cfr prima Le bronchiti
Le
terapie antibiotiche oggi non possono essere più attuate alla cieca ma secondo criteri
precisi, stanti i patogeni implicati ed il fenomeno della resistenza batterica agli
antibiotici ed alla selezione, problemi questi emergenti oggi e di non facile soluzione.
Esiste anche la possibilità di inquadrare i pazienti sulla base di uno score (da
Wilson R et al), per i quali se il punteggio è > 10 si impone la terapia antibiotica
per migliorarne il quadro clinico. Le riacutizzazioni infettive si possono verificare
in tutti e tre i gruppi di pazienti broncopatici, ma la frequenza delle ricadute
è funzione della gravità della classe di appartenenza, cioè il soggetto con prognosi
peggiore ammalerà con frequenza più elevata o, addirittura, non riuscirà mai a superare
il quadro drammatico dell’insufficienza respiratoria cronica. Alcuni autori identificano
un ulteriore sottogruppo di pazienti con bronchite cronica altamente reattiva che
in presenza di irritanti volatili p a seguito di infezioni respiratorie acute, possono
necessitare di ventilazione assistita: si tratta dei soggetti affetti da asma infettiva
cronica (vedi anche asma) o bronchite asmatica
cronica.
I segni vanno dalla tosse con espettorazione mattutina del fumatore, alla dispnea
minima o da sforzo o addirittura al riposo, con cianosi periferica, edemi periferici,
policitemia del broncopatico cronico
Patogenesi.
Non è semplice spiegare le riacutizzazioni bronchiali che intercorrono nel paziente:
esse riconoscono una complessa l’interazione fra patogeno ed ospite. Si può affermare
con certezza che su un terreno dove in passato si sono diffusi i patogeni che hanno
causato distruzione, attecchisce più facilmente il batterio responsabile della bronchite
riacuttizzata e ciò perché il danno epiteliale causa una maggiore diffusione dei
gerni ed una scarsa clearance, cioè pulizia dagli stessi. Nel broncopatico
cronico, stante anche una scarsa risposta infiammatoria ed accumulo di neutrofili
sulle superfici bronchiali, attivati dalle citochine che rilasciano proteasi e radicali
liberi, compresa l’elastasi neutrofila che è assai citotossica per l’epitelio e
stimolatore delle ghiandole mucosecernenti. Ne derivano secrezioni spesso vischiose,
difficili da espellere per un polmone che non riesce ad espandersi con il dovuto
vigore, sotto i deboli colpi di tosse dell’anziano ed in presenza dell’edema della
mucosa bronchiale e del broncospasmo.
Diagnosi.
Chi vi scrive ogni giorno lavora su pazienti broncopatici, che si riconoscono a
vista; all’RX del torace si evidenziano
in genere una cardiomegalia ed un letto vascolare polmonare dilatato ("torace sporco").
All’ispezione le basi polmonari possono risultare espanse ed ipomobili se nel contempo
è presente enfisema, con riduzione del MVF, fini crepitii o vere e proprie bolle,
o , talora, rumori secchi o vera e propria broncostenosi serrata, che non si risolve
se non dopo ripetuti trattamenti con broncodilatatori per aerosol . Utile eseguire
anche emocromo, per valutare se esiste una policitemia, cioè se il tasso di emoglobina
è elevato e l’emogas. Chi vi scrive ha avuto pazienti con 19 grammi per dl di emoglobina;
inoltre deve essere sempre effettuata una spirometria, cioè un esame che valuti
la capacità respiratoria del polmone. Utile è valutare il FEV 1, cioè la quantità
di aria buttata fuori alla prima espirazione, al primo secondo, espressione dell’ostruzione
o meno delle prime vie respiratorie e della FVC o capacità vitale.
La foto appresso mostra alla microscopia sinistra un epitelio bronchiale con muco
adeso e sfoltito vs un epitelio normale.
FEV 1 basale % | score |
70 | 1 |
50-69 | 2 |
<50% | 3 |
Grave comorbilità | |
0 | 1 |
1 | 2 |
>2 | 3 |
Età | |
<60 | 1 |
60-70 | 2 |
>70 | 3 |
Tabagismo | |
Ex fumatori | 1 |
Fumatori < 10 sig/die | 2 |
Fumatore > 10 sig/die | 3 |
Numero riacutizzazioni | |
< 2 | 1 |
3-4 | 2 |
>4 | 3 |
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