Le coronarie sono arterie deputate all'irrorazione e al nutrimento del cuore, a cui forniscono una quantità di sangue adeguata alle richieste metaboliche. Il nome di questi vasi di medio e piccolo calibro (3-5 mm di diametro) deriva dalla loro particolare distribuzione intorno al muscolo cardiaco, che circondano componendo una sorta di corona arteriosa. Le arterie coronarie, pertanto, sono molto piccole rispetto al vaso da cui derivano, che è appunto l'aorta: ne deriva uno stress di parete vasale di grado notevole, che è causa di coronaropatia. Se poi un soggetto è anche dislipidemico, con colesterolemia elevata e trigliceridemia elevata, il grasso in eccesso tende ad infiltrare le pareti vascolari delle coronarie stesse e ad innescare il processo dell'aterosclerosi, con formazione della placca lipidica, vedi le immagini dell'articolo. Un altro problema, a parte quello della formazione della placca, risiede nel fatto che tale placca, sottoposta a stress, può fissurarsi, rompersi e determinare un'improvvisa interruzione di circolo, che ha come conseguenza la necrosi del tessuto miocardico a valle, fenomeno questo che viene definito, tecnicamente, "infarto del miocardio
Se, viceversa, il danno di parete è limitato, si ha più semplicemente una "stenosi", cioè il restringimento del vaso stesso, condizione questa che determina la "cardiopatia ischemica".
Tali
malattie rientrano nel più ampio gruppo delle patologie cardiovascolari e
contribuiscono a renderle la principale causa di morte al mondo.
Le arterie coronarie sono due e prendono il nome di arteria coronaria
sinistra ed arteria coronaria destra. Le patologie delle coronarie, dette anche
coronaropatie, rappresentano una condizione in cui le arterie del cuore vengono
ostruite da depositi di colesterolo e coaguli di sangue.
Durante il corso della vita le coronarie possono sviluppare dei restringimenti (o
stenosi) per la crescita di
placche ateromasiche (depositi costituiti essenzialmente da lipidi, piastrine,
cellule muscolari lisce e globuli bianchi, che si formano nel lume interno delle
arterie di medio e grande calibro).
Quando l'entità del restringimento coronarico supera il 70%, l'apporto di sangue al cuore in condizioni di lavoro diventa insufficiente; si parla in questi casi di ischemia cardiaca. Il circolo arterioso coronarico, al quale è destinato circa il 5% della gittata cardiaca (flusso coronarico = 225 ml/min), è rappresentato dalle due arterie coronariche, destra e sinistra. Entrambe le arterie coronariche prendono origine dall'aorta ascendente.
L'arteria coronarica destra e l'arteria coronarica sinistra originano a livello
del bulbo aortico, rispettivamente dai seni aortici destro e sinistro del Valsalva,
sopra l'inserzione della valvola semilunare: nel suo tratto iniziale l'arteria coronarica
sinistra corrisponde al tronco comune da cui si dipartono la discendente anteriore
e l'arteria circonflessa . Nell'ambito dell'albero coronarico si distinguono vasi
epicardici e vasi intramurali.
I primi decorrono normalmente nel tessuto sub-epicardico lungo i solchi cardiaci,
rivestiti da un sottile strato di grasso mentre i secondi decorrono nello spessore
del miocardio.
L'arteria coronarica destra (right coronary artery, RCA) ha origine dall'aorta ascendente in corrispondenza del seno aortico di Valsalva anteriore destro. Dopo la sua origine, si porta in avanti, ponendosi tra il tronco dell'arteria polmonare e l'auricola destra, per raggiungere il solco coronarico.
Circonda quindi il margine destro del cuore dirigendosi sulla sua faccia diaframmatica fino al punto in cui il solco coronarico incrocia il solco interventricolare posteriore ("crux").
Legenda A) Arteria coronarica destra (CDX: MA = ramo per il margine acuto; IVP = arteria interventricolare posteriore, PL ;ramo postero-laterale. B) Arteria coronarica sinistra: TC = tronco comune; CX = arteria circonflessa, MO = rami per il margine ottuso IV =. arteria interventricolare posteriore originante da sinistra, quando presente; RI = ramo intermedio, quando presente , IVA arteria inter-ventricolare (= discendente) anteriore, D = rami diagonali; S = rami settali. |
Per approfondire il tema della cardiopatia
La cardiopatia ischemica: generalità
La cardiopatia ischemica: la clinica
Il paziente in prevenzione primaria
Nel 60% dei soggetti il primo ramo dell'arteria coronarica destra è rappresentato dall'arteria del cono, la quale decorre sulla faccia antero-laterale del tratto di efflusso del ventricolo destro: nella restante percentuale dei casi questa arteria origina. invece, da un ostio separato dal seno aortico di Valsalva destro insieme ad altri piccoli rami per il ventricolo destro.
Nell'80-90% dei soggetti, a livello della crux, dall'arteria coronarica destra emerge l'arteria interventricolare posteriore (posterior descending artery, PDA), grosso ramo terminale che decorre nel solco interventricolare posteriore e fornisce rami alla faccia posteriore dei ventricoli e al terzo posteriore del setto interventricolare.
Nell'80% dei pazienti, inoltre, dalla RCA origina un ramo postero-laterale, il quale è in grado di sostenere la vascolarizzione della parete postero-inferiore del ventricolo sinistro in caso di occlusione dell'arteria circonflessa sinistra. L'arteria coronarica destra fornisce rami collaterali per 1' atrio destro e per il ventricolo destro. Tra i rami atriali l'arteria per il nodo seno-atriale (che emerge come secondo ramo dopo l'arteria conale) prende origine dall'arteria coronarica destra in circa il 60% dei pazienti mentre nel 38% dei pazienti origina dall'arteria circonflessa, e nella restante percentuale dei casi da entrambe le arterie coronariche (con conseguente duplice apporto ematico).
Tra i rami ventricolari si segnala l'arteria marginale destra, che decorre lungo il margine destro del cuore e, talora, prosegue nel solco interventricolare posteriore concorrendo all'irrorazione del setto interventricolare posteriore distale. Per convenzione l'arteria coro destra viene suddivisa in:
arteria coronarica destra prossimale, a monte del primo ramo per il ventricolo destro;
arteria. coronarica destra media, tra l'emergenza del ramo ventricolare destro e quella dell'arteria marginale;
arteria coronarica destra distale, tra l'origine della marginale destra e la crux,
arteria coronarica destra terminale, corrispondente alla porzione post-crux.
Il tronco comune dell'arteria coronarica sinistr coronary artery, LCA) origina dall'aorta ascendente in corrispondenza del seno aortico di Valsalva sinistro, in posizione più craniale rispetto all'origine della RCA.
Presenta un calibro maggiore della coronaria destra (diametro tra 3 e 6 mm) e può avere una lunghezza 10-15 mm. Dopo la sua origine decorre dietro al tronco polmonare dirigendosi in avanti fino a raggiungere il solco interventricolare anteriore dove, nei 2/3 dei soggetti si divide in:
-ramo interventricolare anteriore o discendente anteriore (left anterior descending artery, LAD)
- ramo circonflesso (left circumflex, LCx).
Raramente il tronco comune è assente ed allora arteria discendente anteriore ed
arteria circonflessa originano da osti separati del seno di Valsalva sinistro. L'Arteria
Discendente Anteriore (Left Anterior Descending. LAD) discende nel solco interventricolare
anteriore e, in circa l'80% dei pazienti, circonda l'apice del ventricolo sinistro
e risale per breve tratto nel solco interventricolare posteriore terminando sulla
superficie diaframmatica del ventricolo sinistro. Nel 20% dei casi l'arteria discendente
anteriore non raggiunge, invece, la superficie diaframmatica e termina a livello
dell'apice cardiaco o prima. In quest'ultima evenienza, l'arteria discendente posteriore
(posterior descending artery, PDA) dell'arteria coronarica destra è più larga e
più lunga del normale e rifornisce la porzione apicale del ventricolo sinistro.
Dall'arteria discendente anteriore originano rami per il versante anteriore dei
due ventricoli e per i 2/3 anteriori del setto interventricolare. In particolare,
da essa emergono rami diagonali e rami settali o perforanti.
In un terzo dei soggetti, dal tronco comune dell'arteria coronarica sinistra emerge un terzo ramo, il ramo intermi che decorre in posizione intermedia tra arteria circonflessa, discendente anteriore, comportandosi come ramo distale o del margine ottuso, in base al suo decorso antero- posteriore sulla superficie laterale del ventricolo sinistro vascolarizzando rispettivamente la parete laterale anteriore, media del ventricolo sinistro.
Circoli collaterali "pre-esistenti": già presenti in e embrionale, si verificano tra i cosiddetti vasi di d buzione (diametro tra 20 e 20Opm). Rappresentar maggior percentuale di circolazione coronarica colla le. Queste "collateralizzazioni" rimangono normalmente inutilizzate nella vita adulta, poiché non è preserit, gradiente pressorio che ne determini la pervietà al Ili In seguito al verificarsi di un'ostruzione di almeno il di un'arteria coronarica, si assiste alla caduta della pressione distale e conseguentemente alla loro apertura
Circoli collaterali "acuti": si instaurano acutamente vasi epicardici, in seguito al ad ostruzione coronarica . Si distinguono circoli collaterali omocoronarici (si sviluppano dall'arteria coronarica di sinistra ) ed eterocoronarici (che si sviluppano dalla arteria coronarica di sinistra e di destra. I circoli omocoronarici sono quelli tra i rami diagonali ed i rami marginali. I circolo eterocoronarici, invece, si determinano tra i rami delle discendenti anteriore e posteriore, tra i rami postero-laterali della circonflessa e della coronaria destra, tra i rami atriali della circonflessa e della coronaria di destra.
vedi anche l'indice di cardiologia