ALTERAZIONI DELLA PERSONALITÀ DELL'ALCOOLISTA CRONICO

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appunti dott. Claudio Italiano

La personalità dell'alcolista

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alcool e psichiatria

Esse consistono in sintomi psicorganici, inizialmente lievi, e in accentuazione di tratti temperamentali-caratteriali individuali. Fra i primi fanno spicco: scarsa validità attentiva, esauribilità psicologica, un appiattimento della critica, degli interessi, del rendimento lavorativo ed intellettuale e riduzione delle capacità mnesiche. L'alcolista presenta un aspetto generale alquanto ottuso ed ebete, disturbi che possono progressivamente, più o meno lentamente, accentuarsi sino all'instaurarsi di un deterioramento intellettuale conclamato. Nell'ambito affettivo caratteriale si osservano grossolanità e rozzezza nell'elaborazione dei sentimenti, irritabilità e litigiosità con facilità a trascendere a vie di fatto, oppure con remissività e passività non richieste o inutili; caratteristica è la labilità dell'umore, accompagnata da tendenza alle menzogne, ai sotterfugi ed alle autogiustificazione più banali. Il comportamento sociale si fa sempre più inadeguato, con  incapacità a tener fede ai propositi, doveri e compiti familiari e lavorativi e con caratteristica ottusità etica.

Si manifesta un progressivo difetto nella valutazione critica della propria situazione ed una accentuata suggestionabilità per cui il paziente viene facilmente trascinato da stimoli emotivi anche banali a commettere azioni ed omissioni insensate; continuando l'effetto deleterio dell'alcool, i giudizi si fanno sempre più piatti e superficiali, il ragionamento perde di profondità e penetrazione, il pensiero si cristallizza a poche e povere associazioni verbali ripetute (es. le cosiddette "battute da bettola"); la memoria diventa ancora più imprecisa e difettosa. Le capacità di fissazione e di rievocazione appaiono infine gravemente compromesse. Questo decadimento generale ha conseguenze sulla posizione sociale dell'alcoolista: incapace di svolgere attività continuative, cambia spesso  mestiere e può scendere rapidamente i gradini della scala sociale fino a cadere nell'indigenza, ove non intervengano a tempo adeguate misure terapeutiche. La compromissione globale delle funzioni mnesico-associative ed intellettive, l'alterazione affettiva, la diminuzione delle prestazioni ed il comportamento asociale si possono concludere nel quadro della demenza alcoolica.

Il quadro del delirium tremens

È un disturbo acuto della coscienza in alcoolisti cronici; viene considerato la forma confusionale, amenziale dell'alcoolismo e il suo nome deriva dalla coesistenza di uno stato confusionale (delirium) e da tremori accentuati agli arti (tremens). Dopo la fase prodromica, della durata di qualche giorno o settimana, caratterizzata da una accentuazione dei sintomi generali dell'alcoolismo cronico, come la disappetenza, il dimagramento, l'insonnia e la comparsa di ansia ed iperestesia psicosensoriale, esplode il quadro conclamato che rapidamente raggiunge il suo acme. Il disturbo della coscienza è presente e costante; il paziente è disorientato rispetto all'ambiente, si sente minacciato e coinvolto direttamente nelle sue creazioni allucinatorie che hanno la caratteristica di essere vissute intensamente e con una forte carica di ansietà e, inoltre, interessano prevalentemente la vista, sono di tipo illusorio e allucinatorie, strutturate in scene a forte carica emotiva oppure rappresentanti animali, più spesso piccoli animali (microzoopsie). Oltre ai disturbi psichici vi sono i segni di una sofferenza organica generalizzata: febbre, polso frequente e irregolare, sudorazione diffusa, lingua e mucose secche (disidratazione), sofferenza epatica e renale e talvolta un quadro di polineurite soprattutto agli arti inferiori. Il decorso varia da qualche giorno a qualche settimana. Nella maggior parte dei casi si ha la guarigione per crisi con un sonno profondo; e al risveglio i pazienti ricordano e criticano il periodo morboso. Nei casi più gravi il delirium tremens termina con la morte o evolve in una psicosi alcoolica cronica.

alcol e danni

Se da un lato viene riconosciuto da tutti che l'alcoolismo cronico è il fattore eziologico necessario del delirium tremens, dall'altro molto controverse sono le discussioni relative ai fattori predisponenti o scatenanti. Sono stati via via ritenuti importanti come fattori predisponenti ora la costituzione picnica ciclotimica, ora l'età (40-60 anni), ora il tipo di bevanda alcoolica assunta; per quanto riguarda i fattori scatenanti so no stati chiamati in causa variazioni stagionali, l'insorgenza di malattie tossinfettive, traumi psichici e fisici e, con più insistenza, la brusca sospensione delle bevande alcooliche (delirio "a potu suspenso"). Pare indubbio che l'alcool agisca in maniera indiretta: attraverso una tossico si di origine epatica (e a sostegno di questa tesi ci sarebbero alteraz. epatiche, molto spiccate in questi malati) o attraverso una disvitami-nosi anch'essa molto frequentemente negli alcoolisti cronici, vuoi per le alterazioni gastroenteriche prodotte dall'alcool (gastrite, ulcere gastroduodenali, ecc.), vuoi per l'insufficiente apporto alimentare. Secondo altri Autori, il delirium tremens va interpretato come una modificazione violenta dell'organismo, che reagisce alla condizioni di stress data dall'intossicazione cronica con una perturbazione metabolica che interessa il settore idro-elettrolitico. L'insorgenza brusca della sindrome psicotica viene attribuita alle alterazioni della barriera emato-encefalica, dimostrate dai reperti anatomo-patologici.>

La terapia consiste nel:
1) reidratare il paziente per os, per ipodermoclisi o meglio per fleboclisi;
2) correggere il deficit di elettroliti somministrando particolarmente sodio, potassio e magnesio;
3) sedare il paziente usando clordiazepossido e, in casi di crisi convulsiva, diazepam;
4) somministrare in larghe dosi vitamine del gruppo B, cocarbossilasi, vitamine A, C, K;
5) usare, nel caso di insufficienza cardiocircolatoria, farmaci vaso-pressori;
6) combattere la febbre con antipiretici e antibiotici.

Il delirio di gelosia

Ad esordio insidioso, si esprime sul tema della gelosia che appare radicato profondamente nella personalità nevrotica e predelirante del malato. È un'esperienza molto comune nell'alcoolista cronico il quale, in preda a tale delirio, sottopone la moglie a continui tormenti, accusandola di relazioni con numerosi amanti. Dalle accuse verbali il soggetto passa con facilità a comportamenti violenti ed aggressivi.

L'allucinosi alcolica

L'allucinosi alcoolica è una psicosi mal definibile dal punto di vista clinico-nosografico, che può presentarsi in forma acuta e in forma cronica. L'allucinosi acuta è un quadro che generata, insorge in alcoolisti con segni di intossicazione cronica non molto spiccati. Dopo la fase prodromica, durante la quale sono presenti malumore, ansia, insonnia, nel giro di pochi giorni si evidenzia lo stato allupnosico tipico senza però che vi sia alcuna destrutturazione dello stato di coscienza. Notevole la componente ansiosa associata a senso di pericolo imminente; ad ogni modo viene attribuito particolarmente significato dì minaccia. Contemporaneamente compaiono i disturbi psicosensoriali uditivi a carattere prevalente di persecuzione: i pazienti reagiscono alle "voci" fuggendo, tentando il suicidio o aggredendo i presunti persecutori. Nei casi favorevoli, il quadro dell'allucinosi acuta si risolve nel volgere di alcuni giorni o alcune settimane, altrimenti il decorso si aggrava passando graduata, a sindromi schizofreniche, che possono anche rapidamente perdere la caratteristica dello stato allucinosico per il sopraggiungere di altri sintomi tipicamente schizofrenici (dissociazione del pensiero, idee di influenzarti, con mezzi fisici, atimia schizofrenica, ecc.), oppure compare una psico-sindrome amnestica di media gravità e, nello stadio terminale, la sin-drome organica demenziale può sostituire completamente il quadro allucinosico. Terapia. Oltre alla sospensione di bevande alcooliche, deve avvalersi di neurolettici e di ansiolitici.

L'encefalopatia di Gayet-Wernicke

Oggi non vi sono più dubbi riguardo l'etiopatogenesi di questa singolare sindrome neurologica: anche se l'intossicazione alcoolica ne è la causa più frequente, essa non agisce di per se stessa, bensì tramite la carenza tiaminica che l'uso continuativo dell'alcool comporta. Durante la fase prodromica si ha un'accentuazione delle turbe gastroenteriche generata, già preesistenti: anoressia, vomito, diarrea; ad esse si accompagnano sensazione vertiginose, astenia, turbe della memoria, ansia, depressione del tono dell'umore. La sintomatologia conclamata è costituita, secondo la descrizione classica, dalla triade: oftalmoplegia, atassia e turbe della coscienza. Ma secondo le più recenti osservazioni confermate dai reperti autoptici, solo l'oftalmoplegia si deve considerare come sintomo cardinale, mentre gli altri sintomi classici possono anche essere sostituiti da altri disturbi neurologici come il nistagmo, la polinevrite, ecc. Il quadro psichico, che nell'ambito dell'affezioni riveste una notevole importanza, è rappresentato da turbe dello stato di coscienza che van-no da uno stato di media confusione a un completo disorientamento con allucinazioni fino allo stupore e al coma. Il quadro clinico è di solito cosi caratteristico che la diagnosi non presenta alcuna difficoltà. L'evoluzione generata, ha un andamento acuto e un esito mortale nei casi di sindrome di Wernicke in senso stretto. Negli altri casi, se la terapia viene istituita immediatamente e in una fase molto precoce, scomparsi i disturbi neurologici, permane una sindrome di Korsakoff. La terapia si avvale della somministraz. di do-si generose di vitamine del complesso B.

Sindrome di Korsakoff

Associata con notevole frequenza all'intossicazione cronica di alcool, può avere però diverse altre eziologie (malattie infettive, intossicazione da piombo, ossido di carbonio, ecc.). Nell'ambito delle psicosi alcooliche è un quadro piuttosto raro, che spesso insorge durante la convalescenza delle torme più gravi di delirium tremens. E' caratterizzata dalla pres. contemporanea di:
a) disturbi a carico della memoria di fissazione
b) disorientamento
c) confabulazione
d) polinevrite.
Nel quadro sintomatologico dell'affezioni, il disturbo fondamentale che risalta maggiormente è il deficit della memoria. Questi pazienti dimenticano i fatti recenti o che vivono attuata, per cui ne consegue un diso-rientamento che non è passivo come negli stati confusionali, ma piuttosto si tratta di un falso orientamento anche rispetto al proprio corpo ed al senso di somità fisica. Tuttavia parallelamente all'aggravarsi della malattia possono andare perduti anche ricordi fissati da molto tempo. Strettamente collegate al disturbo mnemonico e al falso orientamento sono le confabulazioni e la notevole suggestionabilità: le lacune mnestiche vengono riempite con ricordi del tutto immaginari e fantastici e durante l'interrogatorio si possono ottenere risposte prestabilite facilmente suggerite dal medico. Per quanto riguarda la polinevrite essa può variare dai disturbi della sensibilità (dolori, parestesie) fino alla perdita dei riflessi e ai primi segni di paralisi. La patogenesi della psicosi di Korsakoff alcoolica viene riferita alla carenza di vitamine del gruppo B, che provoca diffuse alterazioni cellulari a carico del S.N., elettivamente a livello dei corpi mammillari. In alcuni casi si osserva dopo sei-otto mesi una buona ripresa, in altri casi dopo diversi mesi si ha un miglioramento solo parziale, senza regressione completa dei disturbi della memoria o il passaggio in demenza alcoolica.

Malattia di Marchiafava e Bignami

Questa forma, abbastanza rara, colpisce per lo più soggetti nella sesta-settima -decade di vita; è caratterizzata sul piano anatomo-istopatologico da una necrosi simmetrica delle fibre medie della parte rostrale del corpo calloso mentre vengono rispettate, in certa misura, le fibre dorsali e ventrali; spesso si ha anche una degenerazione del centro ovale. Sul piano clinico, la malattia è caratterizzata dalla presenza di una demenza progressiva associata a convulsioni o a fenomeni di focolaio.
Eziopatogenesi. L'alcool giuoca senz'altro un ruolo di primo piano; tuttavia si ammette l'intervento di fattori coadiuvanti, quali traumi o alcoolismo dei genitori. Qualcuno sostiene che questa affezione sia di origine disvitaminosica o ancora a patogenesi vascolare. Per quanto ri-guarda la sensibilità elettiva delle fibre medie della parte rostrale del corpo calloso ai diversi fattori tossici esogeni (in particolare all'alcool) infettivi e carenziali, può essere spiegata dal fatto che nella evoluzione del corpo calloso queste fibre mielinizzano più tardivamente; pertanto, essendo esse una formazione neofiletica, sarebbero anche le più vulnerabili. E' difficile che venga fatta diagnosi in vita poiché il quadro clinico è facilmente mascherato dai segni dell'alcoolismo grave in genere. La prognosi è sempre infausta in quanto il decorso è quasi sempre più o meno rapidamente evolutivo e non esiste una terapia specifica.

 

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