La biopsia renale può essere effettuata o per via chirurgica, in anestesia generale o per via transcutanea in anestesia locale.
La prima tecnica consente prelievi di tessuto renale di notevoli dimensioni, ma non può essere eseguita routinariamente e non può essere ripetuta.
La biopsia transcutanea praticata con gli aghi a "ghigliottina coperta" permette di ottenere frustoli di tessuto renale della lunghezza di 0,5-1 cm e del diametro di 1 mm, che talvolta possono addirittura contenere 50 glomeruli; è comunque soddisfacente una biopsia renale che fornisce almeno 10 glomeruli.
E' necessario che l'esecuzione della biopsia renale venga preceduta da uno studio dello stato coagulativo del paziente e da una accurata indagine radiologica volta ad evidenziare le ombre renali.
Si esegue, previa eliminazione del contenuto intestinale con purganti e clisteri di pulizia, una radiografia in bianco dell'addome completata eventualmente da una pielografia discendente.
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Lo studio radiologico va effettuato nella stessa posizione che il paziente assumerà al momento della biopsia. Si sceglie, per eseguire la biopsia il rene meglio visibile, scartando un rene ptosico e mobile o che contenga delle cisti.
Si stabiliscono sulla lastra i rapporti del rene con il margine inferiore dell'ultima costa e con la linea delle apofisi spinose della colonna vertebrale; si segnano sulla superficie cutanea, con la matita dermografica, tali punti di repere e i contorni del polo inferiore del rene da biopsiare ricavati dalla distanza calcolata sulla lastra. Altro mezzo per localizzare esattamente il rene viene oggi fornito dalla ecografia o dalla visualizzazione diretta delle ombre renali mediante intensificatore di immagini.
Si procede ad anestesia superficiale e profonda con novocaina, eseguita con un sottile agosonda che consente di assicurarsi della posizione del rene; infatti, quando l'ago raggiunge il rene compie oscillazioni sincrone agli atti del respiro. Il frustolo bioptico viene asportato dalla zona centrale del polo inferiore.
La biopsia renale è necessaria in caso di:
sindrome nefrosica insufficienza renale acuta nefropatie glomerulari primitive o secondarie; proteinuria od ematuria asintomatiche.La biopsia renale è consigliabile in caso di:
nefrite interstiziale;
diabete mellito; ipertensione arteriosa; trapianto renale; insufficienza renale cronica non terminale.
diatesi emorragica di qualsiasi tipo;
rene unico;
neoplasie;
infezioni renali e perirenali (da piogeni, Koch, miceti);
uremia terminale;
rene policistico;
arteriosclerosi calcifica ed aneurismi delle arterie renali.
L'esame del frammento bioptico può essere eseguito oltre che con la microscopia
ottica, con l'immunofluorescenza, in grado di svelare la presenza nel rene di eventuali
immunocomplessio anticorpi anti-MBG, e con la microscopia elettronica.
L'indagine bioptica è di estrema importanza nello studio delle glomerulonefriti primitive o secondarie. Si possono definire le caratteristiche morfologiche della nefropatia, la estensione (lesioni limitate a pochi o alla maggior parte dei glomeruli) e la gravita delle lesioni istologiche (segni segmentati o diffusi di scleroialinosi o presenza di "semilune" epiteliali o fibroepiteliali) e si può ricavare un giudizio prognostico.
Nelle glomerulopatie primitive possono essere documentate le seguenti lesioni istologiche:
lesioni glomerulari minime;
lesioni glomerulari membranose;
Lesioni glomerulari proliferative (endocapillari, intracapillari o mesangiali,
epiteliali)
lesioni glomerulari membrano-proliferative;
lesioni glomerulari scleroialine.
Anche nella pielonefrite la biopsia renale può essere d'aiuto, mostrando i focolai
di nefrite interstiziale con note di sofferenza tubulare e talvolta glomerulare,
fino ad arrivare al caratteristico aspetto "pseudo-tiroideo"; una parte del frustolo
di tessuto prelevato può essere utilizzato per allestire una coltura ed isolare
così il germe responsabile della malattia. Nell'ipertensione arteriosa si possono
instaurare alterazioni caratteristiche da ispessimento delle pareti vasali con atrofia
glomerulo-tubulare: nefroangiosclerosi.
La nefrobiopsia transcutanea o per via chirurgica praticata nel rene trapiantato,
può integrare altre indagini di laboratorio e dati clinici per giungere alla diagnosi
di rigetto o può favorire il riscontro di eventuale glomerulonefrite.
In corso di insufficienza renale acuta su base organica la
biopsia renale consente spesso di pervenire ad una precisa diagnosi etiologica,
oltreché di controllare l'evolvere della lesione tubulare e quindi programmare la
durata di un eventuale trattamento emodialitico.
Nell'ipertensione reno-vascolare da stenosi dell'arteria renale il reperto istologico è quello di iperplasia ed ipergranularità dell'apparato iuxta-glomerulare del rene ove è indovata la stenosi; nel rene controlaterale spesso si riscontrano lesioni arteriolosclerotiche.
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