appunti del dott. Claudio Italiano
cfr: L'albumina: quando usarla, come e perchè?
Albumina e suo impiego pratico in clinica
Tutto si dice e si nega circa limpiego di albumina nella pratica clinica. Per esempio nelle nefropatie molti autori ne controindicano luso, quando cioè vi è una perdita col filtro renale, poiché il senso della cura è quello di ripristinare la continuità del filtro renale alterato. Così, sulla base dei principi fisiologici precedentemente descritti, lalbumina viene utilizzata in due gruppi di condizioni cliniche:
-condizioni acute in cui è necessario avere unespansione del volume ematico ed il mantenimento della portata cardiaca: esempio classico è nelle ustioni, negli interventi chirurgici maggiori e nei traumi;
-condizioni croniche caratterizzate da bassa albuminemia: esempio classico è la cirrosi epatica, la denutrizione.
In entrambi le due condizioni il razionale è costituito dal fatto che con limpiego di albumina si ripristina la giusta pressione oncotica e lequilibrio acido base (cfr albumina, le sue funzioni).
Tali indicazioni terapeutiche sono stati oggetto di critiche e di studi, ma a tuttoggi non si è avuto un consenso univoco circa luso corretto dellalbumina nella clinica. Invece un buon accordo si è raggiunto circa luso nelle seguenti condizioni:1) Nella paracentesi evacuativa in corso di cirrosi, per la disfunzione che consegue allo svuotamento del cavo peritoneale; in genere si impiegano due flaconi di albumina da 50 ml al 25%.
2) Nel trattamento della sindrome epatorenale
3) Nel trattamento della peritonite batterica spontanea
4) non indicata nelle sindromi nefrosiche con ipoalbuminemia, anzi controindicata perchè nelle proteinurie del nefropatico l'impiego di albumina perpetua la condizione fisiopatologica che sta alla base del processo nefrosico.
La capacità dellalbumina di agire come espansore plasmatico non è però probabilmente sufficiente a spiegare questa molteplicità di effetti positivi, per cui sempre maggiore importanza viene attribuita al ruolo di scavenger, cioè di spazzino, nel senso che lalbumina ha un ruolo nel trasporto e nella detossicazione da sostanze e farmaci.
Sostanze rimosse dallalbumina sono: bilirubina, ammonio, acidi biliari, aminoacidi aromatici, acidi grassi a catena corta, rame, creatinina, urea, diazepam, interleuchina 6, fattore di necrosi tumorale. Esiste allo scopo un sistema di depurazione extracorporea detto ''MARS'', cioè molecular adsorbent recirculating system, che sfrutta la dialisi con albumina per rimuovere dal corpo le sostanze già citate.
Esso trova indicazione ne:
Questo sistema è impiegato tutte le volte che risulti impossibile impiegare la circolazione ematica extracorporea a causa di emorragie, coagulopatie o trombocitopenie severe. Nel malato critico lalbumina neutralizza composti tossici quali i radicali dellossigeno e i perrossinitriti, in quanto è fonte di gruppi sulfidrilici -SH antiossidanti. Partecipa alla regolazione della permeabilità endoteliale ed è importante nella diffusione di farmaci ad elevata affinità, infatti nellipoalbuminemia tali farmaci risultano tossici. Nel paziente con ascite massiva la paracentesi evacuativa va sempre associata ad unopportuno trattamento con albumina allo scopo di ottenere unespansione del volume plasmatico. Infatti solo in questa maniera è possibile avere unefficace diuresi, senza il rischio di iponatremia. In uno studio clinico controllato lalbumina impiegata al dosaggio 8 g/L di ascite evacuata si è dimostrata più efficace del destrano e della poligelina nel prevenire la disfunzione circolatoria post-paracentesi allorchè venga rimosso un quantitativo maggiore di 6 litri di liquido ascitico. La superiorità dellalbumina risiede nelle sua emivita maggiore e forse per il fatto che essa lega delle sostanze vasoattive, vasodilatatrici e perché interagisce con le citochine proinfiamamtorie. Con luso cronico di albumina sembra sia possibile ridurre il numero di ricoveri per ascite.
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