per info Inf.prof.le Franco Lembo
Il webmaster, dott. Claudio Italiano, ringrazia per la cortesia ricevuta circa la pubblicazione del presente lavoro.Aiutare ne:
Lo stato mentale dei pazienti oncologici in fase terminale puo' essere di piena coscienza e non costituire ostacolo alla comunicazione, si può presentare ad un grado di coscienza parziale con difficoltà a parlare e con frasi spesso biascicate e confuse, o addirittura si può avere incoscienza assoluta e la persona non risponde ne allo stimolo verbale ne allo stimolo doloroso. La vista può andare incontro ad indebolimento e portare la persona a volgersi istintivamente verso la luce e a vedere solo ciò che gli e' vicino. L'udito e' l'ultimo organo ad abbandonare la persona per cui e' consigliabile non dire niente che possa turbare o angosciare il paziente.
Spesso queste persone sono costretti a letto e possono presentare un quadro di deperimento
organico:
-muscoli flaccidi, assenza di riserva di tessuto adiposo intorno alle prominenze
ossee, presenza di ulcere da decubito.
Il paziente in questa fase deve sempre essere posizionato da più operatori perché
soprattutto in caso di metastasi ossee può andare incontro a fratture patologiche.
Il pz può presentare un quadro di eccessiva sudorazione per cui accusa sete intensa, si può somministrare qualche sorso d'acqua con il cucchiaio. Spesso ha difficoltà sia nella masticazione che nella deglutizione motivo per cui si ricorre all'alimentazione enterale o parenterale
Il pz può essere in grado di lavarsi e di vestirsi, o può avere
solo difficoltà ad eseguire alcune funzioni, che devono essere integrati, può presentare
il cavo orale sporco o odori sgradevoli per la presenza di medicazioni, incontinenza
intestinale e vescicale, o durante la fase di depressione può mancare la volontà
per mantenere un'accurata igiene personale. Se il pz è agitato è bene che il personale
d'assistenza non lo svegli nei momenti di riposo per attivare le cure igieniche
routinarie.
Eliminazione:la mancanza di movimento, lo stato di denutrizione, l'inadeguata assunzione
di liquidi e l'uso di analgesici possono provocare stipsi, a volte si può avere
un quadro di ritenzione urinaria oppure può accadere al contrario che gli sfinteri
si rilasciano provocando incontinenza urinaria e/o fecale.
Riposo e sonno: l'attività di vita riposo e sonno può essere alterata da diverse
cause:
il dolore, provocato dalla malattia ed inoltre il pz può avvertire intensi dolori
articolari dovute alla posizione obbligata. Non sottovalutare mai il dolore, accertare
la reale presenza, la sede, il tipo, l'intensità, la durata e riferire al medico.
L'ansia, che deriva dalla consapevolezza della propria condizione, dall'incapacità
di assolvere autonomamente le attività di vita anche più elementari. Il pz ha bisogno
di sentirsi sicuro per poter riposare e quindi bene recarsi nella stanza anche senza
essere stati chiamati, in modo che la persona si senta accudita e che sappia che
c'è qualcuno che va a controllare quando dorme.
cfr anche Come gestire il dolore del paziente con tumore: i farmaci
Causato da un danno o disfunzione del sistema nervoso periferico o centrale
Può essere descritto come:
-dolore spontaneo spesso urente, a scossa elettrica o lancinante, ma anche crampiforme,
- dolore evocato da stimoli non dolorosi ;
-dolore evocato da stimoli dolorosi, ma eccessivo rispetto all'intensità stimolo
stesso (iperalgesia).
Questo tipo di dolore, che può essere dovuto anche ad altri fattori oltre alla neoplasia,
spesso risponde meno agli oppioidi. Il controllo totale può risultare talvolta impossibile
La sofferenza non distrugge l'uomo, lo distrugge una sofferenza senza senso!
Un approccio clinico corretto al malato affetto da dolore neoplastico prevede una
anamnesi ed una visita accurata per valutare le diverse componenti cliniche del
dolore quali:
- etiopatogenesi ed origine
-interazione tra componenti sensoriali e psicologiche
- stato funzionale del paziente (Performance Status, ipotesi sul tempo di sopravvivenza)
- risposta a terapie analgesiche ed antineoplastiche effettute
- dinamica movimento/dolore
- frequenza di dolore episodico intenso, cioè episodi di “aumento transitorio” dell'intensità del dolore in un paziente con dolore di base ben controllato da terapia analgesica
somministrata in modo continuativo.
-Tolleranza ai farmaci, anamnesi di farmacodipendenza ed alcolismo
- Caratteristiche del dolore (tipologia, sede, distribuzione/irradiazione, qualità,
intensità, durata, andamento nel tempo, dolore riferito e fattori che lo influenzano)
La rilevazione deve essere preceduta dall'accettazione e dalla collaborazione del
paziente, si deve:
-
conoscere e stabilire un rapporto anche nel contesto familiare
-
adeguare il linguaggio alla persona in rapporto all'età, alla scolarità ed alle
problematiche fisiche
-
comprendere l'impatto del sintomo sulle attività di vita
-
stabilire una rilevazione di base della sintomatologia dolorosa
-
cercare di capire le aspettative del paziente
-
dare importanza alla personalizzazione dell'assistenza
-
rendere consapevole dell'eventualità del dolore
-
impostare la terapia
Informare sempre il paziente e/o i familiari (autorizzati a ricevere notizie cliniche
in conformità alla legge sulla privacy) sulle strategie terapeutiche proposte e
sui risultati attesi dai trattamenti programmati, ponendo particolare attenzione
alle modalità comunicative.
L'informazione deve essere completa e comprensibile in relazione alla tossicità
potenziale delle terapie, agli effetti collaterali attesi ed alle possibili sequele
sull'autonomia del paziente, limitando però al minimo l'eventuale impatto psico-emotivo
sul paziente e sui familiari.
Il livello informativo deve essere ulteriormente approfondito qualora si intendano
utilizzare metodiche invasive
Una adeguata spiegazione permette di:
Ridurre l'ansia
Coinvolgere il paziente, la famiglia/chi assiste