatinasi neutrofila (neutophil gelatinase-associated lipocalin,
ngal) che regolano i geni della difesa immunitaria a livello del DNA della cellula.
Rischio di carenza vi è nell'allattamento e nella gravidanza e nel bambino in
accrescimento.
Generalmente l'esposizione alla luce dovrebbe mantenere dei livelli adeguati,
ma nei mesi invernali questo non è possibile e si possono verificare stati carenziali
sia per la mamma che per il piccino per cui si consiglia di assumere 10 µg/die di
vitamina.
Gli anziani tendono a stare meno alla luce e la loro sintesi endogena di vitamina
diminuisce per cui si può ricorrere ad una supplementazione di 10 µg/die. Ora, leggendo
la tabella appresso riportata, potrai conoscere l'apporto di calcio sulla base dei
grammi di alimento considerato; tieni conto, per esempio, che a parte il latte,
il burro, il formaggio, il calcio è contenuto nella rughetta, che è un'insalata
o nei fagioli borlotti!!
Alimenti con un buon contenuto in calcio - Contenuto in calcio in mg e porzioni
CEREALI
Panini al latte 76 mg : un panino = 60 gr
Crusca di frumento: 44 mg di calcio= 3 cucchiai 40 gr
Pane di segale: 48 mg= un panino piccolo =60 gr
Cornflakes: 29.6 mg= 3 cucchiai (40 gr)
LATTE E YOGURT
Latte di capra: 211.5 mg - una tazza = 150 ml
Latte di mucca scremato: 187.5 mg - Una tazza = 150 ml
Yogurt: 156.25 mg - Un vasetto = 125 ml
Latte di mucca intero: 178.5 mg - una tazza = 150 ml
FORMAGGI
Ricotta di mucca: 295 mg - Una fetta media = 100 gr
Ricotta di pecora: 166 mg: - Una fetta media = 100 gr
PESCI
Ostrica: 93 mg di calcio= N° 3 = 50 gr
Alici: 118.4 mg - n. 8 = 80 gr
Calamari: 144 mg - N° 5 = 100 gr
Polpo: 144 mg - Un piatto 1 00 gr
Gamberi: 165 mg - N° 10 = 150 gr
Cozze: 88 mg - n. 20 = 100 gr
Aragosta: 111 mg - N° 1 = 150 gr
LEGUMI
Ceci: 213 mg - un piatto = 150 gr
Fagioli umidi 202.5 mg - un piatto = 150 gr
Fave umide: 135 mg - Un p -iatto = 150 gr
VERDURE
Rughetta: 463.5 mg di calcio - Un piatto = 150 gr
Cime di rapa: 253.5 mg - Un piatto = 150 gr
Cicoria: 225 mg - Un piatto = 150 gr
Agretti: 196.5 mg - Un piatto = 150 gr
Bieta: 195 mg - Un piatto = 150 gr
Radicchio verde: 172.5 mg - Un piatto = 150 gr
Broccoletti: 194 mg - n. 5-7 = 200 gr
cardi : 192 mg - n. 4 = 200 gr
Indivia 139 mg - Un piatto = 150 gr
ACQUA MINERALE
Ferrarelle: 362 mg -1 litro
Sangemini: 328.1 mg - 1 litro
Lete ; 317: 1 litro